Nuove Linee Guida per la sicurezza nei pubblici esercizi in Gazzetta

Il Decreto del Ministero dell’Interno introduce Linee Guida nazionali strumentali a garantire ordine e sicurezza pubblica nei pubblici esercizi.

Allegati

Il Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025 introduce Linee Guida nazionali strumentali a garantire ordine e sicurezza pubblica nei pubblici esercizi. Questa normativa, basata su un modello di collaborazione tra gestori e autorità di pubblica sicurezza, stabilisce regole chiare per prevenire fenomeni di illegalità e situazioni di pericolo. Il decreto promuove la cultura della responsabilità condivisa e offre strumenti pratici per rafforzare la sicurezza e la tutela dei cittadini. Scopriamo i dettagli e il suo impatto.
Nel contesto attuale, caratterizzato da crescenti sfide per la sicurezza urbana, il Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025 rappresenta una svolta significativa per la gestione dei pubblici esercizi in Italia. La normativa si propone di prevenire atti illegali e situazioni di pericolo attraverso un approccio integrato e collaborativo. Basato su accordi locali tra Prefetti e organizzazioni rappresentative dei gestori, il decreto pone al centro la protezione della collettività e il rispetto delle regole, senza trascurare la tutela della privacy. Analizziamo come queste disposizioni possano trasformare l’approccio alla sicurezza nei luoghi di aggregazione pubblica.

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Indice

1. Sicurezza nei locali pubblici: un modello di cooperazione tra gestori e Forze di polizia


L’art. 21-bis del D.L. 113/2018 convertito in legge 132/2018 ha introdotto un sistema di prevenzione contro atti illegali e situazioni pericolose per l’ordine pubblico nei pressi degli esercizi pubblici. La “categoria” degli esercizi pubblici come definita dall’art. 86 T.U.L.P.S. include attività economiche come ristoranti, bar, stabilimenti balneari, strutture ricettive, sale giochi e locali con attività miste, che offrono servizi al pubblico.
Questo sistema, fondato sulla collaborazione tra gestori e Forze di polizia, viene realizzato tramite accordi sottoscritti tra il Prefetto e le organizzazioni rappresentative degli esercenti, ai quali i gestori aderiscono seguendo le modalità stabilite. Tali accordi, adottati a livello locale, devono rispettare specifiche Linee Guida nazionali condivise con le organizzazioni degli esercenti, previo parere della Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali.
Queste Linee Guida nazionali sono state adottate proprio con il D.M. 21 gennaio 2025 che stiamo esaminando. Si tratta di un decreto ministeriale volto, quindi, a promuovere un modello di sicurezza partecipata, basato sulla responsabilità condivisa tra pubblico e privato. Ogni territorio può personalizzare gli accordi, bilanciando esigenze locali e normative nazionali. Questo approccio flessibile crea un circolo virtuoso in cui i gestori che diventano così protagonisti della sicurezza urbana.

2. Riduzione del rischio di sanzioni: la collaborazione premiale con le autorità


Uno degli elementi più innovativi delle Linee Guida nazionali adottate con il Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025 è la possibilità di beneficiare di un meccanismo premiale legato alla collaborazione attiva con le autorità di pubblica sicurezza. Questo sistema fa leva sulla disposizione dell’art.100 del T.U.L.P.S. e punta a incentivare i gestori virtuosi attraverso valutazioni positive e benefici concreti.
Analizziamo in concreto questo meccanismo premiale.
L’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.) stabilisce che il Questore possa sospendere o, in caso di recidiva, revocare l’autorizzazione a gestire un esercizio pubblico se questo è stato luogo di tumulti, disordini gravi o altre minacce all’ordine e alla sicurezza pubblica.
Questo strumento, pensato per prevenire fenomeni di illegalità e pericoli per la sicurezza:

  • si basa su una valutazione discrezionale;
  • non richiede che il gestore sia ritenuto colpevole per gli eventi accaduti.

È, dunque, una misura che non presuppone alcuna forma di «colpevolezza» del destinatario ma si propone di neutralizzare, almeno temporaneamente, un luogo di ritrovo di soggetti controindicati, con effetti dissuasivi rispetto a potenziali condotte illecite.
Tuttavia, comunque, l’uso di questa misura deve rispettare i principi dell’azione amministrativa, come la proporzionalità, che impone di ridurre al minimo il sacrificio per il privato, e la sussidiarietà orizzontale, da attuare anche attraverso collaborazioni pubblico-private.
In tale quadro, le Linee Guida nazionali adottate con il D.M. 21 gennaio 2025 prevedono un meccanismo premiale che incentiva i gestori di pubblici esercizi a collaborare attivamente per garantire la sicurezza. L’adozione delle misure previste dalle stesse Linee Guida nazionali costituisce, infatti, un riscontro positivo di comportamenti virtuosi da parte del gestore che porta a ritenere che questi abbia fatto quanto possibile per prevenire situazioni di disordine, tumulto o pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica. In tali circostanze, il Questore, nel disporre i provvedimenti previsti dall’art. 100 del T.U.L.P.S., è tenuto a fornire una motivazione più approfondita. Questa deve chiarire sia i motivi di fatto e di diritto che giustificano l’intervento nonostante il rispetto degli obblighi e delle misure preventive adottate dal gestore, sia le specifiche esigenze di tutela dell’ordine pubblico che rendono necessario il provvedimento.
Vediamo allora quali sono queste misure.

