Nuove linee guida educazione civica: freno alle emergenze sociali?

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Dopo un anno e mezzo di gestazione il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato le nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Si tratta di un traguardo storico perché nel lungo periodo le stesse potranno costituire uno strumento utile per contrastare gran parte delle principali piaghe sociali della nostra società tra le quali i femminicidi, la delinquenza minorile, la criminalità organizzata, gli incidenti stradali, la disaffezione al voto e la sicurezza sul lavoro. In particolare, gli omicidi familiari, un tempo considerati casi isolati e aberranti, stanno diventando una drammatica realtà. La brutalità e la frequenza di questi crimini, in continua crescita, segnano una preoccupante trasformazione della famiglia divenuta da sicuro rifugio a teatro di violenza estrema. Un fenomeno di cui si è tornati a parlare a seguito della strage di Paderno Dugnano, dove un ragazzo di 17 anni ha brutalmente ucciso suo padre Fabio, sua madre Daniela e il fratellino Lorenzo di soli 12 anni. Anche le vicende di Giulia Cecchetin e di Sharon Verzeni hanno destato molto scalpore nell’opinione pubblica sia per le modalità con cui sono stati commessi i crimini, sia per la giovane età delle vittime. Di qui la necessità di dare vita a una campagna formativa per l’educazione dei nostri giovani all’affettività e al rispetto delle regole sociali e costituzionali. Si ritiene, pertanto, che tali linee guida, pur con i loro limiti, possano costituire uno strumento utile per arginare nel lungo termine tali fenomeni e, tuttavia, si è in presenza di fatti socio-culturali profondamente radicati nella nostra Società e pertanto si rende necessaria anche l’adozione di misure concomitanti come un ulteriore potenziamento delle strutture associative e lo sviluppo di un’assistenza psicologica generalizzata, ben più rilevante del c.d. bonus psicologo.
Per info sulle linee guida vedi anche l’articolo: Anno scolastico 2024/25: nuove linee guida per educazione civica

Indice

1. Le principali emergenze sociali


Il più significativo intervento in materia di contrasto alla violenza di genere, che costituisce una delle emergenze sociali più odiose, è stato realizzato con la legge n. 69/2019 (c.d. codice rosso). Tale provvedimento reca modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.[1]

