In vista dell’imminente scadenza del 30 settembre entro cui i municipi saranno chiamati ad approvare i bilanci in un quadro di finanza locale quantomeno torbido
tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
“La convocazione di un incontro in tempi strettissimi per avviare un confronto negoziale che consenta di ridefinire con chiarezza i rapporti tra Stato e comuni”. Questa la richiesta contenuta nella lettera che il presidente dell’Anci, Piero Fassino ha inviato al presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta e ai Ministri Saccomanni e Delrio. Dopo aver ricordato che “veniamo da un lungo periodo nel quale i rapporti tra Stato ed enti locali sono stati segnati da una costante riduzione di risorse e di autonomia dei comuni italiani” Fassino evidenzia che “agli amministratori locali non sfugge certo che le ragioni prime di tale dinamica sono la crisi economica, l’alto indebitamento dello Stato, i vincoli di bilancio imposti dai patti europei”.
“Proprio perché consapevoli di tutto ciò – sottolinea Fassino – sindaci e amministratori non si sono sottratti al dovere di concorrere al comune sforzo di risanamento finanziario dello Stato, ottemperando anzi a impegni nettamente superiori al contributo fornito da ogni altro livello istituzionale”.
“Oggi – aggiunge Fassino – siamo giunti ad un punto limite di tale sforzo: continuare a ridurre le risorse a disposizione dei comuni significa compromettere l’erogazione di servizi fondamentali e la capacità stessa delle amministrazioni di ottemperare al vincolo dell’equilibrio di bilancio”.
“Occorre prendere atto – sottolinea – che tutti i cardini su cui si è retto il rapporto Stato/comuni – assetto istituzionale, rapporti finanziari e fiscali, Patto di stabilità – sono ormai consunti e usurati. Aggiungo che non solo i comuni sono stati destinatari di continui tagli, ma anche di continue prescrizioni ordinamentali fondate su un’esasperante formalismo giuridico, senza alcun concreto rispetto delle conoscenze e delle esperienze di chi concretamente amministra ogni giorno un comune”.
“Ho usato espressioni forti – scrive ancora Fassino – chiare e sincere, un vero ‘grido di dolore’ dettato dall’esasperazione di Sindaci che ogni giorno si assumono responsabilità e ci mettono la faccia, senza che lo Stato ne riconosca l’impegno e lo sforzo. E amareggia constatare che da parte di troppe amministrazioni dello Stato vi è un atteggiamento pregiudiziale che guarda ai comuni come soli centri di spesa, quando invece i comuni sono prima di tutto erogatori di servizi e prestazioni indispensabili per persone, famiglie, imprese e per lo sviluppo del Paese”.
“Serve a questo punto una sede di confronto generale che definisca con chiarezza il ruolo dei comuni, gli ambiti della loro autonomia, le risorse di cui potranno disporre. I pur necessari confronti con i singoli ministeri, infatti – rileva Fassino – non appaiono sufficienti a ridefinire il quadro dei rapporti tra comuni e Stato”.
Per queste ragioni l’Anci, chiede una convocazione in tempi strettissimi anche tenendo conto che “la scadenza cogente del 30 settembre, entro cui i consigli comunali devono approvare i bilanci impone di conoscere entro queste settimane gli orientamenti del Governo su cruciali materie di finanza locale”.
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