§1. Premessa: stakeholder management.
Gli studi sulla “Stakeholder Management” (o “Managing for Stakeholders”) hanno avuto inizio negli anni Ottanta, per opera di R. E. Freeman e D. L. Reed[1] ed hanno avuto largo seguito nella letteratura scientifica successiva.
Gli assunti principali della teoria dello stakeholder management consistono nel rifiuto della tesi della separazione tra il piano dell’etica e quello del business e nel principio in virtù del quale, nei processi decisionali delle imprese, occorra tenere conto non solo delle conseguenze delle proprie scelte sugli azionisti (c.dd. stockholder) bensì su tutti gli stakeholder (portatori di interessi).
In proposito, giova precisare che, con l’espressione “stakeholder”, si intende fare riferimento a “tutti i soggetti, individui od organizzazioni, attivamente coinvolti in un’iniziativa economica (progetto, azienda), il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal risultato dell’esecuzione, o dall’andamento, dell’iniziativa e la cui azione o reazione a sua volta influenza le fasi o il completamento di un progetto o il destino di un’organizzazione”.[2]
Orbene, in virtù della teoria dello stakeholder management, l’azione di business e l’azione etica sarebbero legate da un rapporto di interdipendenza; inoltre, l’obiettivo della gestione consisterebbe nella massimizzazione del benessere (economico, spirituale, psicologico etc.) dei vari stakeholder nel lungo periodo.[3]
Appare opportuno evidenziare che tale teoria risulta applicabile non solo ai processi decisionali delle imprese private ma anche a quelli delle Pubbliche Amministrazioni.[4]
Nella presente trattazione ci soffermeremo, in particolare, sulle policy di stakeholder management adottate, appunto, dalle Pubbliche Amministrazioni, al fine di individuare le modalità attraverso le quali l’amministrazione procede concretamente alla gestione dei propri rapporti con i c.dd. portatori di interessi, da essa coinvolti nei processi decisionali concernenti le azioni di governo del territorio e dell’ambiente.
§2. Policy di stakeholder management della Pubblica Amministrazione.
Nell’ambito dei processi decisionali di competenza della Pubblica Amministrazione, lo stakeholder management rappresenta uno strumento di dialogo con i cittadini, la collettività, i dipendenti, i gruppi spontanei ed organizzati, gli altri enti pubblici etc., in un’ottica di responsabilità sociale della Pubblica Amministrazione.
Inoltre, consente di affrontare più efficacemente le problematiche che, specialmente nell’attuale periodo di forte crisi economica e sociale, gli enti pubblici sono costretti ad affrontare.
Il coinvolgimento dei portatori di interessi nei processi decisionali della P.A. permetterebbe, pertanto, una “cogenerazione di nuovo valore condiviso”.[5]
Si noti che l’attivazione di processi decisionali inclusivi presuppone che gli stakeholder individuati dispongano di informazioni adeguate, possano esprimere le proprie posizioni e proposte, dialogare tra loro e pervenire (se possibile) a soluzioni condivise o comunque, quantomeno, partecipare ai processi decisionali che li interessano.
I portatori di interessi possono essere coinvolti nei processi decisionali degli enti pubblici in vario modo, cioè con diversi “gradi di intensità” e diversi livelli di impatto sul processo e sulle decisioni.
In particolare, la Pubblica Amministrazione può limitarsi ad informare, mediante la comunicazione esterna, gli stakeholder delle decisioni assunte autoritariamente.
In altri casi, l’ente pubblico non si limita ad informare i portatori di interessi delle decisioni che intende assumere, bensì si rende disponibile all’ascolto delle osservazioni elaborate da questi ultimi. Tali osservazioni potranno, successivamente, essere tenute in considerazione dall’Amministrazione per valutare la qualità delle politiche pubbliche ed, eventualmente, rimodularle.
Infine, la Pubblica Amministrazione può coinvolgere attivamente gli stakeholder, attraverso tecniche complesse, così da pervenire a decisioni condivise. Ciò permette sia l’interazione con i soggetti di un territorio capaci di rappresentare necessità ed istanze specifiche, sia di rivolvere problemi complessi attraverso l’apporto di diversi contributi.[6]
Secondo un orientamento dottrinale, tali tecniche possono essere raggruppate in tre “famiglie”, a seconda dei problemi che si intende affrontare con esse: tecniche per l’ascolto, tecniche per l’interazione costruttiva e tecniche per la risoluzione dei conflitti.
In particolare, per quanto riguarda le tecniche per l’ascolto, può osservarsi che si tratta di metodi utili ad individuare quale percezione abbiano gli stakeholder dei problemi esaminati. Tali tecniche sono utili, soprattutto, nella fase preliminare, al fine di avviare il processo inclusivo, individuare gli stakeholder interessati e le tematiche da esaminare congiuntamente.
Per quanto concerne, invece, le tecniche per l’interazione costruttiva, può rilevarsi che si tratta di metodi che fungono da ausilio per i partecipanti, al fine di intrecciare un dialogo e pervenire a delle conclusioni ben ponderate. Esse si rivelano utili ad organizzare e gestire il processo decisionale inclusivo.
Infine, per quanto riguarda le tecniche per la risoluzione dei conflitti, si evidenzia che si tratta di metodi utilizzati per risolvere problematiche complesse. Si rivelano utili, specialmente, nell’ipotesi in cui vi siano conflitti (reali o potenziali).