Nel merito lo stesso individua un catalogo di reati attraverso i quali si esercita la violenza domestica e di genere e, in relazione a queste fattispecie, interviene sul codice di procedura penale al fine di velocizzare l’instaurazione del procedimento penale e, conseguentemente, accelerare l’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. Il provvedimento, inoltre, incide sul codice penale per inasprire le pene per alcuni dei citati delitti, per rimodulare alcune aggravanti e per introdurre nuove fattispecie di reato.[2]
Ma l’aumento esponenziale degli omicidi di genere nel nostro Paese, spesso perpetrati con modalità agghiaccianti, come nel caso di Giulia Cecchetin e più di recente di Sharon Verzeni, che hanno destato sconcerto anche per la giovane età delle vittime e delle modalità di esecuzione, ha indotto il Parlamento ad approvare celermente e all’unanimità la legge n. 168 del 24 novembre 2023, “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”.
Il provvedimento, composto da 19 articoli, è diretto soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosiddetti “reati spia” possano poi degenerare in fatti più gravi. E infatti l’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.[3] 
Un’altra emergenza sociale è rappresentata dal dilagare della delinquenza minorile. Infatti, negli ultimi tempi si è assistito ad un incremento esponenziale dei reati commessi da minori spesso caratterizzati da una violenza inaudita, come da ultimo nel caso della strage di Paderno Dugnano, dove un ragazzo di 17 anni ha brutalmente ucciso suo padre Fabio, sua madre Daniela e il fratellino Lorenzo di soli 12 anni.
Per far fronte a tali episodi criminosi, con decreto legge n.123 del 15 settembre 2023, convertito con la legge 13 novembre 2023, n. 159 (c.d. decreto “Caivano”), sono state previste norme più rigorose per contrastare il dilagante fenomeno dei reati commessi da minori. Tale normativa, rubricata “Disposizioni urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale” ha previsto una serie di misure volte a contenere il dilagare dei reati commessi da minori anche in chiave preventiva.[4] 
Con il provvedimento in questione, si introduce, una nuova disposizione concernente il percorso rieducativo del minore: nel caso di reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore a cinque anni o la pena pecuniaria, il pubblico ministero notifica al minore e all’esercente la responsabilità genitoriale l’istanza di definizione anticipata del procedimento, subordinata alla condizione che il minore acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione civica e sociale sulla base di un programma rieducativo.
In materia preventiva, invece, si rafforzano, i meccanismi di controllo e verifica dell’adempimento dell’obbligo scolastico e si introduce una nuova fattispecie di reato per i casi di elusione. Nell’ipotesi di dispersione assoluta (il minore mai iscritto a scuola nonostante l’ammonimento), si introduce la pena fino a due anni di reclusione; nel caso di abbandono scolastico (il minore che, pur iscritto, faccia un numero di assenze tale da eludere l’obbligo scolastico), la pena prevista è fino ad un anno di reclusione. Si pone in essere in tal modo un forte richiamo ai doveri genitoriali.
In sede di conversione da parte del Senato sono state apportate significative modifiche presenti anche nel testo definitivo. In particolare sono state previste norme sulla vigilanza dell’obbligo di istruzione, sulla verifica dell’età per l’accesso ai siti pornografici, e soprattutto interventi a supporto delle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno, la cosiddetta «Agenda Sud», unitamente a misure per il rafforzamento del personale amministrativo e scolastico, per l’offerta formativa e la creazione di nuovi asili nido per i bambini da 0 a 2 anni. Queste ultime costituiscono un passo in avanti per il contrasto alla delinquenza minorile e si inseriscono in un programma di più ampio respiro. [5]
Un cenno meritano, poi, data la complessità del fenomeno, le problematiche relative alla   criminalità organizzata e al dilagare della tossicodipendenza, questione strettamente correlata. Dal punto di vista normativo, bisogna partire necessariamente da due interventi legislativi fondamentali. In primo luogo la legge 646/1982, cosiddetta Rognoni-La Torre, che ha introdotto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso e ha consentìto per la prima volta di aggredire direttamente i patrimoni criminali, anche attraverso misure di prevenzione.  Successivamente, la legge 109/1996 “Disposizioni in materia di gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati” ha introdotto «regole per organizzare l’iter procedurale dei beni sequestrati e confiscati», prevedendone l’utilizzo per finalità sociali attraverso la restituzione alle comunità che avevano subito le conseguenze di comportamenti illeciti derivanti dalle attività della criminalità organizzata, con il duplice obiettivo di indebolirne le organizzazioni e riaffermare il principio della restituzione dei beni alla collettività. In questa sede, anche al fine di una efficace attività didattica, vanno messe in rilievo le numerose criticità esistenti per l’utilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata come la circostanza che in molte province vi sono ancora beni immobili abitati dalle famiglie dei mafiosi, con la conseguente necessità dello sgombero degli stessi ancora in uso dai pregiudicati, il lungo tempo necessario per l’effettiva destinazione e il fatto che molti dei beni già destinati non sono effettivamente utilizzati per scopi sociali o istituzionali e giacciono abbandonati di solito sotto la gestione dei Comuni.
