L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando numerosi settori, migliorando l’efficienza operativa, facilitando decisioni più informate e creando nuove opportunità di innovazione. Tuttavia, questa potente tecnologia solleva anche preoccupazioni significative in materia di privacy. L’IA, infatti, può raccogliere, analizzare e utilizzare enormi quantità di dati personali, mettendo a rischio la riservatezza degli individui. In questo articolo, esploreremo le principali sfide alla privacy poste dall’IA e le soluzioni normative e tecniche per mitigarle. Per esplorare il tema delle AI, consigliamo il volume Ai Act -Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024. Per rispondere a queste sfide abbiamo organizzato i corsi online Legal Prompting – Corso Base, giunto alla sua terza edizione, e Legal Prompting – Corso Avanzato.
Indice
- 1. Raccolta eccessiva di dati
- 2. Profilazione e discriminazione
- 3. Trasparenza e comprensibilità
- 4. Sicurezza dei dati
- 5. Soluzioni normative
- 6. Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR)
- 7. California Consumer Privacy Act (CCPA)
- 8. AI Act
- 9. Verso una normativa globale
- 10. Un futuro sicuro per la privacy nell’IA
- 11. Conclusioni
- Formazione in materia per professionisti
1. Raccolta eccessiva di dati
Uno dei principali problemi dell’IA è la raccolta massiccia di dati. Per funzionare efficacemente, gli algoritmi di IA necessitano di grandi quantità di dati, ed è questo il motivo per cui è proprio ora, in questo momento storico, che si stanno espandendo sempre di più. L’intelligenza artificiale nasce a metà degli anni ’50, ma è solo ora, con la grande disponibilità di dati esistente, che può esprimere tutto il suo potenziale. Questa raccolta massiccia può avvenire attraverso diverse fonti, come dispositivi IoT, social media, applicazioni mobile e molto altro. La vastità dei dati raccolti aumenta il rischio di violazioni della privacy e di uso improprio delle informazioni personali. Per esplorare il tema delle AI, consigliamo il volume Ai Act -Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024
Ai Act
Quale impatto avrà l’intelligenza artificiale sulla nostra società e soprattutto sul diritto? Il testo esplora questa complessa intersezione, offrendo una guida dettagliata e completa.L’opera approfondisce l’evoluzione dell’AI, dalle sue umili origini nei primi sistemi esperti alle avanzate reti neurali e all’AI generativa di oggi.Analizza in modo critico il panorama normativo europeo, come il recente Regolamento n. 1689/2024, delineando il percorso legislativo e le regolamentazioni che cercano di gestire e governare questa tecnologia in rapida evoluzione.Gli autori affrontano temi fondamentali come l’etica dell’AI, la responsabilità legale, la sicurezza dei dati e la protezione della privacy.Il libro non si limita alla teoria: esplora anche le applicazioni pratiche dell’AI in vari settori, tra cui la giustizia, il settore finanziario, la pubblica amministrazione e la medicina.Attraverso casi di studio e analisi dettagliate, il libro mostra come l’AI stia trasformando questi ambiti e quali questioni giuridiche stiano emergendo.Inoltre, viene esaminato l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, evidenziando come l’automazione e le nuove tecnologie stiano cambiando le dinamiche lavorative e quali siano le implicazioni legali di queste trasformazioni.L’opera vuole essere una lettura essenziale per avvocati, giuristi, professionisti IT e tutti coloro che desiderano comprendere le complesse relazioni tra tecnologia e diritto, offrendo una visione completa e aggiornata, ricca di analisi critiche e riflessioni pratiche, per navigare nel futuro della tecnologia e del diritto con consapevolezza e competenza.Michele IaselliAvvocato, docente di Diritto digitale e tutela dei dati alla LUISS e di informatica giuridica all’Università di Cassino. Direttore del comitato scientifico di ANDIP e coordinatore del comitato scientifico di Feder-privacy. Funzionario del Ministero della Difesa ed esperto dell’Ufficio Generale Innovazione Difesa, è membro del Comitato di presidenza dell’ENIA (Ente Nazionale Intelligenza Artificiale).
