Protocollo d’intesa tra Regione Toscana, ANCI, UNCEM, URPT: Patto per il governo del territorio.

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L’anno duemilasei del mese di novembre, il giorno due, i sottoscritti:
 
–          per la Regione Toscana, Riccardo Conti, Assessore regionale alle Infrastrutture e logistica, Viabilità e trasporti, Urbanistica e programmazione territoriale, Casa, autorizzato alla firma della presente intesa con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 34 del 21 febbraio 2006;
–           per l’ANCI Toscana, Mauro Tarchi – Sindaco del Comune di San Giovanni Valdarno
–          per l’UNCEM Toscana, Oreste Giurlani – Presidente
–          per l’URPT, Lio Scheggi – Presidente
 
alla presenza del Consiglio delle Autonomie Locali,
 
 
PREMESSO
 
–          che la legge 3 gennaio 2005, n. 1 “norme per il governo del territorio”, stabilisce che il governo del territorio regionale sia esercitato attraverso attività coerenti e coordinate tra le istituzioni, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, in conformità con quanto stabilito dalla riforma del titolo V della Costituzione;
–          che l’art. 27 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 “norme per il governo del territorio”, stabilisce il principio di collaborazione e sinergia tra le strutture tecniche dei diversi enti che partecipano al governo del territorio, finalizzato al miglioramento e alla maggiore efficacia degli atti;
–          che il Programma regionale di sviluppo 2006-2010 ha definito le strategie che saranno sviluppate per la scala territoriale, con gli studi della pianificazione territoriale definiti dall’art. 9 della L.R. 1/2005;
–          che il documento di avvio dell’elaborazione del Piano di Indirizzo Territoriale è stato approvato con D.G.R. n. 759 del 25 luglio 2005 e contiene, insieme agli indirizzi per la definizione dei contenuti statutari e strategici del nuovo PIT, specifici riferimenti ai rapporti con gli altri strumenti di pianificazione territoriale e in particolare la necessità di accorciare la filiera del processo decisionale delle politiche di sviluppo;
–          che il documento preliminare del PIT, ai sensi dell’art. 48 dello Statuto della Regione Toscana, sullo stato dei lavori per l’adeguamento del Piano di indirizzo territoriale regionale di cui all’articolo 48 della legge regionale n. 1 del 2005, è stato discusso in Consiglio regionale e le relative mozioni consiliari n. 264 e 265 sono state approvate nella seduta del 21giugno 2006;
 
–          che è attualmente in corso l’esame delle Proposta di PIT da parte del Tavolo di Concertazione Istituzionale;
 
 
RITENUTO
 
 
–          che l’elaborazione del Piano di Indirizzo Territoriale regionale, dei Piani Territoriali di Coordinamento provinciali e dei Piani Strutturali comunali debba procedere sulla base del principio della centralità della collaborazione istituzionale, definendo un “patto istituzionale” che possa interpretare la “Toscana al futuro”.
 
 
 
Tutto quanto sopra considerato tra Regione Toscana , ANCI, URPT e UNCEM
 
SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE
 
 
Articolo 1
Premesse
 
1.      Le premesse sono parti integranti della presente intesa.
 
 
Articolo 2
Patto
 
1. I Soggetti del Tavolo di Concertazione Istituzionale condividono le strategie del nuovo PRS 2006-2010 e l’analisi preoccupata della situazione economica e sociale della Toscana che porta con sé il rischio di declino.
Concordano pertanto sulla necessità di definire, nei tempi più brevi possibili, una nuova edizione del PIT che risulti complementare e funzionale all’attuazione delle strategie del PRS e che rappresenti un elemento di innovazione capace di contribuire a rafforzare la qualità delle azioni e a incrementare il dinamismo della regione.
E’ necessario, in un’ottica di collaborazione istituzionale, proporre politiche e sviluppare strumenti in grado di far fare un salto di qualità alla Toscana.
Una Toscana al futuro, che sia capace di affrontare le sfide della contemporaneità, con il coinvolgimento, oltre alle Istituzioni, del ricco tessuto di associazioni economiche e sociali e del variegato mondo dei soggetti privati.
Risulta quantomai urgente la necessità d’impostare metodi e pratiche capaci di delineare un nuovo sentiero di sviluppo e nuovi livelli di equilibrio economico e sociale.
 
