Indice
- La presa di posizione del CNF sugli albi degli esperti in crisi d’impresa
- Gli emendamenti presentati dal CNF
1. La presa di posizione del CNF sugli albi degli esperti in crisi d’impresa
Il CNF ha proposto di raccordare e unificare gli elenchi e gli albi dei professionisti esperti in crisi di impresa (gli incaricati dall’autorità giudiziaria per la gestione e il controllo nelle procedure previste nel codice della crisi, i gestori della crisi da sovraindebitamento, gli esperti della composizione negoziata della crisi, i commissari straordinari) nella finalità di rendere omogenea la formazione obbligatoria e l’aggiornamento, semplificando in tal modo finanche l’impegno della Scuola superiore della magistratura di redigerne i programmi, e limitando l’aggravio di oneri a carico dei professionisti, in specie per quelli più giovani, derivanti alla obbligatoria partecipazione ai corsi di formazione.
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2. Gli emendamenti presentati dal CNF
Le proposte formulate dal CNF:
- le prime due riguardano, come sopra evidenziato, gli articoli 356 (Albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e di controllo nelle procedure di cui al codice della crisi e dell’insolvenza) e 358 (Requisiti per la nomina agli incarichi nelle procedure) del codice della crisi, evidenziando la parziale incongruenza del regolamento sul funzionamento dell’albo dell’art. 356 del codice della crisi e della insolvenza, contenuto nel decreto del ministero della Giustizia (n. 75 del 3 marzo 2022, pubblicato in G.U. n. 143 il 21 giugno 2022) con le modifiche del codice della crisi e dell’insolvenza, intercorse a seguito della data del 3 marzo 2022, che secondo il CNF rendono, allo stato, problematica la prima popolazione dell’albo.
- la terza è preordinata a rendere la procedura di liquidazione controllata attivabile dal solo debitore e non, così come previsto dal decreto Insolvency che attua la relativa Direttiva UE, anche dal pubblico ministero e dai creditori e ciò, si legge nel comunicato pubblicato sul website istituzionale il I luglio, “nell’attuale quadro economico che colpisce gravemente vaste fasce sociali, eviterebbe da una parte, di trovarsi di fronte a un enorme numero di procedure di difficile gestione da parte delle autorità giudiziali e, dall’altra, a un non trascurabile rischio d’incrementare le probabilità dell’odioso fenomeno della usura”;
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