Pornhub, uno dei siti web più conosciuti e visitati al mondo, si trova al centro di una serie di querelle di natura legale a causa delle sue pratiche poco trasparenti nella gestione dei dati personali. Il noto portale per adulti, visitato mensilmente da oltre due miliardi di persone, è stato accusato di trattare in maniera illegittima e illecita i dati personali di milioni di utenti.
Per approfondire si consiglia: I ricorsi al Garante della privacy
1. Il caso di Pornhub
Il 29 giugno scorso, un gruppo di attivisti e ricercatori, che opera sotto l’hashtag #StopDataPorn, ha presentato un reclamo presso l’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali in Italia, sostenendo che Pornhub gestisce in modo illecito i dati degli utenti. Questa azione legale si basa sull’analisi tecnica delle politiche di privacy del sito web e segue altre denunce presentate precedentemente in Italia e a Cipro, (dove Pornhub ha la sua sede legale europea). Le accuse si concentrano sulla presunta violazione delle norme del GDPR, il regolamento 679/2016 per la protezione dei dati personali delle persone fisiche, a cui tutte le aziende che operano online e off line e trattano dati di cittadini europei si devono attenere.
Uno dei principali problemi sollevati riguarda il consenso degli utenti al tracciamento dei loro dati. Secondo il GDPR, nonché ai sensi della normativa sui cookie ed altri sistemi di tracciamento, un sito web deve ottenere il consenso esplicito delle persone prima di tracciarle, ed in ossequio al principio di data protection by design è punibile con ammenda fino a 120.000 euro l’installazione di cookie di profilazione prima che l’utente abbia espresso un consenso esplicito e informato (da qui l’esigenza di avere banner e informativa in regola). Il registro dei consensi deve essere debitamente tenuto e compilato a cura del titolare del trattamento e l’interessato in ogni momento deve avere la possibilità di revocare un consenso già prestato.
Tuttavia, secondo il collettivo di attivisti, Pornhub non fornisce una chiara opzione di opt-out per i cookie di tracciamento, che dunque vengono installati senza il preventivo consenso e tracciano le attività dell’utente sul sito. Inoltre, il sito assegna alle persone una preferenza sessuale basata sui video che guardano, anche in questo caso senza richiedere il loro consenso: considerato il numero esorbitante di utenti mensili ed il fatto che il tempo di visione medio di un video è di otto minuti (è un tempo elevatissimo, la media di durata di visione dei video non per adulti si aggira intorno ai sette secondi) parliamo di una quantità di dati da capogiro, tra cui naturalmente, trattandosi di informazioni riguardanti l’orientamento e le preferenze sessuali, si annoverano i dati cosiddetti “sensibili” o particolari, quelli regolati dall’art. 9 del GDPR, per cui è prevista una regolamentazione particolarmente stringente, proprio per la loro delicatezza.
Il reclamo, inoltre, ha sottolineato la mancanza di trasparenza riguardo ai dati condivisi con altre società legate a Pornhub: l’analisi delle tecniche di tracciamento utilizzate da Pornhub ha rivelato che i dati vengono trasmessi a Google e a TrafficJunky, la piattaforma pubblicitaria di proprietà di MindGeek, l’azienda madre di Pornhub. Inoltre, sempre secondo il collettivo di attivisti, una tecnologia di tracciamento memorizza gli ID dei video guardati sui dispositivi degli utenti, creando una cronologia di ricerca parallela. Tali pratiche sollevano preoccupazioni sulla quantità di dati raccolti e sul loro utilizzo, nonché sul problema del trasferimento dei dati dei cittadini europei verso gli Stati Uniti d’America, problema politico che ad oggi, con la mancanza di una decisione di adeguatezza, non è ancora stato risolto in maniera efficace.
2. Un problema esteso
I reclami e le segnalazioni presentate contro Pornhub fanno emergere una questione più ampia riguardante la raccolta e la gestione dei dati da parte dei siti web pornografici. Ricerche precedenti avrebbero evidenziato (secondo il mensile Wired UK) che la maggior parte dei siti condivide i dati con terze parti, esponendo o suggerendo l’identità sessuale degli utenti. Inoltre, i tracker di Google sono presenti nella maggioranza dei siti web pornografici.
La questione della privacy dei dati è particolarmente delicata quando si tratta di siti web pornografici, poiché la visita a tali siti può essere considerata sensibile o imbarazzante per molte persone. La raccolta e l’utilizzo non autorizzati di informazioni personali da parte di questi siti possono avere conseguenze significative per la privacy e la reputazione degli utenti.
La crescente attenzione sulle pratiche di Pornhub è un riflesso dell’aumento generale delle preoccupazioni sulla privacy online e della necessità di regolamentazioni più rigorose per proteggere gli utenti. Le norme come il GDPR hanno introdotto misure importanti per garantire il controllo degli utenti sui propri dati personali, ma l’applicazione e il monitoraggio di tali regole rimangono sfide continue.
Alcuni esperti sostengono che la questione della privacy dei dati nei siti web per adulti dovrebbe essere affrontata con una maggiore consapevolezza e una migliore regolamentazione. Ciò potrebbe includere l’introduzione di requisiti più rigorosi per il consenso degli utenti, una maggiore trasparenza nelle pratiche di raccolta dei dati e sanzioni più severe per le violazioni della privacy.
Nel frattempo, i reclami contro Pornhub sollevano importanti interrogativi sul modo in cui vengono gestiti i dati degli utenti e richiamano l’attenzione sulla necessità di un’adeguata protezione della privacy online, anche a seguito dell’entrata in vigore del Digital Services Act, il regolamento europeo sui servizi digitali. Gli utenti devono essere consapevoli dei rischi e adottare misure per proteggere la propria privacy, come l’utilizzo di strumenti di navigazione anonima o di blocco dei tracker.
Mentre la vicenda di Pornhub si sviluppa e rimaniamo in attesa di conoscere la posizione del Garante, risulta sempre più interessante osservare l’evoluzione della questione privacy (che sempre di più sta tornando come norma non solo sociale, ma imperativa) negli ambienti online, specialmente nei siti web pornografici. La protezione della privacy e la responsabilità delle aziende nella gestione dei dati personali sono temi di crescente importanza nella società digitale odierna, e ci si aspetta che le autorità e i regolatori continueranno a fare pressioni per garantire un ambiente online più sicuro e rispettoso della privacy degli interessati, ivi compresi coloro che, nel pieno esercizio dei propri diritti, visitano siti con contenuto per soli adulti.
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