2. In Toscana, più marcatamente di quanto accada in altre esperienze locali dell’Europa, è impensabile che un solo soggetto pubblico o privato possa determinare, unilateralmente sulla base di una strategia isolata, il percorso dello sviluppo e innalzare il tasso di dinamismo. Dinamismo che deve necessariamente derivare da uno sforzo collettivo e da un disegno condiviso da una pluralità di soggetti dotati di autonomia e indipendenza. 
La cooperazione istituzionale – la cosiddetta “governance cooperativa” – è lo strumento fondamentale per imprimere qualità e crescita, per una innovazione vera e diffusa, e non solo ipotizzata. Tale cooperazione deve essere rafforzata, cercando di ridurre al massimo gli elementi rituali e burocratici e puntando a livelli di maggiore efficacia, attraverso un programma congiunto e condiviso tra i soggetti istituzionali. Pur a fronte di alcune difficoltà sorte nella esperienza di governance cooperativa, ed a fronte di alcuni isolati risultati negativi nella gestione di un sistema di governo diffuso e quindi complesso (per i quali è stato invocato, da alcune parti, il ritorno a pratiche centralistiche) i Soggetti firmatari evidenziano come improponibile e inefficace il ritorno a politiche dirigistiche e gerarchiche che assai raramente hanno prodotto nel nostro paese risultati apprezzabili dal punto di vista della qualità dello sviluppo.
Le istituzioni toscane, in piena sintonia con la filosofia più avanzata e moderna del nuovo Titolo V della Costituzione, ritengono quindi necessario il rafforzamento dei principi di governance cooperativa e di leale collaborazione fra istituzioni – e fra queste e il mondo associativo e privato – per imprimere un nuovo dinamismo e qualità allo sviluppo della regione.
Il Patto fra le Istituzioni deve essere lo strumento attraverso il quale, dentro le procedure e con gli strumenti di governo del territorio previsti dalle norme regionali si può rafforzare un canale di scambio politico fra le Istituzioni per rendere più efficace la collaborazione e più agevole la convergenza su obiettivi condivisi.
 
3. La nuova edizione del PIT si baserà su questi presupposti e troverà la sua ragion d’essere nella condivisione di una idea di governo del territorio che prevede competenze plurime e distinte che si armonizzano per realizzare prospettive strategiche comuni. L’intento è di favorire le propensioni cooperative tra gli enti superando le maglie delle relazioni gerarchiche.
Il PIT è perciò prima di tutto un patto tra le istituzioni: la scommessa di una nuova alleanza tra Regione e sistema delle autonomie locali per dare all’insieme del territorio toscano un orizzonte di domande, valori e opportunità sul quale indirizzare le risorse, tramite la coerenza e la duttilità necessarie al rafforzamento di una capacità di governo plurale ma integrato.
Il PIT consentirà di unificare l’intenzionalità strategica regionale e locale delle politiche pubbliche.
 
