Il contributo unificato nel processo penale

 

Abstrat

            L’azione civile nel processo penale ne comporta, alle condizioni stabilite dalla legge, il pagamento del contributo unificato [1] .

           Alla “semplificazione” relativa alla quantificazione dell’importo dovuto legato, a differenza di quanto avviene nel processo civile [2], alla determinazione in sentenza del risarcimento del danno o dell’anticipazione di somma a titolo di provvisionale, fanno da contraltare le difficoltà in relazione alle situazioni,oggettive e soggettive, che si determinano nel  processo penale [= momento della prenotazione a debito , numero di imputati, numero di parti civili,  riferibilità dei capi di imputazione , appello non promosso dalla parte civile e c.d. “principio di immanenza”]

 

Indice

  1. Fonte normativa, presupposti  e momento della riscossione
  2. Azione civile diretta e contributo unificato                                                                
  3. Quantificazione del contributo unificato
  4. Criticità nella determinazione  del  pagamento del contributo unificato                  
  5. Contributo unificato nel processo penale di Appello
  6. Contributo unificato nel processo penale di Cassazione                                 
  7. Contributo unificato nel reato estinto per amnistia o per prescrizione
  8. Recupero nei confronti dell’imputato ammesso al patrocinio a spese dello Stato    
  9. Azione civile c.d. indiretta                                                                                         

 

Fonte normativa,  presupposti e momento della riscossione

La fonte normativa del contributo unificato nel processo penale è individuata nel combinato disposto di cui agli articoli 11 e 12 del Decreto Presidente della Repubblica 30 maggio 2002 n. 115 [ N.B. di seguito Testo Unico spese di giustizia].

Contributo unificato condizionato all’esercizio  dell’azione civile.

Ai sensi dell’articolo 11 Testo Unico spese di giustizia ”…il contributo unificato è prenotato a debito nei confronti della parte obbligata al risarcimento del danno”

Per il successivo articolo 12 “1. L’esercizio dell’azione civile nel processo penale non è soggetto al pagamento del contributo unificato, se è chiesta solo la condanna generica del responsabile.

Se è chiesta, anche in via provvisionale, la condanna al pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno, il contributo è dovuto, in caso di accoglimento della domanda, in base al valore dell’importo liquidato e secondo gli scaglioni di valore di cui all’articolo 13 ”.

Per la relazione illustrativa del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia nel commento ai richiamati articoli “ …  il contributo è dovuto, ma la concreta riscossione si avrà solo se si verificano i presupposti (condanna alle spese della parte diversa da quella ammessa e dall’amministrazione) e a tal fine la voce è prenotata a debito  … l’importo del contributo si calcola in base al valore dell’importo liquidato”.

Nel processo penale il contributo unificato, al determinarsi delle condizioni di legge, è a carico  dell’imputato condannato, congiuntamente alle spese processuali forfettizzate proprie della giurisdizione penale [3].

l’istituto in oggetto non è, quindi, a carico della parte civile e, il momento in cui si determina, se dovuto, e si quantifica nel suo ammontare, non corrisponde alla costituzione della parte civile stessa [ = condizione per l’applicazione dell’istituto] ma con il deposito del provvedimento giurisdizionale che definisce il grado del giudizio [ = momento della determinazione del quantum dovuto e se dovuto].

E’, quindi, dovuto, dall’imputato o dal responsabile civile al risarcimento del danno, solo se il giudice, in sentenza, determina il quantum relativo risarcimento e/o a titolo di provvisionale.

La condanna generica, articolo 539 codice di procedura penale, non ne comporta il pagamento , ex articolo 11, comma 1 testo unico spese di giustizia, anche per l’oggettiva impossibilità di determinarne l’importo in relazione agli scaglioni di cui all’articolo 13 comma 1 Testo unico spese di giustizia.

Non trova, infatti, in materia penale, per espressa disposizione normativa [vedasi successivo paragrafo 2], la regola applicabile al solo processo civile, a che il contributo unificato si paghi anche nel caso di valore indeterminabile [4].