Un’altra piaga sociale che tormenta la nostra Società è rappresentata dagli incidenti stradali. Sul fronte dell’incidentalità stradale, nel 2023 si registra un lieve miglioramento per il numero delle vittime rispetto all’anno precedente; in controtendenza aumentano incidenti e feriti, seppur in maniera contenuta.
Nel 2023 sono 3.039 i morti in incidenti stradali in Italia (-3,8% rispetto all’anno precedente), 224.634 i feriti (+0,5%) e 166.525 gli incidenti stradali (+0,4%). I valori, quindi, sono in lieve aumento rispetto al 2022 per incidenti e feriti, ma in diminuzione per le vittime. Le vittime aumentano nel 2023 per i conducenti di monopattini e di biciclette e biciclette elettriche, stabili i pedoni e in diminuzione gli altri utenti. Inoltre, si contano 1.332 vittime tra gli occupanti di autovetture (-3,1%), 734 tra i motociclisti (-6,0%), 68 tra i ciclomotoristi (2,9%), 485 tra i pedoni (0,0%). Tra gli occupanti di autocarri si registrano 112 deceduti (32,5%), mentre per le biciclette e le biciclette elettriche le vittime sono 212, in aumento rispetto al 2022 quando erano 205 (+3,4%). Aumentano anche gli infortunati tra gli utenti di monopattini elettrici (conteggiati dal 2020): gli incidenti stradali che li vedono coinvolti passano da 2.929 nel 2022 a 3.365 nel 2023, i feriti da 2.787 a 3.195, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 21 (nel 2022 erano 16).[6]
L’introduzione di una normativa più rigorosa in materia, come l’istituto dell’omicidio stradale e il varo parziale del nuovo codice della strada, non ha determinato un significativo miglioramento.
In particolare, l’omicidio stradale è divenuto una fattispecie delittuosa autonoma rispetto al reato di omicidio colposo[7] ed è stata introdotta dalla legge n. 41 del 23 marzo 2016 al fine di inasprire il trattamento sanzionatorio nei confronti di coloro che, violando le norme sulla disciplina della circolazione stradale, cagionino per colpa la morte altrui. La nuova disposizione incriminatrice, art. 589 bis c.p., oltre all’ipotesi di base, contempla ipotesi aggravate qualora la condotta di guida, che abbia cagionato l’altrui morte, sia stata posta in essere in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe o attraverso una guida pericolosa. Tuttavia i risultati conseguenti all’applicazione della nuova normativa non sono stati quelli sperati.[8]
Un’altra emergenza, della cui gravità non ci si è resi del tutto conto, è rappresentata dal progressivo calo nell’affluenza alle urne.
Infatti, le ultime consultazioni elettorali europee hanno confermato la tendenza del calo nelle votazioni, in particolare in Italia. Nel nostro Paese, poi, soprattutto nei ballottaggi per le recenti elezioni amministrative si è toccato il minimo storico. Si tratta di un fenomeno preoccupante che mette in serio pericolo le democrazie occidentali e di cui non si riesce a contrastare le cause. Si ritiene che solo una massiccia attività culturale da attuarsi nelle scuole di ogni ordine e grado e una modifica dell’art. 48 della Costituzione che sancisce che il voto è personale, uguale, libero e segreto potrà porre un argine a questo pericoloso fenomeno. Se questa tendenza sarà confermata, verrà disatteso il principio affermato nel primo articolo della nostra Carta costituzionale che sancisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.[9]
Infine, un’altra piaga sociale dai risvolti drammatici è rappresentata dagli incidenti sul lavoro che si susseguono senza sosta ogni giorno.
Infatti, secondo l’INAIL, nei primi sette mesi dell’anno 2024 in Italia ci sono stati 577 incidenti mortali sul lavoro con un aumento del 3,2%rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le denunce di infortunio presentate al predetto Istituto nei primi sette mesi del 2024 sono state 350.823, in aumento dell’1,7% rispetto alle 344.897 dello stesso periodo del 2023. A livello nazionale i dati rilevati a luglio di ciascun anno evidenziano, per i primi sette mesi del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023, un aumento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 292.849 del 2023 ai 295.159 del 2024 (+0,8%, che risente dell’aumento delle denunce degli under 15 dovuto anche all’estensione della tutela Inail nelle scuole da settembre 2023), e di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 52.048 a 55.664 (+6,9%).
Si deve, quindi, prendere atto che la normativa attualmente in vigore (decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro9 aprile 2008, n. 81, aggiornato con le modifiche apportate, da ultimo, dalla L. 30 dicembre 2023, n. 214 e dal D.L. 2 marzo 2024, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla L. 29 aprile 2024, n. 56) non è stata in grado di far fronte in modo efficace a questo dilagante fenomeno. 
In particolare, la legge n.56/2024 in materia di patente a crediti per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell’ambito dei cantieri edili, ha previsto che la patente possa essere estesa ad altri ambiti di attività individuati con decreto del Ministero del Lavoro, sentite le organizzazioni sindacali dei datori di lavori e dei lavoratori comparativamente più rappresentative. La patente ha un punteggio iniziale di 30 crediti, e non è consentito operare con una dotazione inferiore a 15 crediti, salvo il completamento dell’attività oggetto di appalto o subappalto in corso di esecuzione, quando i lavori eseguiti sono superiori al 30% del valore del contratto (tale deroga non opera, comunque, in caso di sospensione della patente da parte di INAIL). Il punteggio della patente è decurtato in caso di provvedimenti definitivi (sentenze passate in giudicato e ordinanze-ingiunzione di sanzioni amministrative divenute definitive) emanati nei confronti dei datori di lavoro, dirigenti e preposti delle imprese, o nei confronti dei lavoratori autonomi, nei casi e nelle misure indicati nell’allegato della legge. Ma tali disposizioni si sono rivelate, allo stato, del tutto inefficaci.

