Si tratta di un Regolamento, che pertanto avrà carattere self executive, non necessitando di recepimento dagli Stati membri, ma presentandosi come direttamente e immediatamente applicabile.
I punti cardine del Regolamento sono in sintesi i seguenti:
- Maggiori controlli e tracciabilità sugli operatori nei mercati online per garantire la sicurezza dei prodotti e dei servizi; nell’ambito di questi controlli verranno eseguite verifiche a campione e in modalità casuale per verificare la presenza di contenuti illegali;
- Maggiore trasparenza e responsabilità delle piattaforme, che non potranno più farsi scudo di algoritmi misteriosi, ma al contrario dovranno effettuare disclosure per quanto riguarda la moderazione dei contenuti e le modalità di proposizione di contenuti mirati (algoritmi di profilazione degli utenti), nonché maggiore possibilità per gli utenti di contestare le decisioni delle piattaforme, che non saranno più insindacabili;
- Divieto di pratiche ingannevoli e di alcuni tipi di pubblicità mirata, come quella rivolta ai minori e quella basata su dati appartenenti a categorie particolari e divieto dell’utilizzo di dark pattern, ovvero pratiche manipolatorie per orientare le scelte degli utenti senza trasparenza.
- Prevenzione di rischi sistemici, quali la diffusione di contenuti illegali, e obbligo di sottoporsi ad audit indipendenti.
In sostanza e alla buon’ora, ciò che è illecito ed illegale nel mondo reale lo diventerà anche nel mondo online, con buona pace di chi ritiene che quello che succede sul web rimanga sul web e non esista o non abbia conseguenze nella vita vera. Il regolamento, si auspica, dovrebbe contribuire a rendere internet un posto non solo migliore, ma anche più sicuro per i propri utenti, specie se minori di età, con maggiore facilità di individuazione e denuncia di reati o comportamenti illeciti.
Inoltre, il Regolamento introduce un serie di innovazioni che riguardano le autorità amministrative, e per quanto riguarda il nostro Paese è presumibile che il controllo e la vigilanza sugli obblighi delle piattaforme venga affidato ad Agcom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni, autority indipendente, a cui è affidato il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali degli utenti.
L’approvazione del Digital Services Act è un passo fondamentale per il percorso di responsabilizzazione intrapreso dalle Istituzioni europee nell’ambito dei servizi digitali e costituisce una garanzia per tutti gli utenti, non perché porti ad un controllo preventivo sui contenuti, che sarebbe intollerabile in una società veramente democratica e dove vige il diritto alla libertà di parola, di espressione e di ideologia, ma perché introduce il concetto di moderazione.
Inserendo regole e leggi, che valgono tanto per il mondo reale quanto per quello virtuale dove sempre più spesso si svolge la nostra quotidianità, sarà più facile tenere sotto controllo fenomeni odiosi quali il cyber bullismo, l’incitamento all’odio, il revenge porn ed altri utilizzi della rete abusanti, nocivi quando non proprio illegali.
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Damiano Marinelli, Chiara Gambelunghe, Daniele Giancola, Michele Spigarelli | 2021 Maggioli Editore
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