Nel processo penale il contributo unificato si prenota a debito [5] e prescinde dall’ammissione di parte civile al patrocinio a spese dello Stato.

In materia penale, infatti, “ viene in gioco l’iniziativa dello Stato e l’interesse tutelato non è quello privato ma della collettività..” quindi “ ..il contributo unificato , ove dovuto,non viene versato dalla parte civile ma prenotato a debito e recuperato nei confronti del condannato.”

La ministeriale del 19 novembre 2008 [6] evidenzia “ le peculiarità della normativa relativa alla determinazione dell’importo dovuto a titolo di contributo unificato e alla riscossione di tale credito nel processo penale, in base alla specifica disposizione prevista dal combinato disposto di cui agli articoli 11 e 12 del Testo unico delle spese di giustizia.

            Tali disposizioni infatti prevedono, all’articolo 11 del citato testo unico delle spese di giustizia, il diritto della parte civile, la quale dovrebbe essere tenuta all’anticipazione della spesa,a non effettuare alcun pagamento in quanto l’importo è prenotato a debito”.

            Precisando, la direttiva in oggetto, che : “tale prenotazione ha lo scopo di “ annotazione a futura memoria” come disciplinato dall’art. 3 del citato Testo unico lett. s), finalizzata al successivo recupero nei confronti della parte condannata al risarcimento del danno “.

Azione civile diretta e contributo unificato

Come precisa la direttiva ministeriale del 26 febbraio 2002 [7] : “ … la costituzione di parte civile (per la quale non possono comunque applicarsi le imposte di bollo, né le altre voci escluse in via generale [8] ) non è soggetta al pagamento del contributo unificato nel caso in cui sia richiesta solo la pronuncia di condanna generica del responsabile.

Laddove, invece, la parte civile chieda anche la condanna del responsabile al pagamento di una somma, il contributo sarà dovuto – nel solo caso di accoglimento della domanda – in base al valore dell’importo del risarcimento liquidato dal giudice nella sentenza di condanna.

Pertanto il contributo unificato dovrà essere versato solo dopo il deposito della sentenza”.

Concetto ribadito dalla direttiva ministeriale del 13 maggio 2002 [9] ai sensi della quale “.... la norma prevede che il contributo non sia dovuto nell’ipotesi in cui sia richiesta solo la pronuncia di condanna generica del responsabile.

Nel caso in cui la parte civile, oltre all’affermazione della responsabilità civile chieda anche la condanna al pagamento di una somma di denaro, il contributo è dovuto, in caso di accoglimento della domanda, in base all’importo del valore liquidato in sentenza ed è prenotato a debito per essere recuperato nei confronti della parte obbligata al risarcimento del danno…” [10]

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Quantificazione del contributo unificato

Per la determinazione e, successiva individuazione del momento temporale, del pagamento del contributo unificato nel processo penale  non valgono le regole del processo civile .

Una delle principali differenzazioni è nel momento temporale della determinazione e nella consequenziale quantificazione :

  • all’introduzione della causa nel processo civile, con obbligo della parte che introduce la domanda o nelle ipotesi di cui al comma 3 dell’articolo 14 Testo Unico spese di giustizia di quantificarne l’importo, con specifica dichiarazione di valore ex articolo 15 Testo Unico spese di giustizia;
  • al momento della decisione della causa nel processo penale, con quantificazione dell’importo e prenotazione a debito dello stesso da parte della Cancelleria del giudice che definisce il grado del giudizio.

La richiamata direttiva ministeriale del 19 novembre 2008 [11] ha sottolineato, la differenzazione di disciplina dell’istituto in oggetto tra il processo civile [e quello amministrativo e tributario] con quello penale : “l’art. 12 del medesimo testo unico prevede inoltre che la quantificazione dell’importo dovuto a titolo di contributo unificato, avvenga non in ragione della domanda, come nel processo civile, ma in base a quanto disposto in sentenza” .