2. La campagna informativa nelle scuole e le nuove linee guida per l’educazione civica


Con riferimento alla campagna di informazione nelle scuole, in precedenza, era già stato messo a punto dal ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, il progetto “Educare alle relazioni”, un progetto creato dal ministero dell’Istruzione e del merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell’ordine degli psicologi e di diversi esperti.
Il progetto, che dovrebbe durare due anni, con possibilità di rinnovo, prevede il coinvolgimento di allievi e docenti, tramite la creazione di gruppi di discussione e autoconsapevolezza tra gli studenti delle scuole superiori, che si riunirà una volta alla settimana in orario extracurricolare e che potrà coinvolgere anche esperti in educazione affettiva e relazionale, avvocati, assistenti sociali, operatori di organizzazioni. Per avvicinare i ragazzi al progetto, è previsto anche il coinvolgimento di influencer, cantanti e personaggi famosi.[10]
Ma soprattutto si deve segnalare che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, entreranno in vigore le Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. Il testo sostituirà le Linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato nei giorni scorsi il documento al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per il prescritto parere non vincolante.[11]
Queste le principali novità introdotte dalle Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica:

  • è sottolineata la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della Storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nascono la valorizzazione dei talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano, ma anche dei valori costituzionali di solidarietà e libertà e il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega, non casualmente, alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da questo deriva anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica;
  • si promuove la formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale. In questo contesto, l’appartenenza all’Unione Europea è coerente con lo spirito originario del trattato fondativo, volto a favorire la collaborazione fra Paesi che hanno valori e interessi generali comuni;
  • insieme ai diritti, vengono sottolineati anche i doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della Costituzione definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata, al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale;
  • promozione della cultura d’impresa che, oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali. Parallelamente, si valorizzano per la prima volta l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale. Tuttavia, sarebbe stato opportuno sottolineare anche la circostanza che l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, così come prevede l’art. 41 della Costituzione;
  • educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità. In particolare, il contrasto della criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati, attraverso l’apprendimento, sin dai primissimi gradi di scuola, di comportamenti individuali che possano contrastare tali fenomeni;
  • è evidenziata l’importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini;
  • educazione al rispetto per tutti i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, al decoro urbano e alla tutela dell’ingente patrimonio culturale, artistico, monumentale dell’Italia;
  • promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona. In tale contesto, particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo;
  • educazione stradale, per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada che si traduce in rispetto della propria e altrui vita;
  • si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna;
  • promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, dell’educazione al risparmio e alla pianificazione previdenziale, anche come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato;
  • valorizzazione della cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione;
  • educazione all’uso etico del digitale, per valutare con attenzione ciò che di sé si ‘consegna’ alla rete;
  • educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce.