Giova osservare che, nella pratica, può capitare che una medesima tecnica possa rientrare anche in due o tre delle categorie sopra citate.[7]
§3. E-democracy.
Appare opportuno sottolineare, infine, che la qualità delle politiche pubbliche è, negli anni più recenti, migliorata anche grazie ad iniziative di E-democracy.
Con l’espressione “E-democracy” si intende fare riferimento all’”utilizzo di procedure e piattaforme elettroniche allo scopo di incrementare la partecipazione democratica dei cittadini, mediante il loro coinvolgimento nei processi decisionali e la promozione di meccanismi per monitorare il funzionamento della politica”.[8]
L’utilizzo delle iniziative di E-democracy rende più trasparente l’agire della Pubblica Amministrazione e favorisce l’accettazione delle scelte pubbliche da parte dei cittadini.
Inoltre, esso rappresenta uno strumento di rafforzamento della democrazia, in quanto favorisce la cittadinanza attiva e la sua integrazione nella società.[9]
- 4. Conclusioni.
L’adesione alla teoria dello stakeholder management (secondo la quale l’azione di business e l’azione etica sarebbero legate da un rapporto di interdipendenza e l’obiettivo della gestione consisterebbe nella massimizzazione del benessere dei vari stakeholder nel lungo periodo) ha comportato il coinvolgimento di vari soggetti, pubblici e privati, nei processi decisionali non solo delle imprese private ma anche delle Pubbliche Amministrazioni.
Tale coinvolgimento consente di pervenire a decisioni maggiormente efficienti ed efficaci, in quanto adottate tenendo conto dei diversi punti di vista e dell’apporto dei vari portatori di interessi e, pertanto, mediante una valutazione globale più completa del problema da risolvere; gli stakeholder si rivelano, inoltre, maggiormente propensi all’osservanza delle relative decisioni, proprio in quanto essi stessi vengano coinvolti nel processo decisionale.
In particolare, per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni, il grado di intensità del coinvolgimento di tali soggetti può variare a seconda delle situazioni e delle valutazioni effettuate dall’amministrazione stessa, potendo diversificarsi a seconda che ai portatori di interessi sia consentito di essere semplicemente informati delle decisioni assunte autoritariamente dall’amministrazione oppure di intervenire in maniera più attiva, presentando osservazioni o avanzando proposte.
La cittadinanza attiva, negli anni più recenti, è stata ulteriormente favorita dall’uso degli strumenti della E-democracy, cioè di procedure e piattaforme elettroniche finalizzate, appunto, ad aumentare la partecipazione democratica dei cittadini, mediante il loro coinvolgimento nei processi decisionali e la promozione di meccanismi per monitorare il funzionamento della politica.
Note
[1] Freeman R.E. e Reed D.L., Stockolders and Stakeholders: A New Perspective on Corporate Governance, in Califormia Management Review, 01/04/1983.
Si veda, altresì, Freeman R.E., Strategic Management: A Stakeholder Approach, 1984, nonché Freeman R.E., Managing for Stakeholders, Darden Business Publishing, University of Virginia, 2007, consultabile tramite il seguente link: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1186402
[2] Voce “Stakeholder”, in Enciclopedia Treccani, consultabile al seguente U.R.L.: https://www.treccani.it/enciclopedia/stakeholder
[3] Rusconi G., Alcune riflessioni sui recenti sviluppi dello stakeholder management: il “valore per gli stakeholder”, in InpresaProgetto, Electronic Journal of Management, n. 1/2012, consultabile al seguente U.R.L.: https://www.impresaprogetto.it/sites/impresaprogetto.it/files/articles/ipejm_saggio-1-2012-rusconi.pdf
[4] Sul tema dell’amministrazione condivisa, si suggerisce anche la lettura di Arena G., Cittadini attivi. Un altro modo di pensare all’Italia, Editori Laterza, 2006.
[5] In proposito, si veda Sancino A., Coinvolgimento degli stakeholder e generazione di valore condiviso nelle amministrazioni pubbliche, in Meneguzzo M., Jannelli R., Fiorani G., CSR 2.0 Proattiva e sostenibile. Tra mercati globali e gestione della crisi, Editore Egea, 2012.
[6] Processi decisionali inclusivi, in “Pubblica Amministrazione di Qualità”, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, consultabile al seguente U.R.L.: http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/strumenti/customer-satisfaction-management/ascolto-e-partecipazione-dellutenza/processi-decisionali-inclusivi/index.html#6
[7] Bobbio L. e al., A più voci. Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini nei processi decisionali inclusivi, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, Edizioni Scientifiche Italiane, 55 s., consultabile attraverso il seguente link: https://www.regione.toscana.it/documents/10180/23652/A%20piu’%20voci/53a3ff07-2294-4b27-9d9c-f6a91e3f2bfc
[8] Voce “E-democracy”, in Vocabolario Treccani, consultabile al seguente U.R.L.: https://www.treccani.it/vocabolario/e-democracy_%28Neologismi%29/
[9] E-democracy, in “Pubblica Amministrazione di Qualità”, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, consultabile al seguente U.R.L.: http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/customer-satisfaction/ascolto-e-partecipazione-dellutenza/e-democracy/index.html
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento