Il cyberbullismo rappresenta una delle minacce più diffuse tra adolescenti e giovani. La continua pervasività dei mezzi digitali consente a chiunque, spesso celato dall’anonimato, di compiere atti di prevaricazione senza limiti di tempo e luogo. Con l’evoluzione del fenomeno, anche il quadro normativo italiano è stato aggiornato: il 15 maggio 2024, la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità una riforma della legge n. 71/2017. Questo nuovo provvedimento segna un ulteriore passo verso un approccio preventivo al cyberbullismo, con l’obiettivo di tutelare i minori, sia in qualità di vittime, sia come possibili responsabili. Per approfondire il tema, ti consigliamo il volume “Educazione ai Social Media – Dai Boomer alla generazione Alfa”.
Indice
1. Tipologie di cyberbullismo
Conoscere le diverse forme di cyberbullismo è il primo passo per comprenderne la portata e individuare le strategie di prevenzione. Eccone alcune delle più comuni:
- Denigrazione: diffondere informazioni false o dannose su una persona con l’intento di rovinarne la reputazione. Il mezzo di diffusione può variare da post sui social media a messaggi privati condivisi.
- Impersonificazione: creare un profilo falso o hackerare quello di un’altra persona per agire a suo nome. Questa pratica, oltre a essere offensiva, può avere gravi ripercussioni per la vittima, soprattutto quando il contenuto creato è diffamatorio.
- Outing e Trickery: questa forma di cyberbullismo prevede la divulgazione non autorizzata di informazioni intime o l’inganno finalizzato a ottenere dettagli personali da diffondere in modo lesivo.
- Cyberstalking: una delle forme più gravi, il cyberstalking comporta il controllo costante della vittima tramite messaggi intimidatori o app di localizzazione, generando stati di ansia e paura.
- Flaming: inviare messaggi offensivi e violenti su piattaforme pubbliche come forum, giochi online o commenti social è una pratica frequente e dannosa per la vittima.
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Educazione ai Social Media – Dai Boomer alla generazione Alfa
Ricordate quando i nostri genitori ci dicevano di non parlare con gli sconosciuti? Il concetto non è cambiato, si è “trasferito” anche in rete. Gli “sconosciuti” possono avere le facce più amichevoli del mondo, nascondendosi dietro uno schermo. Ecco perché dobbiamo imparare a navigare queste acque digitali con la stessa attenzione che usiamo per attraversare la strada. Ho avuto l’idea di scrivere questo libro molto tempo fa, per offrire una guida pratica a genitori che si trovano, come me, tutti i giorni ad affrontare il problema di dare ai figli alternative valide al magico potere esercitato su di loro – e su tutti noi – dallo smartphone. Essere genitori, oggi, e per gli anni a venire sempre di più, vuol dire anche questo: scontrarsi con le tematiche proprie dei nativi digitali, diventare un po’ esperti di informatica e di sicurezza, di internet e di tecnologia e provare a trasformarci da quei boomer che saremmo per diritto di nascita, a hacker in erba. Si tratta di una nuova competenza educativa da acquisire: quanto è sicuro il web, quali sono i rischi legati alla navigazione, le tematiche della privacy, che cosa si può postare e che cosa no, e poi ancora il cyberbullismo, il revenge porn, e così via in un universo parallelo in cui la nostra prole galleggia tra like, condivisioni e hashtag. Luisa Di GiacomoAvvocato, Data Protection Officer e consulente Data Protection e AI in numerose società nel nord Italia. Portavoce nazionale del Centro Nazionale Anti Cyberbullismo. È nel pool di consulenti esperti di Cyber Law istituito presso l’European Data Protection Board e ha conseguito il Master “Artificial Intelligence, implications for business strategy” presso il MIT. Autrice e docente di corsi di formazione, è presidente e co-founder di CyberAcademy.
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2. La gravità del fenomeno
Il cyberbullismo ha effetti profondi, spesso duraturi, sulla salute psicologica e sociale delle vittime. L’ISTAT, in un’indagine del 2023, ha riportato che circa il 22% degli adolescenti italiani (12-18 anni) ha subito almeno un episodio di cyberbullismo, mentre il 15% ha dichiarato di essere vittima di atti ripetuti. Oltre a causare stress, isolamento e insicurezza, il cyberbullismo può aumentare il rischio di ansia, depressione e autolesionismo, con gravi conseguenze sul benessere psicosociale.
Anche i giovani che perpetuano il cyberbullismo non ne escono immuni: gli autori tendono a reiterare comportamenti aggressivi, costruendo un modello di relazione basato sulla prevaricazione. Nonostante i rischi legali e disciplinari, per alcuni giovani il cyberbullismo diventa un mezzo per ottenere accettazione o popolarità online.