3. Conclusioni


 Le linee guida in questione costituiscono certamente un passo in avanti per il contrasto delle principali emergenze sociali che caratterizzano il nostro Paese, anche se richiederanno diversi anni per la loro completa attuazione.
Tuttavia, come ormai riconosciuto da tutte le parti politiche, è indispensabile anche un’operazione socio-culturale, lunga e difficile, che richiede l’intervento coordinato di tutti gli attori istituzionali.
Nelle stesse linee guida si evidenziano alcune carenze, come il mancato riferimento alla necessità di assicurare il dovere civico del voto previsto dall’art. 48 della nostra Costituzione. Inoltre, l’educazione civica dovrebbe essere estesa anche agli studenti universitari, che sono giovani ancora in formazione, prevedendo un esame obbligatorio in tutti i corsi di laurea e organizzando convegni e giornate di studio.
Per quanto concerne l’insegnamento di questa materia, ai docenti ministeriali dovrebbero essere affiancati esperti, come, ad esempio, magistrati, avvocati, professori universitari, funzionari di Prefettura, altri dipendenti pubblici, appartenenti alle Forze di Polizia, imprenditori, sindacalisti, medici del SERT, assistenti sociali, associazioni anti violenza, a seconda degli argomenti, che potrebbero fornire il loro concreto contributo derivante anche dalla propria esperienza lavorativa.
Inoltre, questo sforzo culturale, non può prescindere da un’assistenza psicologica generalizzata in tutte le scuole di ogni ordine e grado prevedendo la presenza dello psicologo in tutti istituti di istruzione e rafforzando nel contempo la presenza dello psicologo di base che sta muovendo i primi passi.
In conclusione, i fenomeni sociali descritti hanno nel nostro Paese consolidate radici culturali e psicologiche che potranno essere estirpate o quantomeno ridotte, solo con una forte azione sinergica posta in essere da parte di tutti i settori della società civile e che deve trovare il suo fulcro nelle scuole e, quindi, nella formazione dei nostri giovani.
Come ha dichiarato efficacemente il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara “Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le Nuove Linee Guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita. Ispirandosi al concetto di ‘scuola costituzionale’, il documento conferisce centralità alla persona dello studente e punta a favorire l’inclusione, a partire dall’attenzione mirata a tutte le forme di disabilità e di marginalità sociale. Le nuove Linee guida”, prosegue Valditara, “vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”.

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Note

  1. [1]

    P. Gentilucci, La nuova legge per il contrasto alla violenza sulle donne, in Diritto.it del 27 novembre 2017.

  2. [2]

    Parlamento, Legge 19 luglio 2019, n.69- Tutela delle vittime di violenza domestica e di genere – il c.d. codice rosso (GU 25.07.2019), in Archivio Penale.

  3. [3]

    P. Gentilucci, La stretta sui femminicidi: il Disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, in Altalex del 16 giugno 2023.

  4. [4]

    P. Gentilucci, DL Caivano: stretta sulla delinquenza minorile, in Diritto.it del 18 settembre 2023

  5. [5]

    P. Gentilucci, DL Caivano: modifiche apportate dal Senato, in Diritto.it del 31 ottobre 2023.

  6. [6]

    Dati ISTAT.

  7. [7]

    Cass. Pen., Sez. IV, 14 giugno 2017, n. 29721.

  8. [8]

    A. Larussa, L’omicidio stradale: la guida completa, in Altalex del 18 maggio 2020.

  9. [9]

    P. Gentilucci, Calo nell’affluenza alle urne: un processo irreversibile?, in Diritto.it del 25 luglio 2024

  10. [10]

    L. Papini, Rafforzamento Codice Rosso e misure contro i femminicidi: le ultime novità, in Diritto.it del 23 novembre 2023.

  11. [11]

    Redazione, Educazione civica: le linee guida del ministero, in Studio Cataldi del 28 agosto 2024

Prof. Paolo Gentilucci

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