Estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni

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Quando è configurabile il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni? Per avere un quadro unitario delle diverse riforme che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale

Corte di Cassazione -sez. II pen.- sentenza n. 27822 del 4-07-2024

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Indice

1. La questione: errata qualificazione giuridica del fatto, estorsione o esercizio arbitrario delle proprie ragioni


Il Tribunale di Lecce, a seguito di un’istanza di riesame dell’indagato e, riqualificata la condotta di tentata estorsione aggravata in concorso in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona, annullava un’ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Brindisi aveva disposto nei confronti del predetto indagato – e dei correi – la misura cautelare della custodia in carcere, disponendone l’immediata rimessione in libertà ove non detenuto per altra causa.
Ciò posto, avverso questa decisione Il Pubblico ministero presso il Tribunale di Brindisi ricorreva per Cassazione e, tra i motivi ivi addotti, costui deduceva l’inosservanza o l’erronea applicazione della legge penale in ordine alla riqualificazione della fattispecie di tentata estorsione aggravata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona. Per avere un quadro unitario delle diverse riforme che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale

FORMATO CARTACEO

Le Riforme della Giustizia penale

In questa stagione breve ma normativamente intensa sono state adottate diverse novità in materia di diritto e procedura penale. Non si è trattato di una riforma organica, come è stata, ad esempio, la riforma Cartabia, ma di un insieme di interventi che hanno interessato vari ambiti della disciplina penalistica, sia sostanziale, che procedurale.Obiettivo del presente volume è pertanto raccogliere e analizzare in un quadro unitario le diverse novità normative, dal decreto c.d. antirave alla legge per il contrasto della violenza sulle donne, passando in rassegna anche le prime valutazioni formulate dalla dottrina al fine di offrire una guida utile ai professionisti che si trovano ad affrontare le diverse problematiche in un quadro profondamente modificato.Completano la trattazione utili tabelle riepilogative per una più rapida consultazione delle novità.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB), giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale. Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica Diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.

Antonio Di Tullio D’Elisiis | Maggioli Editore 2024

2. La soluzione adottata dalla Cassazione


Il Supremo Consesso reputava il motivo suesposto fondato alla stregua di quell’orientamento nomofilattico secondo cui è configurabile il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, quando ad un’iniziale pretesa di adempimento di un credito effettuata con minaccia o violenza nei riguardi del debitore seguano ulteriori violenze e minacce di terzi estranei verso il nucleo familiare del debitore, sicché l’iniziale pretesa arbitraria si trasforma in richiesta estorsiva, sia a causa delle modalità e della diversità dei soggetti autori delle violenze, che per l’estraneità dei soggetti minacciati alla pretesa azionata (ex multis, v. Sez. 2, n. 5092 del 20/12/2017).

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3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito uno specifico caso in cui si deve ritenere configurabile il delitto di estorsione, anziché quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Si afferma difatti in tale pronuncia, richiamando un precedente conforme, che si configura il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, quando una richiesta iniziale di adempimento di un credito con minaccia o violenza verso il debitore evolve in ulteriori violenze e minacce da parte di terzi estranei contro la famiglia del debitore, in guisa tale che questa trasformazione avviene a causa delle modalità e della diversità degli autori delle violenze, nonché dell’estraneità dei soggetti minacciati rispetto alla pretesa iniziale.
Ove quindi si verifichi una situazione di questo genere, tale provvedimento deve essere preso nella dovuta considerazione al fine di verificare se il fatto sia stato correttamente qualificato da un punto di vista giuridico.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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