La trilateralità del rapporto di lavoro. Il rapporto di lavoro con l’Università
Il medico docente è, a tutti gli effetti, un universitario e mantiene il proprio status anche quando esercita l’attività assistenziale. Per tale motivo il rapporto di lavoro si instaura con l’Università a seguito di una procedura di reclutamento selettiva che consiste in una valutazione comparativa secondo le modalità stabilite dalla legge
210 del 1998, dal d.P.R. 117 del 2000 e dalle integrazioni apportate dai singoli regolamenti d’Ateneo. In base alle disposizioni citate, compito del Rettore è quello di indire con decreto la procedura selettiva, al termine della quale verrà individuato il candidato idoneo a ricoprire il ruolo di docente universitario e che verrà assunto nell’organico accademico. Atipica è, però, la fonte da cui sorge il rapporto di lavoro del docente universitario. Il docente universitario, infatti, non stipula un contratto individuale di lavoro subordinato, ma viene nominato con decreto rettorale. Fonte del rapporto di lavoro è, quindi, un provvedimento amministrativo unilaterale. A seguito del provvedimento l’Università assume la qualifica di “datore di lavoro” e il docente universitario diviene prestatore di un rapporto di lavoro pubblico. Il carattere pubblico del rapporto d’impiego è determinato dalla previsione dell’art.
3, comma 2 del d.lgs. 165 del 2001 che ha escluso dalla c.d. contrattualizzazione i docenti universitari.
I rapporti tra Università e Servizio Sanitario Nazionale sono stati oggetto di ulteriori modifiche normative da parte della legge 4 novembre 2005, n. 230 recante “Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari” e della legge 30 dicembre 2010, n. 240 recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”.
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