Pensione Anticipata Fase 2: rischio proroga del 1° maggio

Redazione 13/03/17
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È fissato per oggi il secondo tavolo di lavoro in materia di Ape e decreti attuativi, c.d. Fase Due della Riforma Pensioni: i tre Dpcm e i decreti ministeriali sono sostanzialmente pronti ma mancano alcuni dettagli come, ad esempio, la sigla formale del protocollo con Abi e Ania sul tasso fisso d’ingresso e sul premio assicurativo da applicare sul rateo di rimborso del finanziamento per l’Ape volontaria.

In particolare, l’appuntamento di oggi, slittato dal 9 marzo, dovrebbe avere ad oggetto gli ammortizzatori sociali e il lavoro più in generale. Tuttavia, nonostante il primo appuntamento dello scorso 1 marzo, i decreti non risultano ancora complessivamente definite le norme di ingresso alla previdenza, se non per i lavori precoci e gli usuranti. Ciò fa temere che la promessa di effettiva operatività della disciplina pensionistica così come riformata non sarà mantenuta, e che quindi il 1° maggio 2017 sia una data solo simbolica.

 

Pensione Anticipata: cosa c’è ancora da fare

Le criticità ancora tangibili, infatti, sono molte: in primo luogo, l’accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori che hanno svolto per anni attività usuranti rimane ostico. Infatti, la contestuale sussistenza dei requisiti necessari all’ottenimento del trattamento pensionistico, appare come un criterio eccessivamente restrittivo nella realtà dei fatti. Per conoscere i requisiti d’accesso, si legga qui.

Rimane poi davvero ancora da disegnare, in termini di concreta attuazione, la disciplina dell’Ape Volontario. In particolare, i punti maggiormente discutibili sono quelli relativi all’accesso al trattamento da parte dei pensionati, nonché la questione del c.d. prestito bancario a garanzia pensionistica.

In primo luogo, dunque, non sarà possibile cumulare, a fini contributivi, periodi svolti sotto gestioni diverse: il lavoratore quindi è tenuto ad aver maturati i 20 anni di contributi nell’ambito della medesima gestione.

 

Ape Volontario: il potere reale delle banche

In secondo luogo, non sempre il prestito bancario con cui erogare anticipatamente il trattamento pensionistico, che dovrebbe essere poi restituito attraverso una trattenuta sulla pensione complessiva, distribuita nei 20 successivi al pensionamento effettivo, con tanto di assicurazione contro il rischio di premorienza del pensionato. Tuttavia, gli istituti di credito faranno una valutazione di merito creditizio, quindi ai soggetti nelle categorie di rischio il prestito non verrà concesso. In questo modo, le banche non sono mere intermediarie, ma sono le reali controparti del cittadino pensionando.

Fissato al 23 marzo il terzo tavolo di lavoro sulla questione Pensioni: l’oggetto prefissato sarebbe la discussione della riduzione dell’attuale aliquota fiscale che grava sui fondi pensione, l’individuazione di un meccanismo per incrementare il numero delle adesioni e l’omogeneizzazione della tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare a carico dei dipendenti pubblici e di quelli privati, anticipando probabilmente tematiche che saranno protagoniste anche nel Def atteso ad aprile.

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