Il vizio di mente, disciplinato dall’art. 88 e dall’art. 89 del Codice Penale italiano, è una condizione psichica del soggetto che influisce sulla capacità di intendere e di volere al momento della commissione di un reato. Si tratta di una causa di esclusione o attenuazione della responsabilità penale, in quanto il soggetto, per una patologia mentale o uno stato psichico alterato, non è in grado di comprendere il significato delle proprie azioni o di autodeterminarsi secondo il diritto.
Indice
1. Vizio di mente totale e parziale
Il legislatore distingue tra due forme di vizio di mente:
1. Vizio totale di mente (art. 88 c.p.):
Quando il soggetto, al momento del fatto, si trova in una condizione tale da essere totalmente incapace di intendere e di volere. In questo caso, la responsabilità penale è esclusa, e il soggetto non può essere punito. Tuttavia, può essere applicata una misura di sicurezza personale qualora venga accertata la sua pericolosità sociale.
2. Vizio parziale di mente (art. 89 c.p.):
Si verifica quando il soggetto, pur non avendo piena capacità di intendere e di volere, conserva una ridotta consapevolezza e controllo sulle proprie azioni. In questo caso, la pena è diminuita, ma non esclusa. La diminuzione viene calcolata dal giudice in base alla gravità della compromissione psichica.
2. Elementi costitutivi
Il riconoscimento del vizio di mente richiede la presenza di specifici elementi:
- Patologia psichica accertata:
Deve essere dimostrata una condizione patologica che alteri le facoltà mentali del soggetto, come schizofrenia, disturbo bipolare, psicosi, o altre forme di grave infermità mentale. - Nesso causale tra patologia e reato:
La condizione mentale deve avere un legame diretto con il comportamento illecito, influenzando la capacità del soggetto di comprendere il significato delle proprie azioni o di controllarle. - Accertamento al momento del fatto:
La valutazione della capacità di intendere e di volere deve essere riferita al momento in cui il reato è stato commesso, indipendentemente dalle condizioni precedenti o successive.
3. Procedure di accertamento
L’accertamento del vizio di mente avviene tramite una perizia psichiatrica disposta dal giudice, su richiesta della difesa, del pubblico ministero o d’ufficio. La perizia è finalizzata a verificare:
- La presenza di una patologia mentale.
- La gravità della compromissione psichica.
- La connessione tra la patologia e il fatto criminoso.
La relazione peritale è uno strumento fondamentale per il giudice, il quale, tuttavia, mantiene la piena discrezionalità nel valutare la sussistenza del vizio di mente e i suoi effetti sulla responsabilità penale.
4. Esclusione e limiti del vizio di mente
Non tutte le condizioni psichiche possono essere considerate come vizio di mente. In particolare, sono escluse:
- Le alterazioni transitorie dovute a fattori esterni: Stati di ebbrezza o intossicazione volontaria non configurano un vizio di mente (art. 92 c.p.), salvo nel caso di intossicazione cronica che abbia determinato una vera e propria infermità mentale.
- Le anomalie caratteriali o comportamentali: Comportamenti eccentrici o antisociali non costituiscono infermità mentale se non accompagnati da una patologia psichica accertata.
5. Misure di sicurezza
Se un soggetto è dichiarato incapace di intendere e di volere e, al contempo, socialmente pericoloso, può essere sottoposto a misure di sicurezza personali. Le principali sono:
- Ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario (OPG): Attualmente sostituiti dalle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS).
- Libertà vigilata: Applicata in casi di pericolosità meno grave, con imposizione di specifici obblighi e controlli.
La durata delle misure di sicurezza è proporzionata alla pericolosità del soggetto e può essere prorogata fino a quando questa persiste.
6. Profili costituzionali
Il vizio di mente solleva importanti questioni sul piano costituzionale:
- Articolo 27 della Costituzione: Stabilisce che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Nel caso di soggetti con vizio di mente, tale principio si traduce nella necessità di trattamenti sanitari e riabilitativi adeguati.
- Principio di uguaglianza (art. 3 Cost.): Impone che le condizioni psichiche del soggetto siano valutate in modo equo e non discriminatorio.
- Diritto alla difesa (art. 24 Cost.): Il soggetto ha diritto a un’assistenza legale e medica adeguata durante il processo e l’esecuzione delle misure di sicurezza.
7. Giurisprudenza rilevante
La giurisprudenza italiana ha chiarito molti aspetti del vizio di mente, stabilendo criteri interpretativi importanti:
- Cass. Pen., Sez. I, n. 9163/2020: Ha confermato che il vizio di mente deve essere accertato con perizia psichiatrica e non può basarsi esclusivamente su dichiarazioni del soggetto o su sintomi sporadici.
- Cass. Pen., Sez. Unite, n. 9163/2005: Ha sottolineato l’importanza del nesso causale tra patologia psichica e comportamento criminoso, ribadendo che la semplice esistenza di una malattia mentale non esclude automaticamente la responsabilità penale.
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