Il sovraindebitamento attivo – Scheda di Diritto

Il sovraindebitamento è una procedura destinata a risolvere situazioni di crisi economica non riconducibili alle tradizionali procedure concorsuali.

Redazione 28/01/25

Il sovraindebitamento, disciplinato in Italia dalla Legge n. 3/2012, rappresenta una procedura destinata a risolvere situazioni di crisi economica non riconducibili alle tradizionali procedure concorsuali. Con l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019), sono stati introdotti strumenti volti a regolare il sovraindebitamento, distinguendo tra situazioni “passive” e “attive”. La nozione di sovraindebitamento “attivo” si riferisce ai debitori che, pur trovandosi in difficoltà economica, mantengono una capacità produttiva o patrimoniale che può essere sfruttata per il soddisfacimento, almeno parziale, dei creditori.

Indice

1. Chi può accedere alle procedure


Le procedure di sovraindebitamento sono rivolte a soggetti non fallibili, come consumatori, professionisti, piccoli imprenditori e imprenditori agricoli. Nel caso del sovraindebitamento “attivo”, il debitore non si limita a dichiarare la propria incapacità di adempiere, ma propone un piano che prevede la valorizzazione delle proprie risorse economiche, produttive o patrimoniali al fine di raggiungere un accordo con i creditori.

2. Strumenti per il sovraindebitamento attivo


Tra gli strumenti previsti per il sovraindebitamento, quelli più rilevanti per il debitore “attivo” sono:

  • Il piano del consumatore, riservato ai privati, che consente di proporre una ristrutturazione dei debiti basata sulle proprie risorse, senza necessità di accordo con i creditori.
  • L’accordo di composizione della crisi, che coinvolge i creditori in un processo di negoziazione volto a trovare una soluzione condivisa.
  • La liquidazione controllata del patrimonio, che, seppur generalmente associata a un sovraindebitamento “passivo”, può essere utilizzata in combinazione con piani di rilancio basati su attività produttive residue.

3. Requisiti per l’accesso


Per accedere alle procedure di sovraindebitamento, il debitore deve dimostrare di trovarsi in una situazione di squilibrio economico-finanziario tale da rendere impossibile il regolare adempimento delle proprie obbligazioni. Nel caso di sovraindebitamento “attivo”, è essenziale che il debitore possa dimostrare la capacità di generare risorse economiche attraverso il proprio lavoro, attività imprenditoriale o patrimonio. La presenza di un’ipotesi di buona fede e correttezza nell’accesso alla procedura è un ulteriore requisito imprescindibile.

4. Fase istruttoria e ruolo del gestore della crisi


Una volta presentata la domanda, il tribunale verifica la completezza della documentazione e la fattibilità del piano. In questa fase, il ruolo del gestore della crisi, figura prevista dal Codice della crisi d’impresa, è cruciale per analizzare la situazione economica del debitore e formulare proposte concrete per la composizione della crisi. Questo professionista agisce come mediatore tra il debitore e i creditori, garantendo trasparenza e correttezza nel processo.

5. Esdebitazione e vantaggi


Il principale obiettivo delle procedure di sovraindebitamento è offrire al debitore una seconda opportunità, attraverso l’esdebitazione, ovvero la liberazione dai debiti residui al termine della procedura. Nel caso di un sovraindebitamento “attivo”, questo risultato può essere raggiunto valorizzando le risorse produttive e patrimoniali del debitore. Tale approccio consente di evitare soluzioni drastiche, come la liquidazione totale del patrimonio, garantendo al contempo una maggiore soddisfazione per i creditori. I vantaggi del sovraindebitamento “attivo” sono molteplici: il debitore conserva, in molti casi, il controllo sulla propria attività o sui propri beni; i creditori, dal canto loro, possono ottenere un soddisfacimento più rapido e concreto rispetto a quanto avverrebbe in una procedura puramente liquidatoria.

6. Limiti e criticità


Nonostante i benefici, il sovraindebitamento “attivo” presenta alcune criticità. La necessità di un’approfondita valutazione della capacità produttiva del debitore richiede competenze tecniche specifiche e una gestione professionale della crisi. Inoltre, il rischio di una scarsa collaborazione tra le parti può compromettere il buon esito della procedura.

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Monica Mandico | Maggioli Editore 2025

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