4. Ogni livello istituzionale assume e realizza la propria responsabilità nella implementazione degli strumenti di pianificazione territoriale relativi al proprio livello di competenza (PIT, PTC e PS), e definisce autonomamente i contenuti e gli strumenti più idonei per governare territori tra loro assai diversificati, e per rappresentare interessi e aspettative che sono specifiche di ogni comunità amministrata.
Pertanto il presente Patto:
–          impegna tutte le istituzioni, nel momento di formazione, modifica o aggiornamento degli strumenti della pianificazione territoriale, al confronto e alla leale collaborazione con gli altri livelli e con gli altri soggetti territoriali per definire scelte e obiettivi che siano coerenti e convergenti con le strategie condivise;
–          è uno strumento politico che supporta, cercando di rafforzarli, gli strumenti istituzionali e amministrativi, imprimendo a questi un’efficacia e una capacità di interazione maggiore;
–          non collide con il percorso istituzionale, con le sue regole e i suoi strumenti definiti dalle norme, ma cerca di renderlo meno dipendente da procedure e riferimenti eccessivamente formali, e conseguentemente più rispondente, secondo il principio di efficacia dell’attività amministrativa, agli obiettivi che sono posti a fondamento dell’azione pubblica;
–          rappresenta il recupero e il rafforzamento del ruolo centrale della politica nei processi e nelle attività di governo del territorio, facendo degli strumenti normativi un’arma efficace per garantire il rispetto delle regole e degli standard di riferimento ma nel contempo mettendo tali strumenti al servizio di una visione della “Toscana al futuro” che tende a conseguire nuovi obiettivi di qualità e di sviluppo.
 
5. I Soggetti firmatari individuano nel territorio l’elemento costitutivo del capitale sociale regionale. Esso è da considerarsi un fattore di crescita non solo in quanto patrimonio da conservare e valorizzare, ma anche per la sua capacità di fungere da rete di connessione e da attivatore di funzioni produttive e sociali.
Il presente Patto mette pertanto al centro dell’azione pubblica le strategie e gli strumenti previsti dal PRS qualificando il governo del territorio non come disciplina isolata dalle strategie, chiusa in una sorta di autoreferenzialità, ma piuttosto come strumento essenziale per il raggiungimento e la qualificazione delle strategie medesime.
 
6. Con il nuovo PIT si avrà il superamento dello schema delle diverse “Toscane”, ripensando la regione come un insieme complesso e articolato strutturato intorno a due visioni territoriali fondamentali:
–          da un lato una “città di città”, una città regionale policentrica capace di articolarsi in connessioni funzionali integrando in maniera versatile filiere economiche, sociali, culturali;
–          dall’altro una vasta e moderna area rurale, che rappresenta uno degli elementi più innovativi dello sviluppo regionale integrando – in particolare nei suoi punti di eccellenza – conservazione paesaggistica e ambientale, benessere e creatività imprenditoriale. 
Il territorio diventa così un patrimonio d’eccellenza su cui innestare attività capaci di favorire un nuovo sviluppo di qualità, soprattutto di qualità della vita e del lavoro, ed al quale imprimere maggiore dinamismo.
La città toscana e la toscana rurale non sono rappresentazioni territoriali, ma idee forza per la costruzione e quindi per l’attuazione delle strategie di interesse regionale. Le città, che si integrano tra loro attraverso dense relazioni e si affacciano sul mare facendolo diventare uno dei più importanti fattori di sviluppo, per il turismo e l’economia marina; che si connettono per le grandi infrastrutture logistiche e di trasporto della Regione rispettando pienamente la dimensione rurale del territorio regionale, non solo come limite e contrasto alla banale urbanizzazione della campagna, ma come fattore stesso della qualità toscana con cui si è città.
La varietà e l’assonanza della storia economica e sociale dei territori di pianura e di collina, dei territori costieri e di quelli montagnosi, sottesa a questa visione della Toscana come grande città policentrica, accomunata da un denso grado di elaborazione umana sul piano tecnico e paesaggistico, sono caratteristiche peculiari dell’identità e fattori imprescindibili per i processi di sviluppo della nostra Regione.
 
