Pene sostitutive: discrezionalità del giudice adeguatamente motivata sfugge alla legittimità

Scarica PDF Stampa Allegati

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 24586 del 21 giugno 2024, ha chiarito che, in tema di pene sostitutive, il giudizio sulla base del potere discrezionale del giudice, se adeguatamente motivato, sfugge al giudizio di legittimità.

Per approfondimenti, si consiglia il seguente volume il quale offre una panoramica della disciplina giuridica degli stupefacenti: Stupefacenti – Manuale pratico operativo

Corte di Cassazione – Sez. IV Pen. – Sent. n. 24586 del 21/06/2024

Cass-24586-2024.pdf 187 KB

Iscriviti alla newsletter per poter scaricare gli allegati

Grazie per esserti iscritto alla newsletter. Ora puoi scaricare il tuo contenuto.

Indice

1. I fatti

La Corte di appello di Brescia ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Cremona (in esito a giudizio abbreviato) con la quale l’imputato è stato dichiarato colpevole della detenzione a fini di cessione di 1, 58 grammi lordi di hashish, ritenendo, dunque, l’ipotesi di cui all’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990 con conseguente condanna alla pena di mesi 4 di reclusione ed euro 800 di multa.
Nello specifico, l’imputato, mentre era in regime di detenzione domiciliare per altra causa, contattava i Vigili del fuoco per la messa in sicurezza di una finestra del vano scala di un edificio e, al termine dei lavori, “ritenendo di doversi sdebitare“, aveva offerto al caposquadra lo stupefacente prelevato da un barattolo di plastica che conservava nel soggiorno di casa.
La richiesta di sostituzione della pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità veniva disattesa avuto riguardo alla “pessima biografia penale” dell’imputato (anche con precedenti specifici e con una condanna per il reato di evasione) ed alla violazione della misura alternativa in corso di esecuzione al momento dei fatti.
Avverso la sentenza è stato proposto ricorso per Cassazione con il quale è stato dedotto vizio di motivazione in ordine alla mancata sostituzione della pena detentiva con quella dei lavori di pubblica utilità.
Per approfondimenti, si consiglia il seguente volume il quale offre una panoramica della disciplina giuridica degli stupefacenti:

FORMATO CARTACEO

Stupefacenti – Manuale pratico operativo

Il presente manuale vuole offrire una panoramica della disciplina giuridica degli stupefacenti che, partendo dalla ricostruzione dell’iter normativo e giurisprudenziale segnato dalle molteplici riforme e decisioni della Corte costituzionale, affronta le problematiche più attuali all’attenzione delle aule giudiziarie.Il richiamo continuo alla giurisprudenza e alla dottrina consente di avere chiari punti di riferimento per un approccio critico e, nello stesso tempo, pratico alla disamina delle questioni trattate. L’analisi delle fattispecie incriminatrici – tra cui ampio spazio è dedicato, tra gli altri, al reato associativo, alla coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente, al fatto lieve – ripercorre i principali arresti di legittimità e spunti di riflessione utili all’operatore del diritto.Un particolare focus è stato riservato alle misure cautelari reali, con specifico riferimento ai sequestri di canapa industriale, per via delle problematiche ancora irrisolte nella giurisprudenza, tra cui il tema dell’efficacia drogante e della commercializzazione delle infiorescenze e dei preparati a base di cannabidiolo (CBD).Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti,Avvocati cassazionisti del Foro di Roma, titolari dell’omonimo Studio legale che da anni ha una particolare attenzione al fenomeno degli stupefacenti e al mercato della canapa industriale. Relatori in convegni e corsi di formazione.

Claudio Miglio, Lorenzo Simonetti | Maggioli Editore 2024

2. Pene sostitutive e discrezionalità del giudice: l’analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel ritenere inammissibile il ricorso per manifesta infondatezza del motivo addotto, osserva che la motivazione dei giudici di appello è immune da censure: questi hanno, infatti, affermato che la pena sostitutiva non avrebbe assicurato il rispetto delle relative prescrizioni, né una prognosi positiva circa i futuri comportamenti del ricorrente in considerazione della spregiudicatezza mostrata dall’imputato.
Pur a seguito delle modifiche introdotte dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 (Riforma Cartabia) si è ribadito che “il giudice, nel valutare la richiesta di pena sostitutiva, è vincolato nell’esercizio del suo potere discrezionale alla valutazione dei criteri di cui all’art. 133 cod. pen., sicché il suo giudizio, se sul punto adeguatamente motivato, sfugge al sindacato di legittimità“.
Lo stesso art. 133 cod. pen. esclude, comunque, che la pena detentiva possa essere sostituita quando sussistono fondati motivi per ritenere che le prescrizioni non saranno adempiute dal condannato.
Inoltre, recente giurisprudenza ha sancito che “l’applicazione delle pene sostitutive non solo è incompatibile con il pericolo di recidiva, ma costituisce la specifica modalità prescelta dal legislatore per arginarlo al meglio, sia pure in un’ottica che si proietta necessariamente dopo il completamento del percorso rieducativo conseguente all’applicazione“.

3. La decisione della Cassazione

Alla luce di quanto finora esposto, la Corte di Cassazione ha affermato che il ricorso non si confronta compiutamente con gli elementi di fatto valutati dalla Corte di appello, consistenti nell’offerta dello stupefacente a dei vigili del fuoco nonostante la contestuale sottoposizione alla detenzione domiciliare e nel mancato effetto deterrente delle precedenti condanne.
Per questi la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria di euro tremila a favore della Cassa delle ammende.

Riccardo Polito

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento