L’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente trasformando settori chiave in tutto il mondo, portando con sé numerosi vantaggi, ma anche importanti sfide legali ed etiche. Le legislazioni in materia di AI, seppur ancora in evoluzione, stanno cercando di adattarsi alla velocità dello sviluppo tecnologico, affrontando temi come la responsabilità, la trasparenza e la protezione dei dati. Di seguito, si presenta una panoramica delle principali iniziative normative a livello europeo, nazionale e mondiale. Per esplorare il tema delle AI, consigliamo il volume Ai Act -Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024. Per rispondere a queste sfide abbiamo organizzato i corsi online Legal Prompting – Corso Base, giunto alla sua terza edizione, e Legal Prompting – Corso Avanzato.
Indice
1. Regolamentazione europea: l’Artificial Intelligence Act (AI Act)
L’Unione Europea (UE) ha dimostrato un forte impegno nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale con la proposta di regolamento noto come Artificial Intelligence Act, presentato nel 2021. Questo regolamento propone un approccio basato sul rischio, dividendo le applicazioni dell’AI in quattro categorie: rischio inaccettabile, rischio alto, rischio limitato e rischio minimo. Con sanzioni severe per chi viola le norme, il regolamento mira a proteggere i diritti fondamentali dei cittadini, promuovendo al contempo l’innovazione tecnologica in un quadro di sicurezza e trasparenza.
L’UE pone particolare attenzione anche alla privacy, con il GDPR (General Data Protection Regulation) che regola la raccolta e l’utilizzo dei dati personali, obbligando le aziende a garantire che le informazioni utilizzate dai sistemi di AI rispettino i diritti degli individui.
2. Il quadro giuridico italiano
In Italia, il Piano Nazionale di Intelligenza Artificiale (PNIA) rappresenta lo strumento principale per lo sviluppo e la regolamentazione dell’AI. Il piano si concentra su tre obiettivi principali: supportare l’ecosistema di innovazione, migliorare le competenze digitali e sviluppare una regolamentazione trasparente ed etica. L’Italia, in linea con le politiche europee, si sta dotando di strumenti normativi per garantire lo sviluppo dell’AI in modo conforme alle normative sulla protezione dei dati e sulla responsabilità legale.
3. Panoramica mondiale: USA, Cina e altre giurisdizioni
1. Stati Uniti Gli Stati Uniti, leader globali nello sviluppo di tecnologie AI, adottano un approccio frammentato alla regolamentazione. Non esiste ancora una legge federale unica che regoli l’AI, ma diversi settori hanno normative specifiche. Le autorità americane stanno cercando di bilanciare la promozione dell’innovazione con la protezione dei consumatori e la sicurezza nazionale. A tal proposito, l’AI Bill of Rights, un’iniziativa promossa dalla Casa Bianca, cerca di definire principi fondamentali come la protezione dei dati, la non discriminazione e la trasparenza nei processi decisionali automatizzati.
La Federal Trade Commission (FTC) ha inoltre sottolineato che le tecnologie AI devono essere conformi alle leggi esistenti sulla protezione dei consumatori, concentrandosi particolarmente sulla correttezza, l’accuratezza e l’evitare pratiche ingannevoli.
2. Cina La Cina ha un approccio centralizzato e fortemente controllato alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di diventare leader mondiale in questo campo entro il 2030. Il governo cinese ha sviluppato piani strategici per incentivare lo sviluppo di AI, ma al contempo sta rafforzando il controllo su alcune tecnologie critiche, come il riconoscimento facciale e i sistemi di sorveglianza. Le normative cinesi sull’AI si concentrano su due aspetti principali: sicurezza e sovranità digitale.
Il Piano di Sviluppo per l’Intelligenza Artificiale di Nuova Generazione del 2017 ha stabilito delle direttive per incentivare la ricerca e l’applicazione dell’AI in Cina, ma anche per monitorare da vicino le sue implicazioni sulla privacy e sulla sicurezza. Tuttavia, le preoccupazioni internazionali riguardano l’uso di sistemi di AI per il controllo sociale, che pongono la Cina in una posizione controversa in termini di tutela dei diritti umani.
3. Giappone Il Giappone ha adottato una strategia diversa rispetto a molti altri Paesi. Mentre sviluppa tecnologie AI avanzate, il governo ha promosso il concetto di “Society 5.0”, una società intelligente in cui l’AI e l’automazione sono utilizzate per migliorare la qualità della vita. Il quadro giuridico giapponese incoraggia lo sviluppo di tecnologie etiche e pone l’accento sull’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per affrontare questioni come l’invecchiamento della popolazione e la scarsità di forza lavoro.
A livello normativo, il Giappone sta integrando l’AI con le leggi esistenti, come il Personal Information Protection Act (PIPA), per garantire che i dati personali utilizzati dai sistemi AI siano protetti.
4. Regno Unito Nel Regno Unito, la regolamentazione dell’intelligenza artificiale è fortemente influenzata dalla strategia post-Brexit. L’AI è considerata un motore chiave per lo sviluppo economico e tecnologico, con il governo che ha annunciato investimenti significativi nel settore. Tuttavia, il quadro normativo è ancora in fase di sviluppo e il Regno Unito sta lavorando per trovare un equilibrio tra la regolamentazione e l’innovazione, ispirandosi sia al GDPR dell’UE sia alla legislazione americana.
Il Centre for Data Ethics and Innovation (CDEI) è stato istituito per fornire consulenza al governo su come gestire le sfide etiche poste dall’AI, come la discriminazione algoritmica e l’uso dell’AI nei processi decisionali pubblici.
5. Canada Il Canada, noto per il suo approccio progressista alle nuove tecnologie, ha adottato il Directive on Automated Decision-Making, una delle prime normative globali che stabilisce requisiti rigorosi per l’uso di sistemi AI nel settore pubblico. Questa direttiva richiede trasparenza, responsabilità e valutazioni di impatto, assicurando che i cittadini siano informati quando interagiscono con sistemi automatizzati.
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