Il 16 ottobre 2024 è entrato in vigore in Italia il d.lgs. 138/2024, che recepisce la Direttiva UE 2022/2555 (NIS 2), ridefinendo le regole per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in un panorama cyber in costante aggiornamento (e di conseguenza potenzialmente sempre più a rischio). Questa normativa è una risposta alla crescente complessità delle minacce informatiche, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza e la sicurezza dei servizi essenziali e digitali in tutta l’Unione Europea.
Indice
- 1. Che cos’è la Direttiva NIS 2 e come è stata recepita in Italia
- 3. Chi sono i soggetti obbligati: un’analisi approfondita
- 4. Roadmap per l’adeguamento: cosa fare nella pratica
- 5. Conclusioni
- 6. Il costo dell’inazione
- 7. Una nuova mentalità di sicurezza
- 8. Uno scenario in evoluzione
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1. Che cos’è la Direttiva NIS 2 e come è stata recepita in Italia
La Direttiva NIS 2 (Network and Information Security Directive 2) aggiorna e sostituisce la precedente Direttiva NIS del 2016, ampliando il suo ambito applicativo e rafforzando gli obblighi di sicurezza per le infrastrutture critiche. Gli obiettivi principali includono:
– L’estensione della lista dei soggetti obbligati a includere nuovi settori critici.
– L’introduzione di requisiti più stringenti in materia di gestione dei rischi e di segnalazione degli incidenti.
– La creazione di un quadro normativo più armonizzato tra gli Stati membri.
In Italia, il d.lgs. 138/2024 ha recepito la direttiva introducendo obblighi specifici per una vasta gamma di operatori e definendo un nuovo sistema di governance che coinvolge il CSIRT (Computer Security Incident Response Team) nazionale, l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) e altre autorità competenti.
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Il decreto prevede una serie di obblighi per i soggetti interessati:
– Adozione di misure di sicurezza proporzionate al rischio, che includano valutazioni periodiche, mitigazione delle vulnerabilità e risposta agli incidenti.
– Notifica obbligatoria degli incidenti significativi entro 24 ore dalla rilevazione iniziale e un report dettagliato entro 72 ore.
– Verifiche di conformità da parte dell’ACN, che potrà effettuare ispezioni e richiedere documentazione.
– Sanzioni amministrative che possono raggiungere il 2% del fatturato globale per le violazioni più gravi.
Per l’adeguamento, il decreto stabilisce le seguenti tempistiche:
– 6 mesi dalla data di entrata in vigore per identificare i soggetti obbligati e notificare all’ACN le entità essenziali.
– 12 mesi per implementare le misure organizzative e tecniche minime previste.
– 24 mesi per la piena conformità, incluse le attività di audit e formazione del personale.
3. Chi sono i soggetti obbligati: un’analisi approfondita
Il d.lgs. 138/2024 individua due principali categorie di soggetti:
a. Entità essenziali
Sono organizzazioni che operano in settori critici per la società e l’economia, come:
–Energia: fornitori di elettricità, gas, e petrolio.
–Trasporti: gestione di infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, portuali e operatori logistici.
–Sanità: ospedali, laboratori medici e fornitori di prodotti farmaceutici.
–Servizi finanziari: banche, infrastrutture di mercato e assicurazioni.
–Infrastrutture digitali: cloud computing, DNS e data center.
b. Entità importanti
Questa categoria include realtà che, pur non essendo essenziali, possono avere un impatto significativo in caso di disservizi, come:
–Fornitori di servizi digitali: piattaforme di e-commerce, motori di ricerca, marketplace.
–Settori manifatturieri ad alta intensità tecnologica: produzione di semiconduttori, sistemi aerospaziali.
–Fornitori di infrastrutture critiche: gestione di reti idriche o sistemi di telecomunicazione.
L’elenco è ampliato rispetto alla precedente Direttiva NIS, includendo nuovi settori come i rifiuti, la pubblica amministrazione e i fornitori di servizi postali.
4. Roadmap per l’adeguamento: cosa fare nella pratica
Per conformarsi al d.lgs. 138/2024, le organizzazioni devono seguire una strategia strutturata. Ecco una possibile roadmap:
1. Identificazione delle responsabilità
-Nominare un Responsabile per la Sicurezza delle Informazioni (CISO) o una figura equivalente.
-Creare un team interno dedicato alla cybersecurity, coinvolgendo tutti i livelli aziendali.
2. Mappatura dei rischi
-Eseguire un’analisi dei rischi completa, identificando le vulnerabilità più critiche.