            Concludendo“….dalla architettura normativa sopra delineata consegue che la quantificazione della spesa è determinata , in via amministrativa, dall’ufficio giudiziario e non dalla parte come avviene nel processo civile.”

Inoltre, ai sensi della direttiva ministeriale del 3 marzo 2010 [12]  “in risposta alla nota del 22 luglio 2009 con la quale sono stati formulati alcuni quesiti relativi alla riforma del Testo unico delle spese di giustizia, introdotta dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, si rappresenta quanto segue.  La legge in parola non ha modificato i criteri di quantificazione degli importi dovuti per il contributo unificato…in tema di contributo unificato sono infatti rimasti immutati gli articoli 11 e 12 del Testo Unico delle spese di giustizia….”.

La quantificazione del dovuto avviene ai sensi degli scaglioni di valore di cui all’articolo 13 comma 1 e  1-bis testo unico spese gi giustizia.

Riepilogando :

1) non è dovuto nessun contributo unificato in caso di condanna generica;

2) non paga chi avanza la richiesta risarcitoria  ma chi è condannato al risarcimento;

3) non si paga al momento della domanda  ma alla definizione del giudizio ;

4) il contributo unificato viene, previa quantificazione dell’importo da parte della cancelleria, prenotato a debito e recuperato nei confronti dell’imputato o del responsabile civile al risarcimento del danno .

Criticità nella determinazione  del  pagamento del contributo unificato

Ai  sensi dell’articolo 205 comma 2-quinquies Testo Unico spese giustizia “ il contributo unificato e l’imposta di registro prenotati a debito per l’azione civile nel processo penale sono recuperati nei confronti di ciascun condannato al risarcimento del danno in misura corrispondente alla quota del debito da ciascuno dovuta, senza vincolo di solidarietà.”

Nel pagamento delle spese processuali penali non vige “nessun vincolo di solidarietà..la nuova formulazione [ ndr= dell’articolo 205 testo unico spese di giustizia per come modificato dall’articolo 67 legge 18 giugno 2009 n.69] prevede il recupero delle spese processuali  per intero, forfettizzato e per quota.

La quantificazione delle spese processuali per le quali è stata emessa sentenza di condanna successivamente alla data di entrata in vigore della legge [13] deve essere effettuata in base alle nuove disposizioni del!’articolo 535 c.p.p.-

  Le spese devono essere, quindi, quantificate per intero e suddivise per quota, in parti uguali, nei confronti di ciascun imputato condannato, in base all’importo complessivo delle spese ripetibili del processo penate, come  riportato nel foglio delle notizie, ma senza tener conto del riferimento ai reati cui la condanna si riferisce” [14].

A seguito della riforma legislativa in materia di recupero delle spese penali [15] “ In risposta alla nota del 22 luglio 2009 con la quale sono stati formulati alcuni quesiti relativi alla riforma del Testo unico delle spese di giustizia, introdotta dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, si rappresenta quanto segue.     

La legge in parola non ha modificato i criteri di quantificazione degli importi dovuti per il contributo unificato e per l’imposta di registro bensì le sole |modalità di riscossione di tali spese.            

                 In tema di contributo unificato sono infatti rimasti immutati gli articoli 11 e 12 del Testo Unico delle spese di giustizia mentre, per quanto riguarda l’imposta di registro, la cui liquidazione permane di competenza degli uffici finanziari, gli articoli 73 – bis e ter, introdotti dalla legge 69/2009, hanno modificato
i soli termini per la registrazione della sentenza penale.      

                Determinati pertanto gli importi dovuti, il recupero di tali spese dovrà essere effettuato nei  confronti delle parti condannate al risarcimento del danno, non più con vincolo di solidarietà, bensì, ai sensi dell’articolo 205 del citalo Testo Unico, da ciascun condannato al risarcimento del danno alla parte civile, per quota, in parti uguali, come precisato da questa Direzione Generale nelle istruzioni diramate con nota del 14 luglio 2009 protocollo n. 92331.” [16]

La maggior criticità, nell’analisi dell’istituto in oggetto relativamente ai procedimenti penali in cui opera, attiene non tanto nella determinazione del quantum [ legato alla quantificazione del danno operato in sentenza] ma alla ripartizione dello stesso in relazione ai soggetti [imputati, responsabili civili tenuti al risarcimento, parti civili] coinvolti nel giudizio.

