All’interno dei contesti in cui è possibile ricorrere all’istituto della mediazione, senza dubbio quello aziendale ed industriale risulta di particolare interesse, sia per le possibilità di risoluzione del conflitto, sia per i vantaggi in termini di tempo e di costi.
Mediamente un manager spende un terzo del suo tempo nella gestione di conflitti interni all’organizzazione, computo al quale si aggiunge anche il periodo da dedicare alla risoluzione delle controversie extra aziendali.
Risultano frequenti i conflitti fra i soggetti coinvolti all’interno dell’azienda: si pensi al rapporto fra imprenditore e dipendenti, fra colleghi, all’interno di gruppi di lavoro, ma anche all’esterno, con clienti, fornitori, concorrenti, banche, istituzioni.
Riconoscere tali situazioni vuol dire saper distinguere i conflitti positivi che possono dare l’impulso ad una crescita personale e aziendale da quelli negativi che sortiscono un effetto deleterio ed impediscono la realizzazione del bene dell’azienda e il naturale svolgimento del proprio lavoro in maniera pacifica.
I conflitti, in questo ambito, possono riguardare materie diverse: dalla difficoltà a collaborare e a fare squadra, al rapporto teso con colleghi e datori di lavoro, dalle controversie riguardanti la situazione lavorativa e finanziaria alle divergenze nell’organizzazione del lavoro e della produzione. A questi si aggiungono le disaccordi legati ad inadempienze contrattuali, difficoltà di recupero dei crediti, problematiche fiscali, contrasti riguardanti gli accordi e le violazioni relative a marchi e brevetti e alla loro distribuzione.
Tali situazioni possono sfociare in stress, ansia, tensione, irritabilità e diminuzione della capacità produttiva e collaborativa, e, nei casi più gravi ad alienazione, somatizzazione, depressione, mobbing.
Una condizione così prolungata nel tempo produce l’istaurarsi di un clima non sereno e che pregiudica la capacità di prendere decisioni, di poter organizzare in maniera efficace la propria azienda, ma anche la capacità redditizia di tutto il comparto.
Lavorare, viceversa, in un ambiente positivo, stimolante e prolifico costituisce il primo passo per una gestione del tempo e delle risorse efficace e produttiva.
In tale contesto si inserisce la mediazione aziendale e d’impresa, volta a semplificare tali vicenda, a disinnescare i potenziali conflitti e a stabilire un clima collaborativo e partecipe fra i soggetti coinvolti.
Intraprendere un percorso di mediazione aziendale e d’impresa vuol dire risolvere in maniera volontaria, positiva e definitiva, con l’aiuto di un professionista preparato e disponibile, le diverse problematiche che si propongono quotidianamente nel contesto aziendale.
Sarà il mediatore aziendale e d’impresa a pianificare insieme alle parti la strategia da seguire a riconoscere i veri bisogni e a trovare una soluzione rapida, efficace ed economica del conflitto.
Il mediatore aziendale e d’impresa è un “navigatore di conflitti” che riconosce il nucleo del conflitto e ripristina la capacità di comunicare fra gli autori basandosi sui metodi della mediazione e del coaching.
La mediazione aziendale ha l’obiettivo di proteggere gli esistenti rapporti commerciali e le relazioni sociali, favorendo il recupero del rapporto e istaurando nuove sinergie.
L’accordo è voluto dalle parti che partecipano attivamente insieme al mediatore alla costruzione e alla stesura dello stesso ed ha una duplice caratteristica: da un lato, infatti, mira alla risoluzione del conflitto in maniera definitiva e duratura, dall’altro, ricompone il rapporto e a trovare nuove opportunità di collaborazione tra i soggetti coinvolti.
Il risultato dell’accordo che le parti insieme al mediatore raggiungono costituisce contratto di tipo transattivo valido e vincolante fra le parti.
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