Crediti deteriorati: NPL e UTP

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Approfondimento sull’industria dei crediti deteriorati (NPL e UTP).

Indice

1. Cosa sono i crediti deteriorati

Gli NPL e gli UTP sono i crediti deteriorati delle banche. Si tratta nel primo caso di crediti in cui vi è l’incertezza della riscossione quindi – nello specifico – parliamo di cessazione del rapporto da parte della banca, che risolve il contratto di finanziamento. Nel secondo caso il rischio di insolvenza è solo potenziale in quanto ci troviamo di fronte ad un debitore ancora attivo: più precisamente parliamo di probabili inadempienze che generano allerta e portano quindi alla cessione del contratto poiché è ancora in essere. I crediti deteriorati rappresentano un problema per il sistema bancario.
Un elevato livello di NPL può portare ad un calo dei prestiti bancari che a sua volta può ostacolare la crescita economica, in quanto limita gli istituti di credito a prestare denaro ad altre imprese ed ai privati. Elevati livelli di NPL possono portare anche a una diminuzione del valore degli attivi bancari, rendendo più difficile per le banche raccogliere capitali e mantenere la solvibilità.
Livelli elevati di NPL possono portare ad un aumento del controllo normativo e del costo del capitale a causa dell’aumento del premio per il rischio richiesto dagli investitori. Questo può comportare a sua volta una spirale di feedback negativi, in quanto l’aumento del costo del capitale può portare ad un aumento dei tassi di interesse e delle insolvenze, che a loro volta possono portare a un aumento degli NPL creando un circolo vizioso.

2. Tipi di crediti deteriorati

Esistono diverse tipologie di crediti deteriorati, più nel dettaglio: 
Gli NPL (Non performing loans) sono crediti deteriorati, ovvero che non hanno probabilità di essere recuperati a causa della difficile situazione economica del debitore. Quest’ultima può più o meno essere compromessa e, proprio per questo motivo gli NPL vengono suddivisi in tre sottocategorie:
Esposizioni scadute: il debitore ha accumulato ritardi nei pagamenti delle rate di rimborso ma si ritiene che le difficoltà siano solo temporanee e che dovrebbe riuscire a recuperare in seguito 
Gli UTP (Unlikely to pay): il debitore potrebbe trovarsi in serie difficoltà nel saldare gli scoperti. Tuttavia non si trova ancora in uno stato di insolvenza e le probabilità di recupero sono migliori rispetto a quelle che caratterizzano le sofferenze;
le Sofferenze (bad loans): il debitore si trova ormai in una situazione di insolvenza e non viene giudicato in grado di tenere fede ai suoi impegni finanziari.
Gli UTP non sono altro che una sottocategoria di NPL, in cui rientrano crediti che, tutto sommato, hanno ancora delle discrete possibilità di essere recuperati.
Queste distinzioni sono molto importanti per gli investitori che acquistano i crediti nel c.d. mercato secondario. Oltre a conoscere la differenza tra le sofferenze e gli UTP, quando si tratta di valutare il rischio connesso agli NPL c’è un altro aspetto che deve essere sempre considerato. Gli NPL e gli UTP immobiliari sono tra i crediti deteriorati in linea di principio meno rischiosi in quanto a differenza degli altri sono garantiti da un immobile, un bene tangibile che potrà essere rivenduto realizzando il relativo incasso. 