Analizziamo, nello specifico, i casi che si possono determinare e le possibili soluzioni:

  1. a) più imputati nei confronti di una sola parte civile: il problema trova soluzione nella, richiamata, direttiva ministeriale del 3 marzo 2010,03/03/2010.0032236.U, ai sensi della quale “ in caso di condanna di più imputati l’obbligo del pagamento del contributo unificato avverrà per quota” quindi contributo unificato pari allo scaglione corrispondente alla somma totale delle condanne al risarcimento diviso per il numero di soggetti condannati.
  2. b) condanna al risarcimento danni di più imputati a favore di più parti civili: la quantificazione avverrà autonomamente per ogni singola posizione processuale; più pagamenti per singola parte civile si sommano e contributo unico ai sensi della direttiva ministeriale di cui al precedente punto a).
  3. c) singolo imputato nei confronti di più parti civili , in questo caso non ci appare conforme alla normativa far pagare più contributi unificati alla stessa persona , nel civile ci troveremmo in una ipotesi di litis consorzio facoltativo che comporta, ai fini della determinazione del quantum da riscuotere la somma degli importi delle singole condanne [17] .

Infine , nell’ambito di un procedimento  penale , il giudice  su richiesta del pubblico ministero o della parte civile,   ai sensi degli articoli 316  e segg. del codice di procedura penale, può  disporre il sequestro conservativo  nei confronti  degli imputati del procedimento a cui carico è stata emessa sentenza di condanna.

In relazione alla, successiva ed eventuale, vendita dei beni sequestrati nei procedimenti penali, il contributo unificato, nella fase del processo esecutivo civile, “si determina ai sensi dell’art. 12 tu spesi di giustizia quindi in base alla somma conseguita dalla vendita”  [18].

Contributo unificato nel processo penale di Appello 

Se vi è impugnazione la Cancelleria dell’Ufficio giudiziario di primo grado non procede a recupero limitandosi ad annotare il contributo unificato, quantificato nello scaglione corrispondente alla somma liquidata in sentenza a favore di parte civile,  nel foglio delle notizie [19] che invierà, unitamente al fascicolo processuale, alla Cancelleria dell’ufficio del grado di appello [20].

Ricordiamo che le spese processuali a favore dello Stato si recuperano , ai sensi dell’articolo 227-ter Testo Unico spese di giustizia “ entro un mese dalla data di passaggio in giudicato della sentenza..”.[21]

Competente al recupero sarà , ai sensi dell’articolo 208 testo unico spese di giustizia, la Cancelleria del giudice dell’esecuzione.

Giusta direttiva ministeriale del 13 novembre 2019 [22]“ ..il contributo unificato è dovuto per il grado di appello anche a prescindere dalla riproposizione , in quella sede della costituzione di parte civile, oppure dall’impugnazione del capo di sentenza relativo alla quota risarcitoria..

….e l’importo dello stesso sarà ancora una volta determinato sulla base di quanto statuito in sentenza: in caso di conferma delle statuizioni civili contenute nella sentenza di primo grado, il contributo sarà di importo pari  [ndr = aumentato della metà ai sensi dell’articolo 13 comma 1-bis testo unico spese di giustizia] a quello dovuto per il primo grado del giudizio;in caso di parziale riforma della sentenza di primo grado , il contributo sarà determinato [ndr = aumentandolo della metà ai sensi dell’articolo 13 comma 1-bis testo unico spese di giustizia] sulla base dell’importo risarcitorio liquidato , anche a titolo di provvisionale,con la sentenza di appello” .[23]

Gli Uffici ministeriali di via Arenula richiamano, in relazione a quanto sopra, il disposto di cui all’articolo 76, comma 2 , codice di procedura penale ai sensi del quale“ la costituzione di parte civile produce i suoi effetti in ogni stato e  grado del processo.”

