In arrivo la app per i concorsi pubblici: il mito del posto fisso

I giovani vogliono ancora il posto fisso? Il punto sui concorsi e sulla nuova app
Nell’ormai lontano 2016 in moltissimo abbiamo riso nel vedere Checco Zalone attaccarsi con le unghie e con i denti al posto fisso nella divertente pellicola “Quo vado?”, ironica ed irriverente satira sulla precarietà del mondo del lavoro, sulla “comodità” del posto nella pubblica amministrazione e in generale sugli stereotipi a proposito dei giovani italiani, che li vogliono mammoni, pigri, incapaci di impegno e di allargare i propri orizzonti oltre la propria piccola e comoda vita.
Nel frattempo, sono cambiate molte cose, è esplosa la rivoluzione digitale in tutta la sua dirompenza, è arrivata una pandemia, sono scoppiate un paio di guerre e la sensazione di precarietà nel mondo del lavoro è più che mai viva e attuale.
Ma è ancora vero che i giovani e gli italiani in generale cercano il posto fisso nella PA? Facciamo insieme il punto sui concorsi.

Indice

1. I concorsi pubblici su TikTok


Nel febbraio 2023, il portale diritto.it ha aperto una pagina su TikTok dedicata ai concorsi pubblici, che in dieci mesi ha raccolto quasi 134.000 follower e diversi milioni di visualizzazioni facendo informazione qualificata sui bandi in uscita e in svolgimento. Considerando che il pubblico di TikTok è per lo più appartenente alla cosiddetta Gen Z, questi dati fanno riflettere su quanto, in effetti, il miraggio di vincere un concorso e quindi di approdare al posto fisso in pubblica amministrazione sia ancora vivo, tanto più che l’alternativa spesso significa precarietà e “carriere” da libero professionista sottopagate.
Ma i concorsi non fanno gola solo ai giovani, anzi: secondo i dati di Formez, oltre 265.000 persone si candidano a diversi concorsi pubblici e poi scelgono il posto con lo stipendio migliore o un contratto stabile e di questi la maggioranza ha un’età media di poco superiore ai 40 anni, con la laurea in giurisprudenza (43%), due su tre risiedono nel Mezzogiorno e più della metà sono donne.
Tuttavia, stipendi ancora troppo bassi (soprattutto per chi deve trasferirsi in sede diversa e quindi sostenere i costi di un appartamento in affitto magari in città eccessivamente costose come Milano) e il generale rincaro del costo della vita, fanno sì che circa il 20% dei candidati vincitori si ritiri, mettendo in crisi molti uffici della Pubblica Amministrazione dal punto di vista, già critico, dell’efficienza e della produttività.


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2. Le nuove modalità di reclutamento della PA: inPa e la nuova App concorsi


Nel contesto di questo profondo cambiamento nella PA, a partire dal 2021 l’unico canale per la pubblicazione e il reclutamento è diventato il portale inpa.gov.it, dove vengono pubblicati tutti i bandi, gli incarichi di collaborazione, le ricerche di assunzione a tempo determinato e indeterminato.
In aggiunta, a partire dal mese di dicembre di quest’anno, gli aspiranti concorsisti potranno usufruire di una nuova app scaricabile da tutti gli store, che porterà la possibilità di iscriversi ai concorsi direttamente dallo smartphone. L’app consentirà agli utenti di visualizzare i bandi di concorso suddivisi per regione e provincia attraverso una mappa interattiva, offrendo un panorama completo delle opportunità di lavoro nel settore pubblico su tutto il territorio nazionale. Si tratterà di un grande motore di ricerca avanzato, che permetterà agli utenti di filtrare le offerte in base alle proprie esigenze, come la categoria di lavoro, l’area geografica, lo stato del concorso, il periodo di pubblicazione e il trattamento economico offerto.
Per quanto riguarda il funzionamento dell’applicazione, una volta scaricata dagli store online, gli utenti potranno accedere alla pagina iniziale sia come ospiti sia come utenti registrati. L’autenticazione digitale, effettuata tramite SPID, carta d’identità elettronica, carta nazionale dei servizi o identità digitale eIDAS, consentirà l’accesso all’area con la mappa delle offerte. Inoltre, sarà presente una sezione dedicata alle principali notizie sulle attività di reclutamento, facilitando la comprensione delle opportunità offerte dalle amministrazioni centrali e locali.

3. Una nuova PA


Per il 2024 si prevedono circa 170.000 nuovi posti di lavoro nel settore pubblico, principalmente a tempo indeterminato. Attualmente, sulla piattaforma online InPA sono registrate quasi 1 milione di persone, e sono stati pubblicati oltre 10.500 bandi di concorso e avvisi di ricerca di esperti. InPA si configura come un progetto strategico nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), concepito per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, promuovendo allo stesso tempo la transizione digitale nella Pubblica Amministrazione.
La nuova app non si limiterà all’applicazione pratica, ma dimostra un impegno a lungo termine nel campo della formazione. Il Ministero della Funzione Pubblica, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, progetta di istituire nel prossimo futuro un’Accademia per la Pubblica Amministrazione. Questa accademia avrà l’obiettivo di formare giovani talenti dotati di abilità trasversali, contribuendo così a rafforzare il settore della Pubblica Amministrazione con professionalità qualificate e preparate, nell’ottica non solo della famosa digitalizzazione della PA, ma anche di un incremento delle competenze nel settore pubblico.
Questo, insieme con una nuova attrattiva del settore pubblico per i giovani, sembra essere gli obiettivi del Ministero e del Ministro Zangrillo, che così si è espresso in una recente intervista: “Il 2023 è l’anno europeo delle competenze, una delle tre parole chiave, insieme a merito e responsabilità, del mio programma. Non mi riferisco soltanto al bagaglio di conoscenze di una persona, ma anche ad abilità come saper fare, risolvere problemi e organizzare informazioni. Penso alle soft skill, ovvero alle capacità personali e sociali di collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, prendere decisioni, lavorare in team e saper ascoltare gli altri. Sono convinto che queste siano le qualità necessarie per affrontare le sfide di un mondo in continua trasformazione. Per questo credo che la pubblica amministrazione non debba essere soltanto una sicurezza, il cosiddetto “posto fisso”, ma un’opportunità professionale qualificante dove aspettative, gratificazioni e percorsi di carriera siano non solo possibili, ma concretamente realizzabili … Ai giovani dico che la cosa più importante non è scegliere l’azienda che paga di più, o che può sembrare più attrattiva, ma di guardare alle organizzazioni che offrono l’opportunità di continuare a formarsi, di crescere e arricchire le proprie capacità. Questa è la Pubblica amministrazione che ho in mente, un’organizzazione che dia non solo opportunità ma anche prospettive”.

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Avv. Luisa Di Giacomo

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