Esame orale avvocato 2019: le domande di procedura civile sulle impugnazioni

Redazione 15/11/19
Di seguito alcune delle domande più probabili all’esame orale avvocato 2019 in procedura civile sulle impugnazioni.

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Le risposte sono tratte dal “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Questo testo è stato selezionato dalla Redazione di Diritto.it quale uno dei migliori strumenti per la preparazione dell’orale di avvocato.

Quale giudice decide sull’impugnazione?

Si distingue tra:

a)  mezzi di impugnazione in cui il giudice è lo stesso che ha pronunciato il provvedimento impugnato (revocazione, opposizione di terzo);

b)  mezzi di impugnazione in cui il giudice è diverso da quello che ha pronunciato la sentenza impugnata (appello, ricorso per cassazione).

 In che cosa consiste la regola dell’assorbimento dei vizi di nullità?

Regola dell’assorbimento dei vizi di nullità nei motivi di gravame consiste nel ricondurre ogni possibilità di far valere i vizi di nullità che inficiano la sentenza alle modalità dell’appello o del ricorso per cassazione. Quindi se il vizio non è fatto valere nei termini e con le modalità dell’impugnazione, l’esaurimento della possibilità di impugnazione stessa determina la sanatoria del vizio in quanto dà luogo alla incontrovertibilità propria della cosa giudicata.

Per avere la risposta completa consulta le pagine 206 s. del “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Ti aiuterà a trovare le risposte a tutte le altre domande dell’esame orale avvocato 2019.

Come è disciplinato il dies a quo dei termini per proporre le impugnazioni e che differenza c’è tra termine breve e termine lungo?

I termini per proporre le impugnazioni sono perentori e la loro decorrenza, senza che l’impugnazione venga proposta, dà luogo alla decadenza dall’impugnazione stessa ed al passaggio in giudicato della sentenza. Il legale dovrà prestare particolare attenzione al punto, poiché tali termini, che sono di trenta giorni per l’appello, la revocazione e opposizione di terzo (art. 325, comma 1 c.p.c.) e sessanta giorni per il ricorso per cassazione (art. 325, comma 2 c.p.c.), decorrono dalla notifica della sentenza (mentre per il regolamento di competenza decorrono dalla comunicazione), effettuata a istanza di parte a mani (ormai nella grande maggioranza dei casi via posta elettronica certificata) del procuratore di controparte. La notifica effettuata direttamente alla parte, salvi i casi in cui questa sia stata presente personalmente in giudizio, pur se valida per l’esecuzione, non fa decorrere il cosiddetto termine breve.

Nelle impugnazioni straordinarie, invece, il termine o manca del tutto (come nel caso dell’opposizione di terzo semplice) o decorre dal momento in cui si sia verificato un determinato evento (art. 326 c.p.c.).

In caso di mancata notificazione il termine cosiddetto lungo per l’impugnazione sarà di sei mesi (un anno per i giudizi instaurati prima del 4 luglio 2009), oltre al periodo di sospensione feriale) che decorre dalla pubblicazione (art. 327, comma 1 c.p.c.). Questa disposizione non si applica nei confronti della parte contumace che dimostra di non avere potuto conoscere il processo per nullità della citazione o notificazione. Se però dopo sei mesi dalla pubblicazione della sentenza si verifica uno degli eventi di cui all’art. 299, il termine lungo è prorogato per tutte le parti di sei mesi dal giorno dell’evento.

Per avere la risposta completa consulta le pagine 207 ss. del “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Ti aiuterà a trovare le risposte a tutte le altre domande dell’esame orale avvocato 2019.

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Quali sono le condizioni per impugnare?

Le condizioni delle impugnazioni contro le sentenze sono:

  1. a) l’interesse a impugnare, che consiste nell’interesse ad ottenere modifica o la sostituzione ed eliminazione di un provvedimento, e che si manifesta solitamente nella soccombenza formale (anche parziale), cioè nella divergenza tra il chiesto e il pronunciato. Si parla di soccombenza pratica, cioè l’essere rimasto totalmente o parzialmente soccombente rispetto alla domanda. In casi eccezionali e cioè nelle impugnazioni immediate avverso sentenze non definitive su questioni e nel regolamento necessario di com petenza rileva tuttavia anche la soccombenza teorica, cioè l’essere rimasto soccombente rispetto ad una questione preliminare o pregiudiziale;
  2. b)  la legittimazione ad impugnare, che presuppone la qualità di parte nella fase pregressa quindi essere stati parti nel giudizio (anche contumaci) conclusosi con la sentenza impugnata; eccezionali infatti sono le ipotesi in cui legittimato ad impugnare è un terzo o il Pubblico Ministero che non abbia partecipato al giudizio;
  3. c)  la possibilità giuridica di impugnare, ossia l’obiettiva impugnabilità del provvedimento prevista dalla legge, che di regola va riferita alla forma del provvedimento o a quella che esso avrebbe dovuto assumere e che non ha assunto per errore nell’impiego delle forme (ad esempio un provvedimento ordinatorio con la forma della sentenza).

Per avere la risposta completa consulta le pagine 204 ss. del “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Ti aiuterà a trovare le risposte a tutte le altre domande dell’esame orale avvocato 2019.

Quando il giudice dell’appello deve rimettere la causa al giudice di primo grado?

La sentenza del giudizio d’appello è di secondo grado, anche se pronuncia la nullità del giudizio di primo grado, salvi casi eccezionali nei quali il giudice di appello deve rimettere la causa giudice di primo grado, elencati nell’articolo 354 e cioè: inesistenza del giudizio di primo grado; nullità della notificazione dell’atto introduttivo del giudizio di primo grado; mancata integrazione del contraddittorio; mancata estromissione oltre all’ipotesi dell’articolo 353, comma 1, cioè la sussistenza della giurisdizione negata dal primo giudice.

Per approfondire consulta pagina 212 del “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Ti aiuterà a trovare le risposte a tutte le altre domande dell’esame orale avvocato 2019.

Quali sono i motivi di ricorso per la cassazione della sentenza?

L’art. 360, comma 1 indica impugnabili con ricorso per Cassazione.

Le sentenze pronunziate in grado d’appello o in unico grado possono essere impugnate con ricorso per cassazione:

1)  per motivi attinenti alla giurisdizione;

2)  per violazione delle norme sulla competenza, quando non è prescritto il regolamento di competenza;

3)  per violazione o falsa applicazione di norme di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro;

4)  per nullità della sentenza o del procedimento;

5)  per omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti.

Può inoltre essere impugnata con ricorso per cassazione una sentenza appellabile del Tribunale, se le parti sono d’accordo per omettere l’appello; ma in tal caso l’impugnazione può proporsi soltanto a norma del primo comma, n. 3

Per avere la risposta completa consulta le pagine 214 ss. del “Compendio di procedura civile” a cura di Marco Zincani, scritto da Luca Tantalo. Ti aiuterà a trovare le risposte a tutte le altre domande dell’esame orale avvocato 2019.

 

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