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2. Profilazione e discriminazione
L’IA può analizzare i dati per creare profili dettagliati degli individui, prevedendo comportamenti, preferenze e persino stati emotivi. Sebbene questo possa avere applicazioni utili, come il marketing personalizzato o la prevenzione di frodi, pone anche seri rischi di discriminazione e violazione della privacy. Ad esempio, l’uso di profili per prendere decisioni su assunzioni, concessioni di credito o assicurazioni può portare a pratiche discriminatorie basate su dati errati o parziali.
3. Trasparenza e comprensibilità
Gli algoritmi di IA sono spesso complessi e opachi, rendendo difficile per gli utenti comprendere come vengono raccolti, analizzati e utilizzati i loro dati. Questa mancanza di trasparenza può erodere la fiducia degli utenti e complicare la responsabilità delle aziende e delle istituzioni che utilizzano l’IA. La cosiddetta “scatola nera” dell’IA rende problematico determinare se le decisioni prese dagli algoritmi siano giuste o discriminanti.
4. Sicurezza dei dati
La sicurezza dei dati è un’altra grande preoccupazione. I sistemi di IA possono essere vulnerabili a cyber attacchi, che potrebbero esporre dati sensibili a malintenzionati. Le violazioni di dati non solo compromettono la privacy degli individui, ma possono anche causare danni finanziari e reputazionali significativi.
5. Soluzioni normative
Per affrontare queste sfide, sono necessarie soluzioni normative che garantiscano la protezione della privacy senza ostacolare l’innovazione tecnologica. Ecco alcune delle principali misure normative adottate e proposte a livello internazionale.
6. Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR)
Il GDPR, entrato in vigore nell’Unione Europea nel 2018, è uno dei quadri normativi più rigorosi al mondo in materia di protezione dei dati personali. Esso stabilisce principi fondamentali come la minimizzazione dei dati, la limitazione delle finalità e il consenso esplicito degli utenti. Inoltre, il GDPR impone obblighi stringenti alle aziende per quanto riguarda la sicurezza dei dati e la trasparenza nelle operazioni di trattamento dei dati personali.
Per approfondire questo tema, leggi l’articolo: GDPR e intelligenza artificiale: il rapporto della task force europea su ChatGPT
7. California Consumer Privacy Act (CCPA)
Negli Stati Uniti, il CCPA rappresenta un’importante normativa per la protezione della privacy, conferendo ai residenti della California diritti significativi sui loro dati personali. Il CCPA impone alle aziende di informare i consumatori sulla raccolta e l’uso dei dati e consente agli utenti di optare per la non vendita dei propri dati personali.
8. AI Act
Un passo significativo verso una regolamentazione globale uniforme è rappresentato dall’Artificial Intelligence Act (AI Act) adottato dall’Unione Europea. L’AI Act mira a creare un quadro normativo completo per l’uso dell’intelligenza artificiale.
L’AI Act introduce un approccio basato sul rischio, classificando le applicazioni di IA in diverse categorie in base al loro potenziale impatto sui diritti e le libertà degli individui. Le applicazioni ad alto rischio, come quelle utilizzate in ambito sanitario, nella giustizia e nei servizi pubblici, sono soggette a requisiti rigorosi di trasparenza, sicurezza e gestione dei dati. Ad esempio, queste applicazioni devono essere progettate per essere trasparenti, con documentazione chiara e accessibile riguardo al loro funzionamento e agli algoritmi utilizzati.
Un altro aspetto cruciale dell’AI Act è l’obbligo per i fornitori di IA di effettuare valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA) prima di mettere in uso sistemi di IA ad alto rischio. Queste valutazioni devono identificare e mitigare i potenziali rischi per la privacy e i diritti fondamentali, garantendo che le misure di sicurezza e protezione dei dati siano integrate nel design e nello sviluppo dei sistemi di IA.