Trova, quindi, applicazione il c.d. “principio di immanenza” in virtù del quale “ una volta costituita in giudizio la parte civile rimane tale anche nelle successive fasi processuali [24] senza necessità di formalizzare nuovamente la costituzione”. [25]

Per la direttiva in commento la costituzione trova “ applicazione anche nel caso di morte della parte civile”.

In questo caso “diversamente da ciò che avviene nel processo civile ( articolo 300 c.p.c.)non si verifica l’interruzione del processo”.

Per la giurisprudenza della Corte di Cassazione [26] “ alla morte della persona costituitasi parte civile non si verifica l’interruzione del rapporto processuale, prevista dall’articolo 300 c.p.c. ed inapplicabile al processo penale, che, invece , è ispirato all’impulso di ufficio..”.

Riepilogando :

a) in caso di appello nel processo penale il contributo unificato è dovuto, al determinarsi delle condizioni di cui all’articolo 12 testo unico spese di giustizia, anche se la parte civile non si costituisce nel grado di appello

b) in caso di conferma delle statuizioni di primo grado in materia di azione civile si recupera il contributo unificato annotato nel foglio notizie di primo grado oltre al contributo del grado di appello [ aumentato della metà ex articolo 13 comma 1-bis d.P.R. 115/02];

c) in caso di riforma oltre che il contributo unificato annotato nel foglio notizie di primo grado si recupera  il contributo unificato determinato [aumentato della metà ex articolo 13 comma 1-bis d.P.R. 115/02] sulla base dell’importo risarcitorio liquidato dall’appello.

Competente al recupero è, ai sensi dell’articolo 208 testo unico spese di giustizia, la Cancelleria del giudice dell’esecuzione.

La Cancelleria del grado di Appello procederà al recupero, in quanto ufficio del giudice dell’esecuzione, solo in caso di riforma sostanziale della sentenza di primo grado.

In caso di conferma della sentenza di primo grado la Cancelleria del giudice del primo grado [in quanto giudice dell’esecuzione] provvederà al recupero del contributo unificato dovuto per i due gradi di giudizio.

Contributo unificato nel processo penale di Cassazione      

Nel ricorso in Cassazione “ ..il contributo unificato è dovuto nelle sole ipotesi disciplinate dall’articolo 578 del c.p.p.”  [27] .                       

Poiché la Suprema Corte giudica solamente sui profili di legittimità della sentenza impugnata essendole precluso ogni esame nel merito “… ne deriva che, quando ad essere impugnata è una sentenza civile in coerenza con il principio della domanda e dell’impulso di parte che caratterizzano il processo civile viene versato il contributo unificato ( art. 9 comma 1 dpr n 115 del 2002 ) dalla parte che deposita il ricorso introduttivo  ( art.14,comma 1,d.P.R. n. 115/02) secondo gli importi previsti dall’articolo 1 e 1-bis del medesimo d.P.R. n. 115/02.

In materia penale – in cui viene in gioco l’iniziativa dello Stato e l’interesse tutelato non è quello privato ma della collettività – il contributo unificato , ove dovuto, non viene versato dalla parte civile ma prenotato a debito e recuperato nei confronti del condannato.

L’importo di tale contributo viene quantificato in base alla somma liquidata dal giudice all’esito del processo , dalla circostanza che, di norma , la Corte di cassazione non si pronuncia sulla quantificazione  del danno  deriva che non vi sarà alcun importo da prenotare a tale titolo”. [28]

Per il giudizio di Cassazione, quindi,  non è dovuto il contributo unificato tranne nel caso in cui la Corte, nel dichiarare estinto il reato per amnistia o per prescrizione, debba decidere pure ai fini delle disposizioni e dei capi della sentenza che concernono gli interessi civili [vedasi successivo paragrafo].

