Quando il reato di deposito incontrollato di rifiuti è permanente e quando è istantaneo? Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri
Indice
1. La questione: mancata dichiarazione di estinzione del reato di deposito incontrollato di rifiuti per prescrizione
La Corte di Appello di Catanzaro rigettava un’impugnazione proposta nei confronti di una sentenza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari con la quale, a seguito di giudizio abbreviato, l’imputato, quale responsabile di un Ufficio tecnico ambientale, era stato condannato alla pena di 3.000,00 euro di ammenda per il reato di cui all’art. 256, comma 1, lett. a), d.lgs. 152/2006.
Ciò posto, avverso questa decisione il difensore ricorreva per Cassazione, deducendo violazione di disposizioni di legge penale e vizio della motivazione, con riferimento alla mancata dichiarazione di estinzione del reato ascrittogli per prescrizione. Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri
Codice penale e di procedura penale e norme complementari
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2. La soluzione adottata dalla Cassazione
Il Supremo Consesso, nel reputare il ricorso suesposto fondato, osservava in via preliminare che il reato di deposito incontrollato di rifiuti ha natura permanente se l’attività illecita è prodromica al successivo recupero o smaltimento, delle cose abbandonate, e, quindi, la condotta cessa soltanto con il compimento delle fasi ulteriori rispetto a quella del rilascio, oppure, invece, ha natura istantanea con effetti eventualmente permanenti, se l’attività illecita si connota per una volontà esclusivamente dismissiva dei rifiuti, che, per la sua episodicità, esaurisce gli effetti della condotta fin dal momento dell’abbandono e non presuppone una successiva attività gestoria volta al recupero o allo smaltimento (Sez. 3, n. 30910 del 10/06/2014, che, in motivazione, ha precisato che, ai fini dell’accertamento della natura giuridica della condotta e, conseguentemente, del dies a quo per il decorso del termine di prescrizione, costituiscono significativi indici rivelatori della permanenza la sistematica pluralità di azioni di identico o analogo contenuto ovvero la pertinenza del rifiuto al circuito produttivo dell’agente; v. anche, nel medesimo senso, Sez. 3, n. 7386 del 19/11/2014; Sez. 3, n. 6999 del 22/11/2017; Sez. 3, n. 8088 del 13/01/2022).
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3. Conclusioni
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando il reato di deposito incontrollato di rifiuti è permanente e quando è istantaneo.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che il reato di deposito incontrollato di rifiuti è permanente se l’attività illecita è preparatoria al recupero o smaltimento dei rifiuti e cessa solo con il completamento di tali fasi mentre è istantaneo con effetti eventualmente permanenti se è motivato esclusivamente dal desiderio di abbandonare i rifiuti, esaurendo gli effetti al momento dell’abbandono senza ulteriori attività di gestione.
Tale provvedimento, quindi, deve essere preso nella dovuta considerazione al fine di comprendere se tale illecito penale possa considerarsi permanente ovvero istantaneo.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.
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