Con la sentenza n. 27475 del 23.6.2022, la Suprema Corte ha definito la linea di confine tra il reato di estorsione ed il delitto di violenza privata.
1. La sentenza n. 27475 del 23.6.2022
Con la sentenza n. 27475 del 23.6.2022, la Suprema Corte ha definito la linea di confine tra il reato di estorsione ed il delitto di violenza privata.
La vicenda oggetto della sentenza, riguarda un gruppo di soggetti che operando in una determinata zona di mercato, al fine di eliminare la concorrenza e quindi accaparrarsi l’intera clientela di quello porzione di territorio, avevano minacciato attraverso varie violenze fisiche e psicologiche tutti i commercianti di quell’area in modo da costringerli a chiudere le loro attività.
Pertanto, la Suprema Corte di Cassazione, aveva condannato gli imputati per il reato più grave di estorsione ritenendo assorbito il reato di violenza privata.
Le motivazioni poste alla base della suddetta sentenza, spiegano in maniera chiara qual è la differenza tra le due diverse fattispecie criminali.
In primo luogo, la Corte di Cassazione, specifica che l’elemento discriminante tra i due diversi reati è lo scopo ultimo, e non la condotta che è simile tra i due diversi delitti.
Difatti, mentre nella violenza privata, il comportamento violento ha come scopo ultimo quello di far tollerare o costringere la vittima ad una determinata azione, senza che vi sia un ingiusto profitto con altrui danno, nell’ipotesi del delitto di estorsione il fine è l’ingiusto vantaggio patrimoniale con conseguenziale danno della vittima.
Pertanto, è evidente che sebbene la condotta che configuri le due diverse fattispecie criminali, siano simili tra di loro, è altrettanto evidente che l’obiettivo che si vuole raggiungere sia completamente diverso.
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2. Il confronto tra i due diversi delitti
In secondo luogo, è differente anche il bene giuridico che viene violato ed offeso, in quanto nell’ipotesi di violenza privata, viene violata la libertà e capacità di autodeterminazione della persona, infatti tale delitto si trova nel capitolo del codice penale dedicati ai delitti contro la persona.
Invero il delitto di estorsione tutela invece il patrimonio della persona, che viene danneggiato in conseguenza di un ingiusto vantaggio raggiunto dall’agente del delitto, pertanto tale reato lo troviamo nel capitolo dedicato ai delitti contro il patrimonio.
Nel caso in specie, vi è un ingiusto profitto che viene perseguito dagli agenti, in quanto con l’eliminazione della concorrenza e quindi con l’assicurarsi dell’intera clientela, ovviamente gli imputati hanno raggiunto un ingiusto vantaggio patrimoniale a danno degli altri commercianti della stessa zona, che sono stati costretti tramite violenza, a chiudere le proprie attività commerciali.
Il conflitto tra i due diversi delitti, è da risolvere attraverso l’applicazione del criterio di specialità, che impone al giudice di dover attribuire agli imputati, necessariamente il reato di estorsione, cioè il reato più grave. Pertanto, il delitto di estorsione assorbe quello di violenza privata, ragion per cui quest’ultimo deve essere necessariamente eliminato dai capi d’imputazione.
In conclusione, con la sentenza sopracitata, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza che aveva invece ritenuto che i due diversi reati concorressero tra di loro, rinviando per un nuovo giudizio ad un’altra sezione del Tribunale di Trieste, ritenendo sussistente la più grave fattispecie di estorsione, essendo assorbito il delitto di violenza privata.
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