I reati contro le assicurazioni sono nello stesso tempo causa ed effetto di una delle più gravi emergenze sociali mai conosciute dal nostro paese. Nel completo silenzio dell’opinione pubblica e degli organi di informazione il diffusissimo fenomeno delle frodi assicurative sta lacerando il tessuto socio economico di vaste regioni, generando insanabili conflitti figli di una penetrante povertà, soprattutto, nelle province caldissime di: Messina, Bari, Foggia, Napoli e Caserta. Sostenuti da un debolissimo biasimo sociale i reati ai danni delle compagnie sono ormai utilizzati alla stregua di sussidi statali proprio da quelle fasce di popolazione escluse dai processi economici e dai benefici degli ammortizzatori sociali: donne, giovani inoccupati e disoccupati di lungo corso. Si incomincia a speculare acquistando falsi contrassegni RCA (venduti soprattutto nei rioni popolari tra i €50 e i €250) per risparmiare sulle esorbitanti polizze auto che possono costare all’anno tra €2.000 e €2.500, fino a €3.600 (soprattutto per auto potenti intestate a neopatentati), si prosegue utilizzando attestati di rischio falsi per sanare eventuali scatti peggiorativi (il reato contestato è la ricettazione ex Art. 648 Codice Penale) e si conclude con l’inscenare finti sinistri per intascare facili risarcimenti dalle Compagnie Assicurative (il classico reato di truffa ai sensi dell’Art. 640 CP). L’incidenza dei reati sul totale dei sinistri a Napoli e Caserta ha toccato negli anni la punta del 16% senza mai andare sotto il 12%, a Foggia il 9%, a Bari e Messina il 6% a fronte di una media nazionale del 2,3%, con un Nord del paese che non raggiunge nemmeno l’1% e un Centro di poco superiore all’1%. Purtroppo sono, soprattutto, i giovanissimi e i minorenni a figurare tra i danneggiati e come testimoni di sinistri mai accaduti. La propensione endemica per le truffe, insieme all’altissima sinistrosità, sta contribuendo ad appesantire i premi assicurativi, innescando un circolo vizioso che attira nel vortice sempre più persone “oneste” che non riescono a sostenere i costi proibitivi delle polizze. Nel vortice stanno cadendo anche le stesse Compagnie, soprattutto le Grandi Sorelle, ormai decise a lasciare i mercati più insidiosi con un pesantissimo riflesso occupazionale. Per non compromettersi con questo sistema ci sono cittadini che hanno scelto di non usare più l’auto ma c’è chi è arrivato alla decisione estrema di circolare senza copertura assicurativa. I riflessi economici e sociali di queste decisioni sono devastanti. Un danneggiato non coperto dalla polizza RCA, paradossalmente, riceverà un risarcimento senza aver contribuito economicamente alla sua tutela, cioè senza aver nemmeno assolto al pagamento della relativa tassazione e del contributo del Sistema Sanitario Nazionale. Quando, invece, è il danneggiante ad essere scoperto deve necessariamente intervenire il Fondo Vittime a risarcire i danneggiati con la liquidità raccolta tra tutti i contraenti delle polizze RCA. Un problema che coinvolge tutti perché le truffe di pochi pesano sulle polizze auto di tutti gli italiani proprietari di un veicolo. Si calcola che gli aumenti nel solo 2010 hanno toccato in alcune province aumenti del 30%. Complice anche l’introduzione dell’euro alcune stime parlano di una aumento negli ultimi 15 anni superiore al 150%. Numeri che sicuramente devono essere interpretati ma che tratteggiano chiaramente la situazione. Chi può dare risposta immediate a queste persone, soprattutto, anziani onesti impauriti da questo nuovo corso? Non le Compagnie che trovano più economico liquidare anche i casi dubbi non traendo benefici dal contrasto della criminalità comune a causa degli onerosissimi costi di una giustizia civile lenta che sortisce scarsi risultati. Non la polizia che nonostante lo straordinario impegno può intervenire solo quando il reato è stato consumato. Non la società civile che può sviluppare anticorpi solo nel lungo periodo. Rimane la politica. La politica come “arte capace di governare” i processi, e di contemperare gli interessi di molti avendo prestato attenzione alle istanze di tutti. La politica che sappia riscoprire l’economia civile che proprio nella città partenopea ha conosciuto la sua primavera, suggerendo soluzioni tecniche utili a correggere il fenomeno come: 1) affidare la gestione dei sinistri ad un consorzio di imprese assicurative dotato di poteri speciali; 2) riconoscere i danni non in moneta ma attraverso il risarcimento in forma specifica ex Art. 2058 Cod. Civ. garantendo la riparazione diretta dei danni; 3) affidare le visite medico legali delle lesioni a medici pubblici magari attraverso la strutture dell’esercito; 4) consentire che il reato di truffa sia perseguibile d’ufficio; 5) realizzare, finalmente, la banca dati centrale dei danneggiati e dei testimoni.
Frodi assicurative: emergenza sociale
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