3. Le misure preventive: strumenti e obblighi


3.1.      Videosorveglianza obbligatoria
Le Linee Guida nazionali prevedono l’installazione obbligatoria di sistemi di videosorveglianza nei pubblici esercizi, con gestione affidata ai titolari stessi. In alternativa, la gestione può essere delegata a istituti di vigilanza privata, a condizione che siano rispettate tutte le normative in materia di protezione della privacy.
L’applicazione dell’obbligo di videosorveglianza è calibrata in base alla tipologia di esercizio pubblico. Pertanto è previsto:

  • l’esonero per gli “esercizi di vicinato”: gli esercizi considerati “di vicinato,” definiti secondo i limiti dimensionali stabiliti dalle leggi regionali o, in loro assenza, dalle normative statali, possono essere esentati dall’obbligo.
  • L’esclusione per attività para-ricettive: gli esercizi economici che operano su scala ridotta, diversa dagli alberghi e similari, possono beneficiare di un’esenzione.

I sistemi di videosorveglianza devono essere installati all’esterno dei locali, garantendo la copertura delle vie di accesso e delle uscite di sicurezza.
Inoltre, le Linee Guida incoraggiano il collegamento degli impianti con le piattaforme di videosorveglianza comunale, ove possibile e compatibile. Questa integrazione rappresenta una misura preventiva avanzata, che rafforza la sicurezza urbana attraverso la sinergia tra pubblico e privato.
La videosorveglianza obbligatoria negli esercizi pubblici rappresenta una misura strategica per rafforzare la sicurezza, dissuadere comportamenti illeciti e supportare le indagini grazie alle registrazioni, che possono fornire prove utili in caso di reati. Questa misura contribuisce anche a creare un ambiente più sicuro, rassicurando i clienti e migliorando il clima generale.
Tuttavia, l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza comporta sfide significative, come i costi elevati di installazione e di gestione, che possono penalizzare gli esercizi di piccole dimensioni, e i rischi legati alla privacy, con possibili violazioni in caso di utilizzo improprio o di mancata conformità alla normativa unionale e nazionale sulla protezione dei dati personali.
Quest’ultimo aspetto in particolare, richiede un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e il rispetto delle normative sulla protezione dei dati. In materia, consigliamo il corso Videosorveglianza intelligente: obblighi e adempimenti per pubblici e privati.

3.2.      La soluzione ai problemi di privacy: una DPIA fatta bene
La Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) rappresenta lo strumento chiave per risolvere tutte le problematiche connesse alla videosorveglianza obbligatoria. Una DPIA accurata consente di:

  • identificare i rischi specifici: analizzare nel dettaglio i potenziali impatti della videosorveglianza sulla privacy degli interessati.
  • adottare misure di mitigazione: definire azioni concrete per ridurre i rischi, come la limitazione dell’angolo di ripresa o l’uso di tecnologie avanzate per oscurare le aree sensibili.
  • dimostrare la conformità: fornire documentazione chiara e dettagliata che attesti il rispetto delle normative, proteggendo il gestore da eventuali sanzioni.
  • favorire la trasparenza: garantire che gli interessati siano pienamente informati sull’uso dei loro dati, rafforzando la fiducia verso il pubblico esercizio.

Una DPIA ben eseguita non va vista solo come il rispetto di un obbligo normativo, ma come un investimento strategico per i gestori poiché consente di evitare errori costosi, migliorare la gestione dei dati e creare un ambiente più sicuro e rispettoso dei diritti di tutti.
La Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) è quindi uno strumento fondamentale per gestire le criticità legate alla videosorveglianza prevista come obbligatoria dalle Linee Guida.

3.3.      Illuminazione adeguata
Altra rilevante misura prevista dalle Linee Guida nazionali è l’installazione di un’illuminazione efficiente e ben progettata delle aree interne ed esterne dei pubblici esercizi per prevenire atti illeciti. L’illuminazione aumenta la visibilità e contribuisce a:

  • dissuadere comportamenti criminali: uno spazio ben illuminato riduce la percezione di anonimato, scoraggiando azioni illecite o pericolose;
  • migliorare la sicurezza percepita: clienti e residenti si sentono più protetti in aree adeguatamente illuminate, contribuendo a un senso di comunità più sicura;
  • facilitare l’intervento delle autorità: in caso di incidenti o emergenze, una buona illuminazione consente alle Forze dell’ordine di intervenire più rapidamente e con maggiore efficacia.