Trova, infine, a parere di chi scrive, applicazione anche nel processo penale, la direttiva ministeriale del 14 maggio 2018 [29] ai sensi della quale “ il giudizio di rinvio non è configurabile dall’ordinamento processuale come grado del processo ma come una fase (rescissoria) del procedimento di cassazione e non può quindi considerarsi impugnazione ai fini del pagamento del contributo unificato” .

Contributo unificato nel reato estinto per amnistia o per prescrizione

Come visto nel paragrafo che precede per il giudizio di Cassazione non è dovuto il contributo unificato.

Per la direttiva ministeriale giustizia [30]l’unica eccezione  è rappresentata dalle ipotesi di estinzione del reato per amnistia o per prescrizione.”

Ai sensi dell’articolo 578 codice di procedura penale “ Quando nei confronti dell’imputato è stata pronunciata condanna, anche generica, alle restituzioni o al risarcimento dei danni cagionati dal reato, a favore della parte civile, il giudice di appello e la corte di cassazione, nel dichiarare il reato estinto per amnistia [c.p. 151] o per prescrizione [c.p. 157], decidono sull’impugnazione ai soli effetti delle disposizioni e dei capi della sentenza che concernono gli interessi civili.”

Il Ministero della Giustizia nell’evidenziare l’ipotesi eccezionale ( peraltro espressamente disciplinata dal codice di rito anche nella fase di appello ) sottolinea come in questo caso  “ la Corte di cassazione è chiamata a pronunciarsi sul merito della domanda, non potendo certo disporre il rinvio ad altro giudice penale per le sole statuizioni sulle questioni civili.

In questo caso , dunque l’importo del contributo unificato deve essere quantificato [ndr = importo raddoppiato ai sensi dell’articolo 13 comma 1-bis testo unico spese di giustizia] in relazione alla somma in concreto liquidata a titolo di risarcimento danni.”

Recupero nei confronti dell’imputato ammesso al patrocinio a spese dello Stato

Se l’imputato condannato al risarcimento danni è ammesso al patrocinio a spese dello Stato è tenuto al pagamento del contributo unificato, e in generale, delle spese anticipate e/o prenotate a debito per la costituzione di parte civile?

L’articolo 107 Testo Unico spese di giustizia [31]  tra gli effetti dell’ammissione al patrocinio da parte dell’imputato annovera solo  spese anticipate e spese gratuite ( nella fattispecie i soli diritti di copia.

Lo stesso articolo 107 non estende tra gli effetti dell’ammissione al patrocinio neanche le spese prenotate a debito e anticipate dall’Erario, ex articolo 108 Testo Unico spese di giustizia, a favore di parte civile ammessa al patrocinio a spese dello Stato.

Gli Uffici giudiziari, in applicazione  dell’attuale normativa in materia di patrocinio a spese dello Stato [32],  procedono al recupero nei confronti dell’imputato condannato, se pur ammesso al patrocinio, di tutte le spese che lo Stato anticipa e prenotate a debito a favore della parte civile ammessa al patrocinio elencate negli articoli 107 [ i cui effetti si estendono alla parte civile per effetto del richiamo del seguente articolo 108] e 108 Testo Unico spese di giustizia, oltre alle spese anticipate non comprese nell’articolo 107 [33].

Trova in materia applicazione l’indirizzo ministeriale del  9 febbraio 2011 [34], emanano a seguito di rilievi da parte dell’Ispettorato Generale dello stesso Ministero della Giustizia, ai sensi del quale “ Il legislatore dispone che nel caso in cui l’imputato sia ammesso al patrocinio a spese dello Stato , alcune spese siano gratuite ed altre siano anticipate dall’erario e che , in caso di revoca, le spese di cui all’articolo 107 siano recuperate nei confronti dell’imputato.

Premesso quanto sopra, si deve rilevar come appunto evidenziato da alcuni uffici, che non risultano comprese le spese indicate dall’articolo 107: le spese straordinarie,le spese per intercettazioni, le spese prenotate a debito a debito a titolo di contributo unificato ed imposta di registro nonché le spese relative alle sanzioni accessorie quali la pubblicazione della sentenza di condanna,le spese per la demolizione di opere abusive per la riduzione in pristino dei luoghi”.

