Cosa deve verificare il giudice penale prima di disporre l’espulsione dello straniero dal territorio dello Stato? Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione.
Indice
- 1. La questione: mancanza, contraddittorietà ed illogicità della motivazione ai sensi dell’art. 606, comma 1 lett. e), cod. proc. pen.
- 2. La soluzione adottata dalla Cassazione
- 3. Conclusioni: il giudice penale deve bilanciare l’espulsione dello straniero con il suo diritto alla vita privata e familiare, considerando anche la sicurezza sociale e la capacità a delinquere, anche se i familiari non sono cittadini italiani
1. La questione: mancanza, contraddittorietà ed illogicità della motivazione ai sensi dell’art. 606, comma 1 lett. e), cod. proc. pen.
Il Tribunale di sorveglianza di Ancona – investito da una opposizione formulata ai sensi dell’art. 16, comma 6, d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286 – confermava un anteriore decreto del Magistrato di sorveglianza, che aveva ordinato l’espulsione dallo Stato di uno straniero a titolo di sanzione alternativa alla detenzione.
Ciò posto, avverso questa decisione ricorreva per Cassazione il condannato, per il tramite del suo legale, il quale, tra i motivi ivi addotti, deduceva mancanza, contraddittorietà ed illogicità della motivazione ai sensi dell’art. 606, comma 1 lett. e), cod. proc. pen.. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione.
Formulario annotato del processo penale 2025
Il presente formulario è stato concepito per fornire all’avvocato penalista uno strumento di agile consultazione.Attraverso gli schemi degli atti difensivi, sono esaminati i vari istituti processuali alla luce delle novità intervenute nell’ultimo anno, con l’evidenziazione della normativa di riferimento e delle più rilevanti linee interpretative della giurisprudenza di legittimità. La selezione delle formule, accompagnate da suggerimenti per una migliore redazione di un atto, tiene conto degli atti che un avvocato è chiamato a predisporre come difensore dell’imputato, ma anche come difensore delle parti private (parte civile, persona offesa, responsabile civile, civilmente obbligato per la pena pecuniaria). Il volume contiene sia gli atti che vanno proposti in forma scritta, sia quelli che, pur potendo essere proposti oralmente nel corso di un’udienza, sono di più frequente utilizzo.Un approfondimento particolare è dedicato al fascicolo informatico e al processo penale telematico, alla luce del D.M. 27 dicembre 2024, n. 206, che ha introdotto rilevanti novità in materia di tempi e modi del deposito telematico.Completa il volume una sezione online in cui sono disponibili le formule anche in formato editabile e stampabile. Valerio de GioiaConsigliere della Corte di Appello di Roma.Paolo Emilio De SimoneMagistrato presso il Tribunale di Roma.
Valerio de Gioia, Paolo Emilio de Simone | Maggioli Editore 2025
89.30 €
2. La soluzione adottata dalla Cassazione
La Suprema Corte reputava il motivo suesposto infondato.
In particolare, tra le argomentazioni che inducevano i giudici di piazza Cavour ad addivenire a siffatto esito decisorio, era richiamato quell’orientamento nomofilattico secondo cui il giudice penale italiano, nel disporre l’espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, quale che ne sia la base legale, debba sempre verificare che l’allontanamento non comporti una violazione del suo diritto al rispetto della vita privata e familiare, procedendo all’esame comparativo della condizione dell’interessato al riguardo, ove ritualmente prospettata, con gli altri criteri di valutazione indicati dall’art. 133 cod. pen., tra cui la sua capacità a delinquere, in una prospettiva di bilanciamento tra l’interesse generale alla sicurezza sociale e l’interesse del singolo alla protezione della sua sfera domestica, pur nel caso in cui gli altri componenti del nucleo non siano cittadini italiani (Sez. 4, n. 50379 del 25/11/2014, specificamente riferita all’espulsione quale misura di sicurezza; in termini, Sez. 4, n. 52137 del 17/10/2017; Sez. 3, n. 10749 del 07/02/2023).
Difatti, per la Corte di legittimità, il giudice di merito aveva fatto una corretta applicazione di tale principio di diritto (unitamente ad altri richiamati sempre nel provvedimento qui in commento).
Potrebbero interessarti anche:
3. Conclusioni: il giudice penale deve bilanciare l’espulsione dello straniero con il suo diritto alla vita privata e familiare, considerando anche la sicurezza sociale e la capacità a delinquere, anche se i familiari non sono cittadini italiani
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito cosa deve verificare il giudice penale prima di disporre l’espulsione dello straniero dal territorio dello Stato.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che il giudice penale deve verificare che l’espulsione dello straniero non violi il diritto alla vita privata e familiare, bilanciando tale diritto con l’interesse alla sicurezza sociale, considerando anche la capacità a delinquere e la situazione familiare, anche se i familiari non sono cittadini italiani.
Tale provvedimento, quindi, deve essere preso nella dovuta considerazione ogni volta si debba appurare la legittimità di siffatta espulsione.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su tale tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento