Il 28 settembre il Tribunale meneghino ha dichiarato l’illegittimità di ben 4.000 licenziamenti, condannando il datore di lavoro Uber Eats Italy per condotta anti sindacale, non avendo proceduto alle consultazioni con le organizzazioni sindacali per la cessazione delle attività di food delivery nello stato.
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Indice
1. La mail di recesso dal contratto di lavoro
La piattaforma Uber Eats contava circa 8.000 iscritti, di cui la metà attivi, quindi nei mesi scorsi, prima di concludere le attività in Italia, aveva inviato un’e-mail di licenziamento a tutti i fattorini.
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2. La nota di NIdiL Cgil, Filcams Cgil e Filt Cgil
Le sigle promotrici del ricorso contro i licenziamenti, in una nota pubblicata sui vari website, fanno sapere che “Il tribunale ha ordinato all’azienda di revocare ‘tutti i recessi’ comunicati ai rider e di avviare con le organizzazioni sindacali le procedure di confronto in materia di delocalizzazione e licenziamento collettivo ex lege 234/2021 ed ex lege 223/91, di comunicare a tutti i circa 4mila rider il provvedimento e di pubblicarlo sul proprio sito aziendale, sulle pagine Facebook e Instagram e sui principali quotidiani nazionali”.
Il tribunale di Milano ha infatti ordinato a Uber Eats di revocare tutti i recessi dai contratti di lavoro di coloro che svolgono la prestazione di rider attraverso un account attivo alla data del 14 giugno 2023. Essendo “lavoratori subordinati”, la società soggiaceva all’obbligo, prima di procedere alla comunicazione dei recessi, di attivare con le organizzazioni sindacali ricorrenti le procedure di consultazione previste.
3. Le dichiarazioni dei sindacati
“È significativo che per la prima volta trovi applicazione in Italia la disciplina delle delocalizzazioni delle multinazionali, che le responsabilizza nei processi di ristrutturazione. Sono infatti state totalmente accolte le rivendicazioni che le organizzazioni sindacali hanno avanzato con fermezza durante il confronto con la multinazionale (…) Uber Eats dovrà richiamare in servizio tutti i rider ai quali dovrà comunicare il provvedimento e avviare un reale confronto con le organizzazioni sindacali. Si dimostra ancora una volta che ai rider devono essere applicati tutti i diritti dei lavoratori subordinati”.
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Il lavoro subordinato
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A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023
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