Il carattere edificatorio del terreno espropriato ai fini di pubblica utilità può essere desunto, oltre che dalla destinazione risultante dagli strumenti urbanistici adottati od in via di adozione, da altri elementi certi ed obiettivi che attestino una concreta attitudine all’edificazione, come ubicazione, accessibilità, sviluppo edilizio nella zona circonvicina, esistenza di servizi pubblici essenziali.
Accertata la natura del suolo, al fine di individuarne il valore venale, la stima con metodo analitico costituisce criterio sussidiario, da utilizzare quando non sia possibile il ricorso al metodo sintetico-comparativo con riferimento ai prezzi di mercato di aree omogenee.
La valutazione di un suolo edificatorio, ai fini della quantificazione dell’indennità di espropriazione (ma esprimendo un criterio adottabile anche ai fini della determinazione del risarcimento del danno), deve tenere comunque conto della concreta potenzialità edificatoria del suolo medesimo, adottando l’indice di densità territoriale, e non l’indice di densità fondiaria, che esprime solo il valore massimo consentito su una determinata area, in rapporto alla superficie effettivamente suscettibile di edificazione.
Solo per il tramite dell’indice di densità territoriale, infatti, possono essere scontati gli spazi assegnabili a standard con le decurtazioni da essi imposte, e quindi riservati ad infrastrutture e a servizi a carattere generale e, al contempo, possono essere considerate le spese di urbanizzazione relative alle opere che, poste in essere dall’amministrazione, assicurano l’immediata utilizzazione edificatoria dell’area.
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