Presidi antiriciclaggio per le cripto-attività: nuove misure CdM

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 29 ottobre 2024, ha approvato un decreto legislativo che rafforza i presidi antiriciclaggio per le cripto-attività.

Lorena Papini 30/10/24

Il Consiglio dei Ministri italiano, nella seduta del 29 ottobre 2024, ha approvato un decreto legislativo che rafforza i presidi antiriciclaggio per le cripto-attività, in linea con le disposizioni del regolamento (UE) 2023/1113 e la direttiva (UE) 2015/849. Questo decreto risponde alla crescente necessità di sicurezza nel settore, affrontando i rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo che possono sorgere attraverso l’uso di queste tecnologie. Le misure approvate mirano a rendere il sistema finanziario più trasparente e sicuro, estendendo gli obblighi già previsti per gli intermediari tradizionali ai prestatori di servizi per questea ttività.

Indice

1. Un adeguamento alla Travel Rule Crypto (TFR)


La nuova normativa si inserisce nel quadro della Travel Rule Crypto (TFR), prevista dal regolamento europeo, che obbliga i soggetti coinvolti nelle transazioni di cripto-attività a raccogliere e trasmettere dati identificativi su mittenti e destinatari delle transazioni. Questa misura, introdotta per aumentare la trasparenza delle transazioni digitali, mira a evitare che le cripto-attività vengano usate come strumento per finanziare attività illecite.
In Italia, il decreto modifica il d.lgs. 231/2007 (decreto antiriciclaggio) per includere definizioni aggiornate di “cripto-attività”, “servizi per le cripto-attività” e “prestatori di servizi per le cripto-attività” (CASP). A questi ultimi sono ora richiesti obblighi stringenti per il monitoraggio delle transazioni, con l’obiettivo di allineare i loro obblighi a quelli già imposti agli intermediari bancari e finanziari.

2. Chi sono i prestatori di servizi per le cripto-attività (CASP)


Il decreto identifica i prestatori di servizi per le cripto-attività (CASP) come soggetti giuridici autorizzati a offrire servizi relativi alle cripto-attività su base professionale. Questi includono piattaforme di scambio, wallet provider, e altri intermediari che gestiscono transazioni per conto dei clienti. In passato, i CASP operavano in un contesto di regolamentazione meno rigido rispetto agli intermediari bancari tradizionali; tuttavia, con l’approvazione del nuovo decreto, questi soggetti sono ora inclusi nella categoria degli “intermediari bancari e finanziari”, con l’obiettivo di garantire che rispettino i medesimi standard di trasparenza e sicurezza.

3. Nuovi obblighi per i prestatori di servizi cripto


I CASP sono ora soggetti a una serie di obblighi antiriciclaggio specifici, che comprendono:

  • Obbligo di segnalazione alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria): i prestatori di servizi cripto devono trasmettere alla UIF dati aggregati sulle loro operazioni, facilitando così l’individuazione di fenomeni sospetti di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Questo obbligo rende più facile per le autorità monitorare e analizzare i flussi, identificando possibili attività illecite.
  • Vigilanza da parte della Banca d’Italia: i CASP sono ora soggetti alla supervisione della Banca d’Italia per quanto riguarda i profili antiriciclaggio. La Banca d’Italia potrà effettuare controlli e ispezioni per assicurarsi che questi soggetti rispettino tutte le normative di sicurezza finanziaria, analogamente a quanto avviene per le banche e altri intermediari finanziari.
  • Controllo da parte del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza: la Guardia di Finanza è stata incaricata di effettuare controlli specifici sui prestatori di servizi cripto, con l’obiettivo di rilevare possibili fenomeni di riciclaggio. Questo rappresenta un ulteriore presidio per garantire che le transazioni effettuate tramite cripto-attività siano trasparenti e non utilizzate per fini illeciti.
  • Analisi e valutazione del rischio: il decreto impone ai CASP di attuare specifiche misure di analisi e mitigazione del rischio in relazione a trasferimenti verso o da indirizzi auto-ospitati. Questo include una serie di precauzioni per ridurre i rischi di riciclaggio legati all’uso di wallet non associati a una piattaforma di scambio, che spesso rappresentano una vulnerabilità nel sistema di controllo delle cripto-attività.

4. Obiettivi della nuova regolamentazione


Questa nuova regolamentazione risponde alla volontà di uniformare il settore agli standard di sicurezza e trasparenza applicati agli altri settori finanziari, un passo fondamentale per proteggere l’integrità del sistema finanziario italiano e europeo. Con l’aumento dell’adozione delle cripto-attività da parte del pubblico e delle imprese, è diventato prioritario per le autorità governative prevenire i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, garantendo che anche il settore delle cripto-attività operi in un contesto regolamentato e sicuro.

5. Prospettive future


Con l’introduzione di queste norme, l’Italia si allinea ai più avanzati standard europei in materia di sicurezza nelle transazioni digitali, un settore che continuerà a crescere e a richiedere aggiornamenti normativi costanti. L’inclusione dei prestatori di servizi per le cripto-attività tra gli intermediari vigilati è un passo decisivo verso una maggiore regolamentazione e trasparenza del settore, garantendo la tutela sia degli utenti che del sistema finanziario.
La nuova normativa rappresenta una sfida per i CASP, che dovranno adeguarsi rapidamente a standard di conformità più rigidi. Tuttavia, il rafforzamento dei presidi antiriciclaggio potrebbe anche rivelarsi un’opportunità per consolidare la fiducia degli investitori e del pubblico, facendo delle cripto-attività uno strumento sicuro e affidabile.

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