7. Le analisi e le visioni al futuro proposte dal nuovo PIT discendono da un articolato quadro conoscitivo generale, che gli Enti locali riconoscono e contribuiscono a precisare. Esso è costituito dall’insieme dei quadri analitici di riferimento sui principali fenomeni del divenire territoriale della Toscana.
Da questo quadro emerge il sistema dei punti di forza e di debolezza della regione. Questo sistema è posto a supporto della elaborazione dei metaobiettivi del PIT, che definiscono le missioni generali della politica toscana sul territorio e indicano le priorità strategiche su cui costruire le opzioni di governo:
–          l’integrazione della città policentrica toscana (il potenziamento della sua capacità di accoglienza e la sua organizzazione rivolta all’alta formazione e alla ricerca, lo sviluppo di una più efficace mobilità intra ed interregionale, la ricerca di creatività nella produzione di qualità e la modalità di governo integrato su scala regionale che consentono tale impostazione);
–          lo sviluppo e il consolidamento di un sistema economico e produttivo basato sul concetto di industry;
–          la concezione del territorio come patrimonio ambientale, paesaggistico, economico, culturale, e come capitale sociale (dove le colline da un lato, le coste dall’altro, sono i principali luoghi simbolo della politica di conservazione attiva e di capitale sociale rappresentato dal territorio).
In questo quadro lo statuto del territorio previsto dalla legge regionale assume nel nuovo PIT anche una dimensione dinamica, annoverando tra le sue componenti distintive un’agenda statutaria in grado di collegare i contenuti strategici ai valori del territorio toscano.
 
 
 
8. In questa cornice condivisa dell’agenda programmatica regionale i comuni e le province potranno definire, in funzione dei propri obiettivi strategici ed in coerenza a quelli che compongono la più generale attività di programmazione della Regione, con quali finalità e modalità il governo del territorio dovrà adempiere alla propria missione. Ma soprattutto si stabilirà un rapporto sinergico di complementarietà tra pianificazione territoriale e programmazione dello sviluppo attraverso la definizione di sistemi funzionali elaborati come trama propositiva, programmatica e progettuale dei metaobiettivi, strettamente connessi con i progetti integrati regionali indicati dal PRS.
Tutto ciò che produce reddito a favore di traiettorie innovative di sviluppo basate sulla conoscenza e sulla qualità sarà considerato prioritario e quindi sostenuto dall’intervento regionale, ovviamente se proposto nel rispetto della sostenibilità territoriale, ambientale e dei vincoli valori paesaggistici.
 
9. Il piano paesaggistico regionale, che sarà parte costituente dello statuto del nuovo PIT, sarà implementato d’intesa con Ministero dei Beni Culturali e con il contributo di province e comuni, all’interno di una convenzione che farà della Toscana il primo laboratorio nazionale sulla piena applicazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
 
10. Il quadro normativo del PIT risulterà funzionale ad affrontare questa visione organica e unitaria del territorio regionale, fornendo il necessario supporto giuridico al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda strategica.
 
Articolo 3
Monitoraggio
 
 
1. Per verificare ad intervalli prestabiliti l’efficacia del presente Patto si stabilisce di prevedere ogni sei mesi una riunione del Tavolo di concertazione istituzionale con il compito di verificare i problemi emergenti nel governo del territorio della Toscana. Un tavolo di discussione e di verifica politica che funzionerà da punto di riferimento per l’azione delle istituzioni in tema di governo del territorio. Il Tavolo potrà comunque prevedere ogni anno l’organizzazione di un seminario pubblico per l’approfondimento dei principali temi di rilievo nel dibattito sulla pianificazione territoriale nazionale e internazionale e per la discussione dei problemi e delle opportunità più significative nell’esperienza toscana.
 
2. Il Tavolo si avvarrà di un comitato tecnico composto da uno o due rappresentanti tecnici della Regione, di ANCI, URPT e UNCEM a cui verrà assegnato il compito di valutare il monitoraggio previsto dalle procedure del PIT, individuando e segnalando i problemi emergenti nell’azione di governo del territorio in Toscana.
 
3. I Soggetti firmatari si impegnano inoltre ad una collaborazione permanente volta ad incrementare i livelli di efficacia e semplificazione dei processi di programmazione e gestione del governo del territorio.
 
 
FIRME:
 
Per la Regione Toscana………………………………………………………………………
 
Per l’ANCI Toscana……………………………………………………………………….
 
Per l’UNCEM Toscana…………………………………………………………………….
 
Per l’URPT…………………………………………………………………………………..
 

Spagnuolo Massimiliano

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