Premessa – Definizione di mediatore didattico e la sua importanza –Tipologie – La tecnica del reticolato – Conclusione
Premessa
Viene definito “mediatore didattico” ogni “dispositivo”, reale o simbolico, catalizzatore del processo educativo, che facilita la relazione tra insegnamento ed apprendimento, potenziando la comunicazione e rendendola più efficiente.
Tra i pedagogisti italiani studiosi della materia, spicca Elio Damiano autore del libro “La mediazione didattica”, in cui da la definizione di mediatore didattico come “ciò che agisce da tramite tra soggetto e oggetto nella produzione di conoscenza , sostituisce la realtà perché possa avvenire la conoscenza, ma non si sostituisce alla realtà esautorandola, pur richiedendo di essere trattato come se fosse la realtà, ma sempre, in quanto mediatore, conservando lucidamente la consapevolezza che la realtà non è esauribile da parte di segni, quali che essi siano.”
TIPOLOGIE DI MEDIATORI DIDATTICI
Analizziamo più in dettaglio.
Elio Damiano individua quattro tipologie di mediatori didattici: attivi, iconici, analogici e simbolici a seconda della tipologia di ricostruzione della realtà che viene operata.
- ATTIVI: ricorrono all’esperienza diretta (es. l’esperimento scientifico);
- ICONICI: utilizzano la rappresentazione dei linguaggi grafico-spaziale: fotografie, carte geografiche, diagrammi e mappe concettuali.
- ANALOGICI: si rifanno alle possibilità di apprendimento tramite il gioco e la simulazione.
- SIMBOLICI: utilizzano codici di rappresentazione convenzionali ed universali (metafore, simboli, allegorie …).
È doveroso evidenziare come la suddetta classificazione di mediatori didattici presenti vantaggi e svantaggi come di seguito indicati.
I MEDIATORI ATTIVI: da un lato facilitano la nascita della motivazione ma dall’altro presentano problematiche di fattibilità di mantenimento dell’autenticità dell’esperienza.
I MEDIATORI ICONICI: favoriscono gli studenti che siano dotati di intelligenza visivo-spaziale ma per lo stesso motivo evidenziano anche un limite a livello formativo.
I MEDIATORI ANALOGICI: consentono di evitare la pericolosità di situazioni reali ma non possono essere applicati a tutti i campi del sapere.
I MEDIATORI SIMBOLICI: al fine di essere efficaci nella comunicazione, questo tipo di mediatore necessita di avere continuamente un feed-back, utilizzare esempi, parafrasi di modo da attrarre l’attenzione di chi ascolta. Il rischio che corre è quello di avere un approccio didattico e di utilizzare un linguaggio di non facile comprensione.
Si evidenzia come la varietà e l’utilizzo integrato dei mediatori è utile per superare l’obsoleto concetto di progettazione che mirava soprattutto ad un insegnamento di tipo trasmissivo, unico ed omogeneo. Permette altresì di avvicinarsi ad ogni studente in modo olistico rispettando i suoi stili cognitivi e di apprendimento. Infatti, più sarà varia ed ampia la gamma dei mediatori, più sarà l’utilizzo incrociato delle differenti tipologie, e maggiori saranno le diversificate operazioni di apprendimento che verranno offerte agli studenti e pertanto, sarà più efficace l’organizzazione cognitiva.
I MEDIATORI DISTANTI DALLA REALTA’
Si sottolinea come i mediatori iconici e simbolici, a differenza di quelli attivi e analogici, siano maggiormente distanti dalla realtà e pertanto non richiedono un dispendio di risorse materiali, quanto piuttosto di risorse di tipo intellettive sia da parte di chi spiega, sia di chi cerca d’imparare. Da ciò si desume che essi presentano il problema della difficoltà di comprensione da parte degli alunni, che potrebbero memorizzare mnemonicamente i vari concetti senza però di fatto assimilarli. È per questo motivo che, di solito, vengono utilizzati in concomitanza con la tecnica della ripetizione e del rinforzo.
LA TECNICA DEL RETICOLATO
Stante le differenze che le tipologie di mediatori presentano, è consigliabile che il docente faccia un uso integrato di tutti i mediatori didattici. Infatti, il percorso didattico deve essere reticolare: dovrebbero essere impiegati tutti i mediatori didattici non in sequenza (dai più distanti ai più vicini alla realtà e viceversa), bensì in modo collegato tra loro, facendo uso di quelli che più si adattano alla situazione. Questa metodologia permetterà un rispetto maggiore degli stili cognitivi di ciascun singolo alunno con conseguente effetto positivo sull’intera classe, ove regnerà un clima non monotono ma più sereno e disteso.
Conclusioni
Alla luce di tutto quanto argomentato, si desume chiaramente che sia opportuno nella didattica per competenze utilizzare differenti mediatori al fine di favorire i diversi stili cognitivi degli studenti; avvalersi della ridondanza: più mediatori per il medesimo argomento di modo da fornire informazioni o punti di vista differenti e la direzione dall’attivo al simbolico per produrre il pensiero a partire dall’azione.
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