La richiamata direttiva ministeriale, nella parte finale, statuisce che  “l’ufficio giudiziario dovrà procedere, come del resto rilevato anche dall’ispettorato Generale in sede ispettiva, al recupero delle spese non incluse tra gli effetti dell’istituto “.

Anche nelle ipotesi in questione le spese processuali a favore dello Stato si recuperano , ai sensi dell’articolo 227 ter DPR 115/02 entro un mese dalla data di passaggio in giudicato della sentenza..” a cura  della Cancelleria del giudice dell’esecuzione penale.

Azione civile c.d. indiretta

L’azione civile può essere esercitata direttamente nel processo penale o, ai sensi dell’articolo 75 codice di procedura penale essere trasferita nel processo penale”.

Anche in questo caso il contributo, prenotato a debito, e’ dovuto, in caso di accoglimento della domanda, in base al valore dell’importo liquidato e secondo gli scaglioni di valore di cui all’articolo 13  Testo Unico spese di giustizia.

Da sottolineare come, per l’azione civile  che “transita” nel processo penale, sia già stato corrisposto nella sede civile il contributo unificato.

Ci si trova, quindi, in caso di accoglimento e quantificazione del risarcimento danni nella fase penale di un doppio pagamento, per la stessa azione anche se su ambiti processuali diversi, civile e penale, e con il pagamento effettuato da due soggetti diversi , parte civile nel processo civile e imputato nel processo penale.

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Note

[1] la nascita del contributo unificato , c.d. tassa di iscrizione a ruolo dei procedimenti giurisdizionali, risale all’art. 9, legge 23 dicembre 1999, n. 488 (legge finanziaria 2000) ; entra in vigore il 13 marzo 2002 ai sensi del decreto legge 11 marzo 2002 n 28 , convertito con legge 10 maggio 2002 n 91 .

[2] relativamente al processo civile troppo spesso sorgono problemi al momento di stabilirne l’ammontare; lascia, in materia, a dir poco basiti, che un istituto a “natura tributaria” [ cfr =Corte Costituzionale, sentenza 11 febbraio 2005 n. 73, Corte di Cassazione., Sezioni Unite sentenze  n. 3007/08 e n.  3008/08 , Corte di Cassazione – sentenza 17 aprile 2012, n. 5994]  non trovi uniforme applicazione in tutti gli uffici giudiziari.

[3] Spese processuali forfettizzate penali previste dall’articolo 205 Testo Unico spese di giustizia e quantificate, da ultimo, dal Decreto Ministeriale  10 giugno 2014 n. 214  pubblicato in G.U. 27 agosto 2014 n 198; queste spese a differenza del contributo unificato, non gravano sul responsabile civile al risarcimento del danno.

[4] articolo 13 comma 1 lettere c) e d) Testo Unico spese di giustizia

[5] articolo 3 ,  lettera s), D.P.R. 30 maggio 2002 n. 115   Prenotazione a debito “è l’annotazione a futura  memoria di una voce di spesa per la quale non vi è pagamento , ai fini dell’eventuale successivo recupero”

[6] circolare Ministero Giustizia DAG.19/11/2008.0152465.U

[7] Circolare Ministero Giustizia del  26 febbraio 2002 n.1

[8]  NDR =ad esclusione dell’anticipazione forfettaria dei privati ex articolo 30 testo unico spese di giustizia ( attualmente l’importo € 27) ; tale anticipazione è dovuta dal momento della costituzione di parte civile, se la parte civile è ammessa al patrocinio a spese dello Stato l’importo sarà, a cura della cancelleria, prenotato a debito(i in proposito nota Ministero della Giustizia 5 marzo 2008 prot. n.341688.U ).

