Le intercettazioni come mezzo di ricerca della prova

Redazione 10/10/24

Le intercettazioni telefoniche e ambientali svolgono un ruolo cruciale come mezzo di ricerca della prova nel diritto penale, specialmente per reati complessi come la criminalità organizzata e il terrorismo. Tuttavia, a causa della loro natura invasiva, è fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità investigativa e la tutela dei diritti fondamentali, come il diritto alla privacy. Le norme che regolano le intercettazioni si sono evolute per rispondere a questo duplice obiettivo, culminando nelle recenti modifiche legislative del 2017 e successive integrazioni. Per un valido supporto per professionisti in materia di intercettazioni consigliamo: La nuova disciplina delle intercettazioni dopo la riforma Nordio

Indice

1. La funzione delle intercettazioni nella ricerca della prova


Nel diritto penale, le intercettazioni sono spesso utilizzate per raccogliere prove dirette, consentendo di ascoltare o registrare conversazioni che documentano condotte criminose. Questo è particolarmente rilevante per quei reati che coinvolgono organizzazioni criminali, dove le prove sono spesso difficili da ottenere attraverso altri mezzi. Le intercettazioni possono catturare non solo le comunicazioni tra i sospetti, ma anche i contesti in cui avvengono, permettendo di ottenere un quadro completo delle attività criminose.

2. Doppia natura delle intercettazioni: prova e ricerca della prova


Le intercettazioni assumono un ruolo “anfibio” nel diritto penale, in quanto possono essere sia mezzo di ricerca della prova sia prova diretta. In situazioni dove la comunicazione intercettata costituisce di per sé l’atto criminoso, essa diventa corpo del reato. Ad esempio, in casi di corruzione o estorsione, la stessa conversazione intercettata può documentare direttamente il reato, fornendo una prova immediata e auto-evidente della condotta criminosa. In altri contesti, tuttavia, l’intercettazione fornisce soltanto indizi o conferme, che devono essere corroborati da altre fonti per costruire un caso solido.

3. Il ruolo del giudice e la valutazione dell’autorizzazione


Dalla riforma del 2017, il giudice ha acquisito un ruolo cruciale nell’autorizzare le intercettazioni, essendo tenuto a valutare autonomamente le motivazioni che giustificano l’uso di questo strumento invasivo. L’idea è di garantire un controllo rigoroso, evitando l’uso arbitrario o eccessivo delle intercettazioni. Con le modifiche del 2023, l’autorizzazione all’uso di captatori informatici (trojan horse) richiede una motivazione ancora più stringente. Questa valutazione si basa su parametri specifici, tra cui la proporzionalità tra l’invasività dello strumento e la gravità del reato sospettato.

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    4. Captatori informatici e la sfida della tecnologia


    L’introduzione di strumenti avanzati come i trojan horse ha amplificato le capacità delle intercettazioni. Questi captatori informatici possono acquisire non solo le comunicazioni vocali, ma anche immagini, messaggi e dati relativi agli spostamenti dei soggetti indagati. Ciò comporta un’ulteriore invasione della sfera privata e ha spinto il legislatore a regolamentare in modo dettagliato il loro utilizzo. Il trojan, che può attivare il microfono o la videocamera del dispositivo, rappresenta un mezzo molto potente che, per essere utilizzato, richiede un’attenta ponderazione da parte del giudice, evitando che venga applicato in modo indiscriminato.

    5. La Cassazione e i limiti all’uso delle intercettazioni


    La Corte di Cassazione ha più volte ribadito i limiti legali per l’uso delle intercettazioni come prova. L’intercettazione può diventare “corpo del reato” solo quando la comunicazione intercettata documenta integralmente la condotta illecita. Ad esempio, se in un caso di traffico di droga, un’intercettazione documenta un accordo per lo scambio di sostanze stupefacenti, essa diventa prova diretta del reato. Al contrario, quando si tratta di mere conversazioni che suggeriscono il coinvolgimento, ma non comprovano direttamente l’azione criminosa, le intercettazioni restano elementi probatori da integrare con ulteriori indagini.

