Concussione e corruzione a confronto
Questo contributo è tratto da
Reati contro la Pubblica Amministrazione
Con un taglio fortemente pratico, l’opera analizza le singole fattispecie penali previste dal codice sostanziale contro la pubblica amministrazione. Seguendo le norme codicistiche, il volume affronta in modo sistematico le singole disposizioni, trattando gli elementi costitutivi delle diverse ipotesi criminose, anche alla luce delle pronunce giurisprudenziali più rilevanti. All’analisi sostanziale si affianca la trattazione degli aspetti procedurali legati ai singoli reati, in modo da fornire al Professionista un ausilio sia per l’attività di studio sia per l’attività in aula, accompagnandolo sino alle fasi processuali vere e proprie. L’architettura del volume segue l’impostazione codicistica; in particolare, vengono analizzate le fattispecie di concussione e corruzione, investite da una serie di interventi normativi ravvicinati, che richiedono un’analisi attenta delle problematiche connesse a tali ipotesi delittuose. Valentino BattiloroMagistrato ordinario con funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Già commissario capo della Polizia di Stato e avvocato. Specializzato in professioni legali e diplomato di master in Scienze della Sicurezza presso l’Università di Roma La Sapienza. Autore di monografie nel settore del diritto commerciale e fallimentare e di numerosi contributi in opere collettanee nel settore del diritto penale sostanziale e processuale.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB). Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica http://diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.Gabriele EspositoAvvocato penalista patrocinante in Cassazione, Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, componente del Consiglio Direttivo della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Telematica Pegaso – Università Telematica “Universitas Mercatorum”, Cultore della materia in Procedura Penale, autore di manuali giuridici.Domenico GiannelliAvvocato del Foro di S.Maria C.V., autore di numerose pubblicazioni in riviste on line e cartacee tra cui Rivista penale La Tribuna e diritto.it. Relatore in numerosi convegni. Già docente in corsi di formazione per praticanti avvocati e avvocati. Già collaboratore con la cattedra di Marketing Assicurativo presso l’Università degli Studi “Luigi Vanvitelli”, facoltà di economia aziendale.Alfonso LaudoniaAvvocato e professore a contratto di Procedura Penale presso l’Università Telematica Pegaso e docente presso vari corsi di formazione di diritto penale contro la P.A., esperto in diritto e procedura penale ed analisi del rischio 231. Assegnista di ricerca in Legal Security Economy e Membro della commissione di diritto penale presso il Consiglio dell’Ordine di Avellino.
Antonio Di Tullio DElisiis, Gabriele Esposito, Alfonso Laudonia, Valentino Battiloro, Domenico Giannelli | 2021 Maggioli Editore
72.00 € 68.40 €
Se l’elemento necessario che accomuna la concussione e la corruzione, “è l’esistenza di una indebita erogazione del privato al pubblico agente” (175) mentre l’elemento “eventualmente comune (e necessario solo nella corruzione propria) è un esercizio antigiuridico dei propri compiti da parte del pubblico agente” (176), l’“elemento discriminante della concussione rispetto alla corruzione è costituito dalla presenza, nella prima, di una volontà prevaricatrice del pubblico ufficiale, condizionante la volontà del privato (…), per effetto della quale quest’ultimo versa in stato di soggezione di fronte alla condotta del pubblico ufficiale, mentre nella corruzione i due soggetti vengono a trovarsi in posizione di sostanziale parità (…), accordandosi, con manifestazioni di volontà convergenti, sul pactum sceleris (…)” (177); in altri termini, ai “fini della individuazione degli elementi differenziali tra i reati di corruzione e di concussione, occorre avere riguardo al rapporto tra le volontà dei soggetti, che nella corruzione è paritario ed implica la libera convergenza delle medesime verso la realizzazione di un comune obiettivo illecito, mentre nella concussione è caratterizzato dalla presenza di una volontà costrittiva (…) del pubblico ufficiale, condizionante la libera formazione di quella del privato, il quale si determina alla dazione, ovvero alla promessa, soggiacendo all’ingiusta pretesa del primo solo per evitare un pregiudizio maggiore” (178) atteso che la “struttura della concussione evoca una sorta di aggressione del pubblico ufficiale contro il privato; nella corruzione invece si versa in una situazione di accordo sinallagmatico tra le parti e si è al di fuori dello stato di soggezione del privato rispetto alla forza prevaricatrice del pubblico funzionario” (179).
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D’altronde, ai fini della configurabilità della concussione, come già visto in precedenza, “lo stato di soggezione del soggetto passivo può assumere configurazioni molteplici, non richiedendosi in capo al privato uno stato psicologico di timore siccome ingenerato dalla presenza di un pubblico ufficiale, ma è sufficiente che il privato si determini alla dazione (ovvero all’«accordo») non per timore, inteso in senso psicologico, del pubblico ufficiale, ma anche solo per evitare un maggior danno” (180) così come “l’eventuale insorgere di trattative tra il pubblico ufficiale ed il privato non comporta necessariamente il configurarsi del delitto di corruzione, quando la volontà del privato stesso sia coartata e non sia libera di determinarsi; né vale ad escludere la concussione il fatto che l’iniziativa sia stata presa dal privato e non dal pubblico ufficiale, allorché il primo abbia agito nel timore del danno minacciatogli dal secondo o per evitare maggiori danni e molestie” (181) mentre “non è di per sé decisivo l’eventuale vantaggio che deriva al privato dall’accettazione della illiceità proposta del pubblico ufficiale, essendo determinante soltanto la esistenza o meno di una situazione idonea a determinare uno stato di soggezione del privato nei confronti del pubblico ufficiale” (182).
La sottoposizione psicologica
In altre parole, il «metus» publicae potestatis, che rileva ai fini dell’integrazione del delitto di concussione, “non va inteso come effettivo intimorimento del privato (come è dimostrato dal fatto che il reato sussiste anche se il privato si determina alla prestazione indebita non per timore del pubblico ufficiale, ma esclusivamente per evitare ulteriori guai o noie), ma di generica sottoposizione psicologica del concusso rispetto al soggetto attivo” (183) in quanto ciò “che conta, in definitiva, è che il pubblico ufficiale, avvalendosi del proprio potere, determini la libera volontà del privato o attraverso un comportamento costringente (…) operando così una pressione psichica sul soggetto passivo” (184) la quale a sua volta “sussiste tutte le volte in cui al privato il pubblico ufficiale fa comprendere o attraverso un’esplicita specificazione o anche implicitamente attraverso comportamenti inequivoci, che nell’attività di ufficio esso pubblico ufficiale sarà determinato non dagli interessi generali della pubblica amministrazione, ma dal fattore che il privato si assoggetti all’illegittima pretesa di corrispondere l’utilità richiesta, per cui la minaccia di orientare la propria decisione esclusivamente in funzione di ottenere la predetta utilità pone il privato in condizione di soggezione, ne coarta la libera volontà e costituisce da un lato il presupposto del reato e dall’altro l’elemento scriminante del reato medesimo da quello di corruzione” (185).
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Reati contro la Pubblica Amministrazione
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