-Classificare i dati e i sistemi secondo la loro importanza strategica.
3. Implementazione delle misure di sicurezza
-Adottare misure tecniche come:
-Sistemi di rilevazione delle intrusioni (IDS/IPS).
-Criptografia avanzata per la protezione dei dati.
-Sistemi di backup e disaster recovery.
-Rafforzare le misure organizzative:
-Creazione di policy interne per la gestione della sicurezza.
-Redazione di un piano di risposta agli incidenti (IRP).
4. Formazione e sensibilizzazione
-Organizzare sessioni di formazione per tutti i dipendenti, con focus su phishing, malware e comportamenti sicuri online.
-Eseguire simulazioni di attacchi (es. penetration test).
5. Gestione degli incidenti
-Predisporre procedure per la notifica degli incidenti, con canali diretti verso l’ACN e il CSIRT.
-Stabilire un sistema di monitoraggio continuo per rilevare e rispondere tempestivamente alle minacce.
6. Audit e verifiche
-Condurre audit periodici per verificare la conformità alle normative.
-Aggiornare le misure di sicurezza in base all’evoluzione delle minacce.
5. Conclusioni
Il recepimento della Direttiva NIS 2 con il d.lgs. 138/2024 non è soltanto un obbligo legale, ma un punto di svolta per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in Italia. La normativa pone al centro una visione più strutturata e armonizzata della cybersecurity, che tiene conto dell’interdipendenza crescente tra i settori critici e delle nuove minacce legate a tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things (IoT) e il cloud computing.
Per le organizzazioni coinvolte, questa è l’occasione per abbandonare un approccio reattivo e sporadico alla gestione dei rischi informatici, adottando invece una strategia proattiva e integrata. Infatti, gli obblighi introdotti non si limitano alla protezione delle infrastrutture digitali, ma puntano a creare una cultura aziendale incentrata sulla sicurezza. Questo significa investire in formazione, tecnologie avanzate e collaborazioni con enti esterni come il CSIRT nazionale o altri attori del panorama europeo.
6. Il costo dell’inazione
Non conformarsi alle nuove disposizioni non comporta solo il rischio di sanzioni economiche significative, ma espone le organizzazioni a conseguenze ben più gravi. Un attacco informatico non rilevato o mal gestito può causare:
–Interruzione dei servizi essenziali, con danni incalcolabili per la collettività e per i settori economici dipendenti.
–Perdita di fiducia da parte degli utenti e dei partner commerciali, danneggiando irreparabilmente la reputazione aziendale.
–Costi esponenziali di remediation, che spesso superano di gran lunga l’investimento necessario per adeguarsi alle normative.
7. Una nuova mentalità di sicurezza
La NIS 2 e il d.lgs. 138/2024 spingono verso un cambiamento culturale: le organizzazioni devono considerare la sicurezza informatica non come un costo, ma come un elemento strategico. Questa prospettiva è particolarmente importante in un’epoca in cui la digitalizzazione accelera a ritmi senza precedenti e le interruzioni dei servizi, anche di breve durata, possono avere ripercussioni globali.
Per molte aziende, il decreto può rappresentare un’opportunità per fare un salto di qualità:
-Potenziando i sistemi di governance interna.
-Migliorando l’efficienza operativa attraverso l’adozione di strumenti tecnologici avanzati.
-Rafforzando la fiducia di clienti e investitori, sempre più attenti alla sicurezza dei dati.
8. Uno scenario in evoluzione
È importante sottolineare che la compliance non è un traguardo statico, ma un processo dinamico. Le minacce informatiche evolvono continuamente e richiedono un aggiornamento costante delle misure di protezione. Le organizzazioni devono quindi monitorare l’evoluzione del panorama normativo e tecnologico, adeguando le loro strategie in modo continuo.
Infine, il recepimento della NIS 2 in Italia è anche un tassello fondamentale per rafforzare il coordinamento tra i Paesi membri dell’UE, creando un ecosistema digitale più sicuro e resiliente. Le aziende italiane non agiscono più in un contesto isolato, ma fanno parte di una rete interconnessa che richiede collaborazione e scambio di informazioni per affrontare le sfide comuni.
In sintesi, il d.lgs. 138/2024 non è solo una normativa, ma una chiamata all’azione per le aziende italiane: un’opportunità per innovare, proteggere e costruire un futuro digitale più sicuro. Sfruttarla significa non solo rispettare la legge, ma garantire una maggiore competitività in un mercato sempre più esigente e interconnesso.
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