    6. Implicazioni pratiche per il sistema giuridico


    L’uso delle intercettazioni è soggetto a dibattiti e controversie, sia per quanto riguarda la protezione della privacy, sia per l’efficacia investigativa. Per gli avvocati difensori, le intercettazioni offrono margini di contestazione: possono infatti sollevare obiezioni relative alla mancanza di proporzionalità nell’uso degli strumenti di sorveglianza, o alla carenza di prove concrete derivanti dalle intercettazioni stesse. Le norme attuali, e in particolare la supervisione giudiziaria, offrono quindi un equilibrio tra i poteri dello Stato e la protezione dei diritti individuali, ma anche un contesto in cui è possibile contestare eventuali abusi.

    7. Il Futuro della disciplina delle intercettazioni


    Alla luce delle innovazioni tecnologiche e delle sfide crescenti rappresentate dalla criminalità organizzata e dal terrorismo, è probabile che la normativa in materia di intercettazioni continuerà a evolvere. Con l’avanzamento della tecnologia, il legislatore dovrà rivedere periodicamente le norme per mantenere un giusto bilanciamento tra l’efficacia delle indagini e la tutela dei diritti fondamentali.
    L’utilizzo di strumenti come i trojan solleva infatti nuove questioni di diritto, richiedendo che l’interprete si adatti rapidamente alle nuove realtà. La giurisprudenza e la dottrina continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel definire i confini dell’utilizzabilità delle intercettazioni, specialmente nelle fattispecie di criminalità organizzata, in cui la soglia probatoria è più bassa e l’uso delle intercettazioni risulta strategicamente fondamentale.

    8. Conclusione


    Il tema delle intercettazioni da tempo è uno dei più dibattuti e diversi sono stati gli interventi normativi che lo hanno interessato. Il volume La nuova disciplina delle intercettazioni dopo la riforma Nordio offre una disamina completa della normativa attualmente in vigore che regolamenta la materia delle intercettazioni (telefoniche e non), alla luce dei recenti interventi legislativi, dalla Legge 9 ottobre 2023, n. 137, di conversione del D.L. n. 105/2023 (decreto Giustizia) alla Legge 9 agosto 2024, n. 114 (riforma Nordio), nonché della rilevante pronuncia della Corte Costituzionale n. 170 del 2023.
    L’attenzione è rivolta agli aspetti pratici ed operativi della disciplina, con particolare riguardo alle varie forme di intercettazioni (telefoniche, telematiche, ambientali), alle nuove tecniche utilizzate (come il trojan), e alla disciplina relativa alla acquisizione dei tabulati telefonici. Molto curata ed approfondita è la ricognizione dei principi operanti in materia elaborati dalla giurisprudenza di legittimità.

    FORMATO CARTACEO

    La nuova disciplina delle intercettazioni dopo la riforma Nordio

    Il tema delle intercettazioni da tempo è uno dei più dibattuti e diversi sono stati gli interventi normativi che lo hanno interessato. Il presente volume offre una disamina completa della normativa attualmente in vigore che regolamenta la materia delle intercettazioni (telefoniche e non), alla luce dei recenti interventi legislativi, dalla Legge 9 ottobre 2023, n. 137, di conversionedel D.L. n. 105/2023 (decreto Giustizia) alla Legge 9 agosto 2024, n. 114 (riforma Nordio), nonché della rilevante pronuncia della Corte Costituzionale n. 170 del 2023.L’attenzione è rivolta agli aspetti pratici ed operativi della disciplina, con particolare riguardo alle varie forme di intercettazioni (telefoniche, telematiche, ambientali), alle nuove tecnicheutilizzate (come il trojan), e alla disciplina relativa alla acquisizione dei tabulati telefonici. Molto curata ed approfondita è la ricognizione dei principi operanti in materia elaborati dalla giurisprudenza di legittimità.Paolo Emilio De Simone,Magistrato presso il Tribunale di Roma.Rosalba Cornacchia,Magistrato presso il Tribunale di Ferrara.Raffaella Montesano,Avvocato del Foro di Roma.

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