Misure alternative alla detenzione: quando si possono concedere

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Quando possono essere concesse le misure alternative alla detenzione (commento a sentenza). Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale rappresenta un valido strumento operativo di ausilio per il Professionista: Formulario annotato del processo penale

Corte di Cassazione -sez. I pen.- sentenza n. 18347 del 29-02-2024

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Indice

1. La questione: concessione misure alternative


Il Tribunale di sorveglianza di Perugia rigettava un’istanza di affidamento in prova al servizio sociale.
In particolare, a ragione di codesta decisione, il Tribunale poneva l’insufficiente revisione critica della devianza e l’inadeguatezza delle opportunità risocializzanti prospettate, anche per la mancata disponibilità del condannato allo svolgimento di attività in funzione riparatoria.
Ciò posto, avverso questa decisione il difensore dell’istante proponeva ricorso per Cassazione, deducendo violazione di legge e vizio di motivazione.
Difatti, secondo il ricorrente, l’ordinanza impugnata: si sarebbe arrestata al rilievo di precedenti penali ormai risalenti; avrebbe pretermesso le favorevoli risultanze dell’inchiesta sociofamiliare; avrebbe sottovalutato ogni ulteriore indice (tra cui l’assenza di collegamenti con la criminalità organizzata e la titolarità di attività di lavoro) deponente per l’ottenimento della misura alternativa, già in passato utilmente disposta. Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale rappresenta un valido strumento operativo di ausilio per il Professionista: Formulario annotato del processo penale

FORMATO CARTACEO

Formulario Annotato del Processo Penale

Il presente formulario, aggiornato al D.Lgs. 19 marzo 2024, n. 31 (cd. correttivo Cartabia), rappresenta un valido strumento operativo di ausilio per l’Avvocato penalista, oltre che per i Giudici di pace o per gli aspiranti Avvocati, mettendo a loro disposizione tutti gli schemi degli atti difensivi contemplati dal codice di procedura penale, contestualizzati con il relativo quadro normativo di riferimento e corredati dalle più significative pronunce della Corte di Cassazione, oltre che dai più opportuni suggerimenti per una loro migliore redazione.La struttura del volume, divisa per sezioni seguendo sostanzialmente l’impianto del codice di procedura penale, consente la rapida individuazione degli atti correlati alle diverse fasi processuali: Giurisdizione e competenza – Giudice – Pubblico ministero – Parte civile – Responsabile civile – Civilmente obbligato – Persona offesa – Enti e associazioni – Difensore – Gli atti – Le notificazioni – Le prove – Misure cautelari personali – Riparazione per ingiusta detenzione – Misure cautelari reali – Arresto in flagranza e fermo – Indagini difensive e investigazioni difensive – Incidente probatorio – Chiusura delle indagini – Udienza preliminare – Procedimenti speciali – Giudizio – Procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica – Appello – Ricorso per cassazione – Revisione – Riparazione per errore giudiziario – Esecuzione – Rapporti giurisdizionali con le autorità straniere.Specifiche sezioni, infine, sono state dedicate al Patrocinio a spese dello stato, alle Misure cautelari nei confronti degli enti (D.Lgs. n. 231 del 2001) ed al Processo penale davanti al Giudice di pace (D.Lgs. n. 274 del 2000).L’opera è corredata da un’utilissima appendice, contenente schemi riepilogativi e riferimenti normativi in grado di rendere maggiormente agevole l’attività del legale.Valerio de GioiaConsigliere della Corte di Appello di Roma.Paolo Emilio De SimoneMagistrato presso il Tribunale di Roma.

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


La Suprema Corte considerava il ricorso suesposto infondato, reputando come il giudice di merito si fosse correttamente attenuto ai seguenti principi di diritto: 1) la concessione delle misure alternative alla detenzione è rimessa alla valutazione della magistratura di sorveglianza, che deve verificare, al di fuori di ogni automatismo, la meritevolezza del condannato in relazione al beneficio richiesto e l’idoneità di quest’ultimo a facilitarne il reinserimento sociale (tra le molte, Sez. 1, n. 8712 del 08/02/2012); 2) il giudice, basandosi anzitutto sulle relazioni provenienti dagli organi deputati all’osservazione del condannato medesimo, ma senza essere vincolato alle valutazioni ivi espresse, deve apprezzare le riferite informazioni sulla sua personalità, sull’evoluzione della medesima dopo il commesso reato e sulla condotta attuale di vita, parametrandone la rilevanza ai fini della decisione alle istanze rieducative sottostanti la misura e ai profili di persistente pericolosità dell’interessato (Sez. 1, n. 23343 del 23/03/2017); 3) rientra nella discrezionalità del giudice di merito l’apprezzamento sull’idoneità o meno, ai fini della risocializzazione e della prevenzione della recidiva, della misura alternativa in discorso, e l’effettuazione della prognosi sottostante (Sez. 1, n. 16442 del 10/02/2010), fermo restando che la relativa valutazione non è censurabile in sede di legittimità se risulta sorretta da motivazione adeguata e rispondente a canoni logici (Sez. 1, n. 652 del 10/02/1992).

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3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando possono essere concesse le misure alternative alla detenzione.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che, nel decidere se concedere o meno le misure alternative alla detenzione, la magistratura di sorveglianza deve valutare individualmente ogni caso, considerando la meritevolezza del condannato per il beneficio richiesto e se quel beneficio aiuterà effettivamente il reinserimento sociale del condannato, fermo restando che il giudice non è vincolato dalle valutazioni degli osservatori del condannato ma deve tener conto delle informazioni sulla sua personalità, sul suo cambiamento dopo il reato e sulla sua condotta attuale, le quali, a loro volta, devono essere valutate in relazione agli obiettivi rieducativi della misura e al rischio di recidiva del condannato.
Tale provvedimento, quindi, può essere preso nella dovuta considerazione ogni volta si debba appurare se siano stati correttamente riconosciuti, o negati, siffatti benefici penitenziari.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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