L’AI Act prevede anche la creazione di un Registro Europeo dei Sistemi di IA ad Alto Rischio, che offrirà una maggiore trasparenza e accountability, consentendo ai cittadini e alle autorità di monitorare l’uso di queste tecnologie. Inoltre, l’atto propone sanzioni significative per le violazioni delle sue disposizioni, simili a quelle previste dal GDPR, per garantire un forte deterrente contro comportamenti non conformi.
Per approfondimenti sull’AI Act, leggi anche: AI Act: il regolamento europeo 1689/2024 in Gazzetta Ufficiale
9. Verso una normativa globale
L’AI Act dell’Unione Europea potrebbe servire da modello per altre giurisdizioni, promuovendo una maggiore armonizzazione normativa a livello internazionale. La cooperazione tra paesi e organizzazioni internazionali è fondamentale per sviluppare standard comuni e garantire che l’IA venga utilizzata in modo etico e rispettoso dei diritti umani.
Organizzazioni come le Nazioni Unite stanno anche esplorando la possibilità di stabilire linee guida globali per l’IA, che potrebbero includere principi di privacy, trasparenza e responsabilità. Questi sforzi mirano a creare un contesto normativo globale che supporti l’innovazione tecnologica proteggendo al contempo i diritti e le libertà individuali.
Soluzioni Tecniche
Oltre alle soluzioni normative, esistono diverse tecniche che possono aiutare a mitigare i rischi per la privacy nell’uso dell’IA.
- Anonimizzazione e pseudonimizzazione: L’anonimizzazione e la pseudonimizzazione dei dati sono tecniche che possono ridurre il rischio di violazioni della privacy. L’anonimizzazione rimuove tutti i riferimenti identificativi dai dati, rendendo impossibile risalire all’individuo. La pseudonimizzazione, invece, sostituisce le informazioni identificative con pseudonimi, che possono essere collegati all’identità reale solo tramite informazioni aggiuntive conservate separatamente e protette.
- Federated learning: Il federated learning è una tecnica di apprendimento automatico che permette di addestrare modelli di IA senza trasferire i dati grezzi su un server centrale. Invece, i modelli vengono addestrati localmente sui dispositivi degli utenti, e solo i parametri aggiornati vengono condivisi. Questo approccio riduce significativamente il rischio di esposizione dei dati personali.
- Differential privacy: La differential privacy è un metodo che introduce rumore nei dati per proteggere la privacy degli individui. Questo approccio garantisce che i risultati delle analisi dei dati non possano essere utilizzati per identificare singoli individui, mantenendo al contempo l’utilità complessiva dei dati per l’analisi.
- Crittografia avanzata: L’uso di tecniche avanzate di crittografia può proteggere i dati durante la raccolta, l’archiviazione e il trasferimento. La crittografia omomorfica, ad esempio, permette di eseguire calcoli su dati criptati senza decrittarli, garantendo un ulteriore livello di sicurezza.
10. Un futuro sicuro per la privacy nell’IA
L’equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione della privacy è cruciale per sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale. È necessario che legislatori, ricercatori e professionisti del settore lavorino insieme per sviluppare normative e soluzioni tecniche che garantiscano una protezione adeguata dei dati personali.
Un aspetto fondamentale per la protezione della privacy è l’educazione e la consapevolezza degli utenti. Gli individui devono essere informati sui loro diritti e sui rischi associati all’uso dell’IA, nonché sulle misure di protezione disponibili. La trasparenza da parte delle aziende riguardo alle pratiche di raccolta e utilizzo dei dati è essenziale per costruire la fiducia degli utenti.
