Rispondendo al quesito di cui è primo firmatario il senatore Alberto Balboni, Bonafede ha comunicato che “è in cantiere un decreto legge che permetterà ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l’attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni di detenuti di alta sicurezza e al 41 bis”.
ha spiegato che “secondo il decreto-legge n. 28 del 30 aprile 2020, relativamente alle istanze di scarcerazione che interessino detenuti per reati di mafia, devono essere obbligatoriamente acquisiti il parere della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e delle direzioni distrettuali antimafia e antiterrorismo”. Una previsione – ha aggiunto Bonafede – che ha “l’obiettivo di fornire un quadro più completo ai giudici di sorveglianza in ordine alla pericolosità dei detenuti grazie al contributo fondamentale di chi, ogni giorno, a livello nazionale e distrettuale, è in trincea nella lotta alle mafie”.
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Il ministro della Giustizia ha ricordato che “la circolare emanata il 2 maggio 2020 invita i direttori degli istituti penitenziari a comunicare immediatamente al Dipartimento le istanze presentate dai detenuti sottoposti a regime di 41 bis o appartenenti al circuito ‘Alta Sicurezza’. Ciò a ulteriore conferma della costante attenzione del governo e del Ministero della Giustizia al contrasto del fenomeno mafioso in ogni sua forma”.
Il Guardasigilli ha risposto, inoltre, all’interrogazione firmata dalla senatrice Anna Maria Bernini: “Non vi fu alcuna interferenza, diretta o indiretta, nella nomina del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria avvenuta nel giugno 2018”.
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