3. Cessione dei crediti deteriorati

Lo strumento tradizionale con il quale le banche tendono a liberarsi dei crediti deteriorati è rappresentato dalla cessione in blocco. Esse vendono gli NPL a un soggetto terzo e si liberano delle posizioni a rischio. Dal momento che le possibilità di recuperare il credito sono più o meno scarse, il prezzo a cui questo viene venduto sarà inferiore al suo effettivo valore. Molto spesso i crediti vengono venduti soltanto al 10% -15% del loro valore nominale, anche se il nuovo creditore ha comunque il diritto di recuperare l’intero ammontare.
Attraverso l’istituto della cessione il diritto di credito del cedente viene trasferito al cessionario che acquista il credito a un prezzo prestabilito per farsi carico della riscossione nei confronti del debitore. La cessione può avvenire secondo le due note tipologie, pro soluto nel caso in cui il cedente non rispondesse della eventuale inadempienza del debitore e pro solvendo nel caso in cui il cedente rispondesse in luogo del debitore qualora quest’ultimo fosse inadempiente.
Sovente la cessione avviene “pro soluto a valore vile” ovvero tramite il versamento al cedente di un corrispettivo a chiusura della cessione.
Altre volte il pacchetto NPL viene dapprima ceduto a una società veicolo, la società veicolo emette dei titoli garantiti dagli NPL che ha acquistato, i titoli in questione vengono immessi sul mercato e resi disponibili agli investitori istituzionali e privati nel c.d mercato secondario. Le possibilità di accesso a tale mercato non finiscono qui: dal crowdfunding ai fondi di investimento sono diversi i modi per investire in NPL e UTP.

4. Gestione dei crediti deteriorati e mercato secondario

Negli ultimi anni il governo italiano e l’Unione Europea hanno preso provvedimenti per affrontare il problema degli NPL in Italia.
Una delle principali iniziative è stata la creazione di un mercato degli NPL, con l’obiettivo di trasferirli dai bilanci delle banche a società di gestione patrimoniale specializzate, creando una vera e propria industria del credito. Questo dovrebbe aiutare le banche a ridurre gli NPL, in quanto la presenza di investitori specializzati può aiutare a prezzare i prestiti in modo più accurato ed a trovare una soluzione più sostenibile per i mutuatari. Il governo italiano ha anche attuato alcune norme e misure per aiutare le banche a gestire gli NPL, come l’introduzione della GACS (garanzia sui crediti bancari), una garanzia statale sulle tranche senior delle cartolarizzazioni di NPL, ed una bad bank finanziata dallo Stato, “Atlante” creata per acquistare NPL dalle banche al fine di sostenere la loro posizione patrimoniale. La stessa Unione Europea ha esercitato pressioni sul governo italiano e sull’Associazione bancaria italiana affinché venissero accettate le politiche di gestione degli NPL e si implementasse una soluzione che sostenesse le banche nell’affrontare il problema. Il sistema bancario ponendo in essere una politica di de-risking dismette gli NPL (secured e unsecured – ovvero garantiti o chirografari) ma anche i crediti incagliati UTP (Unlikely To Pay). Il mercato degli NPL diviene così il mercato degli NPE (Non performing Exposures) la cui dinamicità è accentuata dalle dimensioni delle transazioni del mercato secondario.
Parallelamente al mercato del credito deteriorato delle banche esiste una vera e propria industria del credito deteriorato di cui fanno parte services e investitori.
I crediti deteriorati generati dal sistema bancario hanno un proprio mercato secondario in cui vengono negoziati. Non si tratta solo della dismissione dei portafogli effettuate dalle banche per perseguire le politiche di de–risking dei loro bilanci. I crediti deteriorati circolano in modo sostenuto anche nel mercato secondario, fra operatori finanziari che nei portafogli di commercio ravvisano una opportunità di guadagno. In tal modo l’originario prodotto di scarto del sistema bancario che nell’erogare mutui deve tenere conto di un certo numero di “mutuatari inadempienti” diviene credito circolante oggetto di cessioni plurime nel c.d. mercato secondario. I crediti deteriorati si trasformano così in strumenti ed occasioni di investimento.    

5. Scenari futuri – il destino dei crediti deteriorati

Gli osservatori finanziari sottolineano che il fenomeno delle cessioni massive di crediti deteriorati è stato salutato come la formula che ha salvato il sistema bancario italiano, tuttavia le perdite economiche conseguenti hanno contribuito a costringere molte banche a ricapitalizzarsi anche a causa dei bassi prezzi di cessione di cui sopra. L’avere spostato dalle banche ai fondi di investimento enormi masse di NPL non ha significativamente ridotto la quantità di essi che grava ancora sull’economia del paese.
In molti ritengono che il fenomeno degli NPL rischi di rimanere tale ancora per molto tempo nel nostro paese e che per molto tempo l’Italia potrebbe continuare ad essere uno tra i mercati più interessanti per gli NPL.     

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Avv. Cristina Vanni

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