Tuttavia, è fondamentale che le soluzioni di illuminazione rispettino le normative ambientali, evitando fenomeni di inquinamento luminoso. I gestori sono chiamati a trovare un equilibrio tra sicurezza e sostenibilità, adottando tecnologie innovative come i sistemi a LED, che offrono alta efficienza energetica e ridotti costi di manutenzione.
In aggiunta, le Linee Guida prevedono che l’illuminazione delle aree esterne sia complementare a quella pubblica, integrandosi con i sistemi già presenti sul territorio. Questa collaborazione tra settore privato e autorità locali può contribuire a creare spazi urbani più sicuri e vivibili.

4. Il Codice di Condotta dell’avventore


L’introduzione di un Codice di Condotta dell’avventore rappresenta uno degli strumenti più innovativi e significativi delle Linee Guida adottate dal D.M. del 21 gennaio 2025. Questo codice stabilisce regole chiare finalizzate a promuovere comportamenti civili e rispettosi nei locali pubblici, contribuendo a creare un ambiente sicuro e accogliente per tutti.
Si tratta di un documento, da affiggere in modo ben visibile all’interno del locale e da pubblicizzare anche sui siti web degli stessi esercizi, che dovrà contenere una serie di misure tese a qualificare «l’avventore modello» e in particolare:

  • l’impegno a non introdurre armi improprie e, laddove non vi sia un giustificato motivo, strumenti atti ad offendere, ferma restando la disciplina sulle armi;
  • il divieto di utilizzare all’interno del locale strumenti in grado di nebulizzare sostanze irritanti al capsicum;
  • il divieto di introdurre nel locale sostanze stupefacenti;
  • il divieto di introdurre nel locale sostanze alcoliche che non siano state somministrate all’interno del medesimo locale;
  • l’impegno a non utilizzare in maniera impropria o comunque a danneggiare i dispositivi antincendi e, più in generale, gli arredi e le suppellettili presenti nel locale e nelle sue pertinenze;
  • l’obbligo a non impedire o rendere difficoltosa la fruibilità delle uscite di sicurezza;
  • l’impegno a non abbandonare nelle aree di pertinenza del locale e in quelle immediatamente circostanti residui, anche in vetro, delle consumazioni, e altri rifiuti in genere;
  • l’impegno a evitare comportamenti molesti o che possano disturbare la quiete pubblica.

5. Limitazioni alla somministrazione di alcolici


Tra le misure introdotte dal Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025, un ruolo cruciale è attribuito alle limitazioni alla somministrazione di alcolici. Questa misura mira a:

  • prevenire situazioni di abuso;
  • garantire un ambiente sicuro;
  • ridurre i rischi associati al consumo eccessivo di bevande alcoliche nei pubblici esercizi.

I gestori sono chiamati dalle Linee Guida a rispettare la normativa che regola la somministrazione e il consumo di alcolici nella fascia oraria tra le 24:00 e le 7:00. È necessario garantire il rispetto delle ordinanze sindacali relative alla vendita e somministrazione di alimenti e bevande. Si tratta, comunque, di un richiamo d’attenzione su un obbligo gia’ previsto dall’art. 14-bis della legge 30 marzo 2001, n. 125, che stabilisce che, tra le 24:00 e le 7:00, la somministrazione e il consumo sul posto di alcolici sono consentiti solo:

  • in esercizi pubblici autorizzati ai sensi dell’art. 86 del T.U.L.P.S.;
  • esclusivamente all’interno dei locali e delle loro pertinenze.

6. Conclusioni: le nuove linee guida nazionali


Le Linee Guida nazionali adottate con il D.M. 21 gennaio 2025 rappresentano certamente un passo avanti verso una gestione integrata e responsabile della sicurezza nei pubblici esercizi poiché introducono un modello di sicurezza partecipata che non si limita a prescrivere regole, ma promuove una collaborazione virtuosa tra gestori e autorità, valorizzando la responsabilità condivisa.
Attraverso misure innovative come la videosorveglianza obbligatoria, l’illuminazione strategica, il Codice di Condotta per gli avventori e le limitazioni alla somministrazione di alcolici, questa normativa è volta a porre le basi per un ambiente più sicuro e ordinato, dove prevenzione e fiducia diventano le parole chiave.
Tuttavia, l’efficacia di queste misure richiede un approccio equilibrato, capace di conciliare le esigenze di sicurezza con il rispetto della privacy e la sostenibilità economica. Strumenti come la Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) si dimostrano fondamentali per superare le sfide normative e per garantire un’applicazione trasparente e rispettosa dei diritti.
In un panorama sempre più complesso, dove la sicurezza urbana è al centro dell’attenzione, il successo di queste Linee Guida dipenderà dalla capacità degli attori coinvolti di costruire un sistema di regole dinamico, in grado di adattarsi alle specificità territoriali e alle mutevoli esigenze della società.
Solo attraverso un dialogo costante e una collaborazione attiva sarà possibile trasformare i pubblici esercizi in veri e propri presidi di sicurezza e legalità, contribuendo al benessere della collettività.

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Giuseppe Alverone

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