Elezione di domicilio presso difensore d’ufficio: presupposto per dichiarazione di assenza?

Allegati

Ai fini della dichiarazione di assenza può considerarsi presupposto idoneo l’elezione di domicilio presso il difensore d’ufficio? Per approfondire l’argomento consigliamo il volume La Riforma Cartabia della giustizia penale

Corte di Cassazione -sez. V pen.- sentenza n. 22984 del 16-02-2024

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Indice

1. La questione: la conoscenza del processo può farsi risalire dall’elezione di domicilio?


La Corte di Appello de l’Aquila rigettava una richiesta proposta, a norma art. 629, c.p.p., di rescissione del giudicato formatosi in relazione ad una sentenza dal Tribunale di Roma, che aveva condannato l’istante alla pena ritenuta di giustizia, in relazione al reato ex artt. 624, 625, co. 1, n. 2), c.p..
Ciò posto, avverso questo provvedimento il difensore ricorreva per Cassazione, deducendo violazione di legge processuale e vizio di motivazione, nella parte in cui la Corte territoriale assumeva la conoscenza del processo in capo alla prevenuta dalla notifica del verbale di sequestro, desumendone l’assenza volontaria al processo. Per approfondire l’argomento consigliamo il volume La Riforma Cartabia della giustizia penale

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Al volume è associata un’area online in cui verranno caricati i contenuti aggiuntivi legati alle eventuali novità e modifiche che interesseranno la riforma con l’entrata in vigore.Aggiornato ai decreti attuativi della Riforma Cartabia, pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre 2022, la presente opera procede ad una disamina della novella, articolo per articolo.Il Legislatore delegato è intervenuto in modo organico sulla disciplina processualpenalistica e quella penalistica, apportando considerevoli modificazioni nell’ottica di garantire un processo penale più efficace ed efficiente, anche attraverso meccanismi deflattivi e la digitalizzazione del sistema, oltre che ad essere rivolte al potenziamento delle garanzie difensive e della tutela della vittima del reato.La riforma prevede poi l’introduzione della giustizia riparativa, istituto in larga parte del tutto innovativo rispetto a quanto previsto in precedenza dall’ordinamento.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB). Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica http://diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


Gli Ermellini ritenevano il ricorso suesposto fondato.
In particolare, tra le argomentazioni che inducevano la Corte di legittimità ad addivenire a siffatto esito decisorio, vi era quell’orientamento nomofilattico secondo il quale, ai fini della dichiarazione di assenza, non può considerarsi presupposto idoneo la sola elezione di domicilio presso il difensore d’ufficio, da parte dell’indagato, dovendo il giudice, in ogni caso, verificare, anche in presenza di altri elementi, che vi sia stata l’effettiva instaurazione di un rapporto professionale tra il legale domiciliatario e l’indagato, tale da fargli ritenere con certezza che quest’ultimo abbia avuto conoscenza del procedimento ovvero si sia sottratto volontariamente alla stessa (principio affermato in relazione a fattispecie precedente all’introduzione dell’art. 162, comma 4-bis, cod. proc. pen. ad opera della legge 23 giugno 2017, n. 10: cfr. Sez. U, n. 23948 del 28/11/2019).

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3. Conclusione


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito se, ai fini della dichiarazione di assenza, può considerarsi presupposto idoneo l’elezione di domicilio presso il difensore d’ufficio.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che, per dichiarare l’assenza, non basta che l’indagato elegga domicilio presso il difensore d’ufficio, dovendo il giudice verificare che, tra il legale domiciliatario e l’indagato, vi sia un rapporto professionale effettivo, che dimostri con certezza che l’indagato sia a conoscenza del procedimento o che si sia sottratto volontariamente alla stessa.
Ove dunque il giudice consideri unicamente siffatta elezione di domicilio, ben si potrà contestare questa decisione, come avvenuto nel caso di specie, ricorrendo per Cassazione.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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