[9] Circolare Ministero Giustizia del 13/5/2002 n.3

[10] conforme, da ultimo, direttiva Ministero della Giustizia DAG.13/11/2019 .0217643.U

[11] vedi nota 5

[12] Circolare Ministero Giustizia DAG.03/03/2010.0032236.U

[13] decreto legislativo 18 giugno 2009 n. 69 che all’articolo 67 ha modificato l’articolo 205 del DPR 115/02 modificando ( da solidale a per quota) il sistema di ripartizione  delle spese, nel concorso di più soggetti tenuti al pagamento.

[14] circolare Ministero della Giustizia DAG.14/07/2009.0092331.U

[15] Legge 18 giugno 2009, n. 69

[16] circolare Ministero della giustizia DAG.03/03/2010.0032236.U

[17] in materia civile nel caso di più ricorrenti e/o attori nota n. 17072 del 30 gennaio 2015 conf. nota 4 maggio 2016 n.0081583/U e nota 21 febbraio 2017 n. 0032861/U

[18] Ministero della Giustizia DAG.29/05/2018.0108285.U

[19] Ai sensi dell’art. 280, 1° comma, Testo Unico spese di giustizia, “ in ogni fascicolo processuale civile, penale e fallimentare deve essere allegato un foglio delle notizie ai fini del recupero del credito,  dove andranno annotate tutte la spese anticipate  e quelle prenotate”.

[20] Ai sensi  della circolare n 9 del 26 giugno 2003 “ il foglio notizie deve essere redatto in ogni fase e grado del processo civile o penale..” Come  sottolinea la circolare  Min. Giust.,Dip. Aff. Giustizia Ufficio I n 1/12311/44/U.04  del 18 novembre 2004 “Il foglio delle notizie è uno strumento che ha la funzione di riepilogare l’elenco delle spese del processo, al fine di non ritardare l’esatta quantificazione del credito da parte dell’ufficio responsabile del recupero. Tale esigenza, ovviamente, è presente in ogni fase di giudizio. “

[21]  nota Ministero della Giustizia – Direzione Generale  Giustizia Civile – prot. 16318, 8 febbraio 2011

[22] Ministero della Giustizia DAG.13/11/2019.0217643.U

[23] in tal senso anche Ministero della Giustizia provvedimento del 23 ottobre 2019 Foglio Informazione n. 1/2020 in https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_40.page

[24] E’ dovuto il contributo unificato anche quando, ai sensi dell’articolo 572 codice di procedura penale, il Pubblico Ministero propone impugnazione su richiesta della parte civile o della persona offesa non costituita in giudizio

[25] per la Corte di Cassazione sentenza n. 24637 del 6 aprile 2018 “la parte civile costituita che non partecipi al giudizio di appello personalmente e non presenti conclusioni scritte ai sensi dell’articolo 523 c.p.p. deve ritenersi comunque presente nel processo e le sue conclusioni , pur rassegnate in primo grado, restano valide in ogni stato e grado in virtù del principio di immanenza previsto dall’articolo 76 c.p.p.”

[26] Corte di Cassazione sentenza n. 17054 del 13 dicembre 2018

[27] Provvedimento 23 ottobre 2019 Foglio Informativo n 1/2020 in https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_40.page

[28] Ministero della Giustizia DAG.13/11/2019.0217643.U

[29] in Foglio informazione 3/2018  in https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_40.page

[30] Ministero della Giustizia DAG.13/11/2019.0217643.U

[31] Nota Ministero Giustizia DAG.20/12/2010-0165521.U “ nei casi in cui l’imputato gode del patrocinio a spese dello Stato trova applicazione l’articolo 107che disciplina espressamente gli effetti dell’ammissione”

[32] Parte III Titolo I testo unico spese di giustizia.

[33] intercettazioni telefoniche e demolizioni, con il dubbio se vadano recuperate  anche delle c.d. spese forfettarie previste dall’articolo 208 DPR 115/02 che non risultano elencate nell’articolo 107 DPR 115/02 ( per lo scrivente si)

[34]  Circolare Ministero della Giustizia DAG.09/02/2011.0017349U

Dott. Caglioti Gaetano Walter

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