(?)
?
?
Premesso che il Magistrato di Sorveglianza di Alessandria, in data 11.07.2005, ha emesso il seguente provvedimento ai sensi dell?art. 30? L. 354/1975:? ??.. Preso atto dell?istanza con
???????????
-???????? che avverso detto provvedimento il detenuto ha proposto reclamo, nei termini di legge;
-???????? ritenuto che la reiezione della richiesta del detenuto ? stata motivata nei termini di cui sopra dal Magistrato di Sorveglianza di Alessandria;
-???????? che il provvedimento impugnato appare ben motivato e non vi sono nuovi o diversi elementi tali da superare le valutazioni espresse dal Magistrato di Sorveglianza di Alessandria;
-???????? che non possono essere prese in considerazione le doglianze del detenuto che non attengono a profili sostanziali tali da modificare il quadro istruttorio posto alla base della reiezione impugnata;
-???????? che, nella specie, la situazione indicata dal detenuto a fondamento della richiesta non pu? farsi rientrare nelle ipotesi di cui all?art. 30 OP.
L?istituto dei permessi nasce con la riforma dell?ordinamento penitenziario, introdotta con l. 26.7.1975, n.354, ("Norme sull?ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure limitative e privative della libert?").
Veniva cos? colmata una lacuna del precedente ordinamento, nel cui ambito non vi erano previsioni normative che consentissero al condannato in esecuzione di pena la ripresa di contatto ? sia pure temporanea ? con l?ambiente familiare di provenienza .
Il regolamento penitenziario del 1931 prevedeva, infatti, soltanto la concessione di licenze agli internati, mentre la prassi amministrativa penitenziaria ammetteva de facto la concessione di brevi permessi in occasione di particolari circostanze rilevanti per la vita del detenuto.
Con la riforma del 1975 venne introdotto l?art.30,l.26.7.1975,n.354 che costitu? la prima normativizzazione della possibilit? di accordare dei brevi permessi ai detenuti in rapporto a situazioni familiari di particolare gravit?.
?L?istituto venne successivamente rimodulato in senso restrittivo, alla luce di alcuni episodi eclatanti di evasione di detenuti ammessi al beneficio, con l.20.7.1977,n.450, che ha modificato il testo normativo originario, precisando che i permessi possano essere concessi ?eccezionalmente, per motivi familiari di particolare gravit??(attuale dizione dell?art.30,2?co.,l.26.7.1975,n.354),? introducendo, altres?, la facolt? di reclamo del PM avverso la concessione del permesso da parte del magistrato di sorveglianza.
Attesa la natura di provvedimento extra ordinem, con finalit? precipuamente umanitaria,l?applicazione del permesso ordinario deve ritenersi possibile soltanto in casi eccezionali.
Tale eccezionalit? caratterizza l?istituto tanto sotto il profilo delle fattispecie in cui il beneficio pu? essere concesso;quanto sotto quello ?quantitativo? (della reiterazione,cio?,del beneficio stesso una volta concesso).
Quanto al primo aspetto,l?art.30 Ord.Pen. stabilisce che, nel caso di imminente pericolo di vita di un familiare o di un convivente, ai condannati e agli internati pu? essere concesso dal magistrato di sorveglianza il permesso di recarsi a visitare, con le cautele previste dal regolamento, l?infermo.
L?art.30,comma 2,Ord.Pen., prevede inoltre che analoghi permessi possano essere concessi eccezionalmente per eventi familiari di particolare gravit? .
Per quanto concerne il piano della dimensione quantitativa dei permessi concedibili,il tenore letterale della norma dell?art.30,comma 2,Ord.Pen., segnatamente se letto in rapporto dialettico con la previsione di cui all?art.30ter,Ord.Pen., n.354,induce a ritenere che,nella fattispecie,al magistrato di sorveglianza sia attribuito un ampio margine di apprezzamento discrezionale circa la valutazione dell?eccezionalit? del caso particolare.
L?interpretazione logico-sistematica? completa, poi, la ricostruzione dell?istituto nel senso di attribuire al permesso ordinario la funzione di rimedio utilizzabile una tantum in presenza di accadimenti infausti nella vita socio-familiare del detenuto, tendenzialmente circoscritti nel tempo (l?art.30,comma 2,Ord.Pen.,significativamente, dice ?eventi? e non ?situazioni?).
E? evidente il rapporto dialettico e speculare con l?istituto gemello dei permessi premiali,che presuppone? – al contrario –? una continuit? nella concessione del beneficio,giustificata dalla necessit? di una sperimentazione del detenuto nella societ? libera che sia apprezzabilmente prolungata nel tempo,cos? da esplicare quegli effetti risocializzanti preziosi ai fini del trattamento rieducativo del quale i permessi premio fanno parte integrante (art.30 ter, Ord.Pen.).
??????????? Cos? ricostruita la natura e la funzione del permesso ordinario, ne consegue l?osservazione che la concessione del beneficio a fini lato sensu trattamentali,riconducibili all?opportunit?, fatta presente dal detenuto nell?istanza, di recarsI in visita all?anziana madre, per la quale ? difficoltoso raggiungere l?istituto di pena ove l?interessato ? ristretto,costituisce una forzatura dell?ambito naturale di applicazione dell?istituto:in altri termini, rappresenta ?l?eccezione nell?eccezione?,consentita,alla luce dell?esperienza applicativa e di una risalente giurisprudenza della Cassazione,soltanto ante l.663/1986, ma non pi? ammissibile una volta introdotti nell?ordinamento i permessi-premio,destinati ad assolvere anche e proprio alle necessit? affettive dei detenuti.
????? Alla luce di tali considerazioni,il reclamo ? carente di fondamento e deve essere respinto.
?
?
P. Q. M.
?
Visti gli? Artt.? 30 e segg. L. 26.7.1975, n. 354, modificati dalla L. 10.10.1986, n. 663;
?
R E S P I N G E
?
il reclamo ?come in epigrafe indicato.
?
(?)
?
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento