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La Legge di bilancio 2017 ha introdotto per l’anno prossimo l’Imposta sul reddito delle imprese (Iri), una nuova forma di tassazione per le società di persone e le ditte individuali. Le piccole imprese che decideranno di optare per la nuova tassazione potranno usufruire di un’aliquota al 24%. La misura, però, potrebbe non essere vantaggiosa per tutti. Vediamo perché.
Che cos’è la nuova Iri?
L’Imposta sul reddito delle imprese Iri è una forma di tassazione flat (ovvero fissa per tutti) che verrà introdotta per le piccole imprese a contabilità ordinaria a partire dal 2017.
Per chi deciderà di usufruire della misura, l’Iri sostituirà l’onerosa aliquota progressiva dell’Irpef (che varia oggi dal 23% al 43% a seconda degli scaglioni di reddito) introducendo una nuova aliquota del 24% per tutti. I lavoratori autonomi e gli artigiani, in particolare, fino a oggi erano sottoposti al prelievo fiscale del lavoratore dipendente pur esercitando essenzialmente attività d’impresa.
Allo stesso tempo, nel 2017 verrà abbassata dal 27,5 al 24% l’aliquota Ires per le società di capitali, più grandi e organizzate. Per la prima volta, quindi, a partire dall’anno prossimo tutte le imprese saranno tassate alla stessa aliquota del 24%.
Reddito incassato o reddito fatturato?
Con la nuova Iri le imprese potranno determinare il proprio reddito secondo il “criterio di cassa“, abbandonando il precedente criterio di competenza.
Dall’anno prossimo, in altre parole, le imprese pagheranno l’imposta solo sui ricavi effettivamente percepiti, e non anche sui proventi non ancora incassati. Il sistema è simile a quello attualmente previsto per i professionisti e si tradurrebbe in un beneficio concreto per molte microimprese italiane.
L’Iri si applica a tutto il reddito d’impresa?
È importante specificare che la nuova Iri non potrà essere applicata a tutto il reddito della piccola e media impresa, ma solo a quella parte che resta in azienda per effettuare nuovi investimenti. La parte di reddito che viene prelevata dall’imprenditore ad uso personale, invece, continuerà a essere soggetta alle vecchie aliquote progressive dell’Irpef.
Il reddito delle piccole e medie imprese, dunque, sarà di fatto soggetto a due diverse tassazioni a partire dall’anno prossimo: l’Iri ad aliquota ridotta e l’Irpef a scaglioni.
La nuova Iri è conveniente?
Ma quindi, in definitiva, la nuova tassazione Iri è conveniente?
Dipende. Se è vero che l’Irpef può arrivare a scaglioni del 43% e l’Iri è sempre ferma al 24%, per le imprese individuali più piccole potrebbe essere più conveniente l’attuale forma di tassazione. Se il reddito complessivo non è elevato, infatti, l’Iri potrebbe tradursi in un sistema di tassazione più oneroso rispetto a quello previsto dall’Irpef.
Il motivo principale è dato dal fatto che l’Irpef si applica sul reddito complessivo netto dell’impresa, mentre l’Iri agisce su quello lordo. La maggiore convenienza dell’una o dell’altra tassa, dunque, dipende in alcuni casi dall’entità dalle detrazioni di imposta che ogni impresa può effettuare.
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