Le aziende che sviluppano e utilizzano l’IA devono adottare pratiche di innovazione responsabile, integrando considerazioni etiche e di privacy fin dalle prime fasi di sviluppo. Questo approccio, noto come “privacy by design”, garantisce che la protezione dei dati sia una parte integrante dei sistemi di IA, piuttosto che un’aggiunta successiva.
11. Conclusioni
L’intelligenza artificiale offre enormi opportunità per migliorare la nostra vita quotidiana e le operazioni commerciali. Le sue applicazioni spaziano dall’assistenza sanitaria alla gestione delle risorse umane, dalla logistica alla sicurezza informatica, promettendo efficienza, precisione e innovazione. Tuttavia, l’adozione diffusa dell’IA comporta anche significative sfide alla privacy che devono essere affrontate con urgenza e rigore.
Le soluzioni normative sono fondamentali per creare un quadro giuridico che garantisca la protezione dei dati personali. Normative come il GDPR in Europa e il CCPA in California rappresentano esempi importanti di come i governi stiano cercando di proteggere la privacy in un mondo sempre più digitalizzato. Queste leggi impongono obblighi stringenti in materia di trasparenza, sicurezza dei dati e diritti degli utenti, obbligando le aziende a trattare i dati personali con maggiore responsabilità.
L’Artificial Intelligence Act proposto dall’Unione Europea è un ulteriore passo avanti in questa direzione, introducendo un approccio basato sul rischio e richiedendo valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati per i sistemi di IA ad alto rischio. Questo tipo di regolamentazione non solo protegge la privacy, ma promuove anche la fiducia degli utenti nelle tecnologie di IA, essenziale per la loro adozione su larga scala.
Oltre alle normative, sono necessarie soluzioni tecniche innovative per mitigare i rischi alla privacy. Tecniche come l’anonimizzazione, la pseudonimizzazione e la crittografia avanzata possono proteggere i dati personali riducendo al minimo il rischio di esposizione. Federated learning e differential privacy sono esempi di come l’IA possa essere progettata per rispettare la privacy fin dalle prime fasi di sviluppo.
L’adozione del “privacy by design” e del “privacy by default” è cruciale. Integrando la protezione della privacy direttamente nei processi e nei sistemi, le aziende possono assicurarsi che i dati personali siano gestiti in modo sicuro e conforme alle normative, riducendo i rischi di violazioni e abusi.
Le aziende che sviluppano e utilizzano tecnologie di IA hanno la responsabilità di garantire che queste siano utilizzate in modo etico e trasparente. Devono adottare pratiche di innovazione responsabile, assicurandosi che le considerazioni etiche e di privacy siano integrate nelle loro operazioni. Questo richiede una formazione continua dei dipendenti, la creazione di politiche aziendali solide e l’adozione di tecnologie che proteggano la privacy.
I professionisti legali, da parte loro, devono essere aggiornati sugli sviluppi normativi e tecnologici per consigliare adeguatamente le aziende e garantire la conformità. Devono anche essere pronti a difendere i diritti degli individui, assicurandosi che le tecnologie di IA non compromettano la privacy o perpetuino discriminazioni.
Solo attraverso un approccio equilibrato e responsabile possiamo garantire che l’IA venga utilizzata in modo sicuro ed etico. Questo richiede una stretta collaborazione tra governi, aziende, professionisti legali e società civile. È essenziale sviluppare un quadro normativo globale che armonizzi le diverse legislazioni nazionali e promuova standard comuni di protezione della privacy.
In definitiva, l’IA ha il potenziale per trasformare radicalmente la nostra società, migliorando la qualità della vita e l’efficienza operativa. Tuttavia, per sfruttare appieno questi benefici, dobbiamo affrontare le sfide alla privacy con soluzioni normative e tecniche adeguate. Solo così possiamo costruire un futuro in cui l’innovazione tecnologica e la protezione dei diritti e delle libertà individuali vanno di pari passo, creando un mondo in cui la tecnologia serve veramente il bene comune.
Formazione in materia per professionisti
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