3. La Legge 71/2017 e le modifiche del 2024: un approccio più preventivo
In questo contesto, la legge 71/2017, come modificata nel maggio del 2024, rappresenta uno strumento legislativo fondamentale, che affianca alla repressione una nuova attenzione alla prevenzione e alla sensibilizzazione. L’articolo 1, comma 1, del testo modificato, ne chiarisce gli obiettivi:
“La presente legge è volta a prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo.”
Questa nuova formulazione include una serie di misure innovative:
- Responsabilità delle piattaforme digitali: la legge impone alle piattaforme l’obbligo di rimuovere contenuti lesivi entro 48 ore dalla segnalazione, pena sanzioni pecuniarie. Grazie a una maggiore responsabilità, si garantisce una reazione tempestiva agli episodi di cyberbullismo.
- Ammonimento per i maggiorenni: anche i maggiorenni possono ora ricevere un ammonimento ufficiale dal Questore, che si configura come un forte segnale di dissuasione e sensibilizzazione.
- Tavoli tecnici di monitoraggio: ogni istituto scolastico è tenuto a istituire un tavolo di monitoraggio, composto da rappresentanti degli studenti, insegnanti, famiglie ed esperti, per controllare l’attuazione delle nuove misure e favorire una cultura di rispetto e inclusione.
- Giornata del rispetto: istituita per il 20 gennaio, in onore di Willy Monteiro Duarte, vittima di bullismo, questa giornata è dedicata alla sensibilizzazione contro ogni forma di violenza e discriminazione, con un programma di attività nelle scuole per educare alla non violenza.
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4. Strumenti di prevenzione e reazione
Combattere il cyberbullismo richiede un approccio che integri normative, educazione e tecnologia. Di seguito alcune delle misure principali attualmente in uso.
1. Educazione digitale nelle scuole
Le scuole sono il primo luogo in cui si può agire in ottica preventiva. Dal 2024, oltre il 75% degli istituti italiani ha avviato programmi di educazione digitale per sensibilizzare gli studenti sull’etica del comportamento online, sul riconoscimento delle fake news e sull’uso sicuro dei social media. Un esempio è il “Patentino del Digitale”, un’iniziativa sperimentale in diverse regioni che insegna il rispetto digitale e le regole di convivenza civile nel mondo virtuale.
2. Dialogo in famiglia e coinvolgimento dei genitori
Il supporto della famiglia è fondamentale per prevenire episodi di cyberbullismo e rilevare segnali di disagio. Gli studi dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza (2023) mostrano che il 68% dei giovani, vittime di cyberbullismo, non parla degli episodi subiti ai genitori, un dato che sottolinea la necessità di un dialogo aperto. App di monitoraggio e campagne di sensibilizzazione supportano i genitori nell’aiutare i figli a vivere il web in sicurezza.
3. Supporto psicologico nelle scuole
Per arginare gli effetti psicologici del cyberbullismo, sempre più scuole hanno istituito sportelli di ascolto psicologico. Dal 2023, inoltre, è attivo un numero verde nazionale accessibile 24/7, che offre supporto diretto e consulenza alle vittime. Attraverso accordi con gli Uffici Scolastici Regionali, è possibile per le scuole richiedere servizi di coordinamento psicologico e pedagogico senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica, facilitando l’accesso a queste risorse fondamentali.
4. Collaborazione con le piattaforme digitali
Grazie alle recenti modifiche legislative, le piattaforme digitali devono garantire una reazione rapida ed efficace. Social come Facebook, Instagram e TikTok hanno semplificato le funzionalità di segnalazione dei contenuti lesivi e utilizzano l’intelligenza artificiale per monitorare gli episodi di cyberbullismo. La collaborazione tra enti pubblici e piattaforme è una priorità per un’azione più trasparente e tempestiva.
5. Campagne di sensibilizzazione pubblica
La prevenzione è favorita anche dalle campagne informative, come “#NonSeiSolo”, promossa dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con ONG, che utilizza i social media per raggiungere i giovani, sensibilizzandoli al rispetto reciproco e informandoli sugli strumenti per difendersi dalle aggressioni online.
5. Conclusione
Il cyberbullismo è un fenomeno che richiede un approccio integrato: la normativa, anche con le recenti modifiche, è un pilastro importante, ma non può essere considerata l’unico strumento di lotta. Educazione, tecnologia e dialogo sono altrettanto fondamentali per garantire un ambiente digitale sano e sicuro. Solo attraverso l’impegno congiunto di scuole, famiglie, piattaforme e istituzioni possiamo sperare di creare un futuro in cui il rispetto e la tutela dei minori siano garantiti, anche nel mondo digitale.
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