La nota inviata ai Presidenti dei COA
La presidente del Cnf, Maria Masi, il 2 marzo scorso, ha inviato una comunicazione ai 140 Ordini degli avvocati, invitandoli a istituire un “contact point” presso i consigli forensi locali, di modo da offrire un servizio di supporto ai profughi in fuga dalla guerra, in base alla competenza territoriale.
Le problematiche da affrontare
La presidente Cnf, sulla comunicazione richiamata, ha fornito un’elencazione approssimativa delle eventuali problematiche da affrontare:
- riconoscimento dello stato di rifugiato,
- assegnazione di un alloggio,
- sostegno alimentare,
- cura sanitaria,
- ricongiungimento familiare.
Facendo particolare riferimento alle necessità dei minori, ha evidenziato la circostanza che per poter gestire tali problematiche si richiederà non soltanto competenza nella disciplina della migrazione, bensì pure disponibilità alle relazioni con i servizi assistenziali territoriali, pubblici e gestiti da associazioni di volontariato.
La deadline del 4 marzo
Nella finalità di rispettare le esigenze di coordinamento con gli altri Ordini Europei, la Presidente del CNF ha sottolineato la necessità di ricevere i nominativi al più tardi entro le ore 13 di venerdì 4 marzo 2022, e a tal fine ha richiesto di fornire nome e cognome, telefono fisso e cellulare, indirizzo di studio e di posta elettronica del Contact Point, da inoltrare a un indirizzo di posta elettronica dedicato.
La circolare del 4 marzo
Con la circolare datata 4 marzo, la Presidente Masi ha ringraziato i Presidenti degli Ordini territoriali sia per la prontezza che per la numerosità delle adesioni da parte degli avvocati che hanno inteso mettere la loro professionalità a servizio dei profughi ucraini. L’obiettivo dichiarato è quello di creare dei contact points presso ciascun Ordine circondariale, da comunicare al CCBE, il quale funge da collettore a livello europeo. Ogni Ordine dovrà creare una lista di avvocati disponibili a prestare pro bono il servizio, quindi assegnare agli stessi le richieste manifestate dai profughi, in considerazione della circostanza che, secondo la stessa Circolare, solo l’Ordine di appartenenza potrà garantire una corretta distribuzione del carico.
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