Rapporto OCF 2024: l’avvocato nelle imprese italiane

Redazione 07/10/24
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Il report 2024 realizzato da Format Research per l’Organismo Congressuale Forense (OCF) rappresenta un’analisi dettagliata della relazione tra le imprese italiane e il mondo dell’avvocatura. Basato su interviste a 1300 micro, piccole e medie imprese italiane, il documento fornisce un quadro completo di come le aziende vedono e utilizzano i servizi legali nel contesto attuale, in un periodo caratterizzato da cambiamenti rapidi e dall’adozione di nuove tecnologie.

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Indice

1. Preferenza per la consulenza stragiudiziale e importanza del rapporto fiduciario


Uno degli elementi centrali del report è l’enfasi posta dalle imprese sulla consulenza stragiudiziale, che emerge come il servizio legale più richiesto, spesso anche più del contenzioso. Questo tipo di consulenza, che include la gestione dei contratti e il recupero crediti, è vista dalle imprese come fondamentale per prevenire e ridurre il rischio legale in ambito commerciale. Tuttavia, ciò che conta ancora di più, secondo i dati, è il rapporto fiduciario che si instaura con il legale. Per la maggior parte delle aziende, infatti, la fiducia e la capacità del professionista di comprendere le specifiche esigenze aziendali sono considerati fattori imprescindibili.

2. Profilo dell’avvocato ideale: competenze e approccio rigoroso


Dalla ricerca emerge un profilo dell’avvocato aziendale ideale. Le imprese intervistate prediligono avvocati con una vasta esperienza, competenti e con un approccio serio e rigoroso. Il 72,8% delle imprese considera essenziale che il proprio legale abbia un profilo autorevole e ben strutturato, mentre solo una minoranza, pari al 27,2%, dichiara di preferire un avvocato giovane e dinamico. Questo suggerisce che, nonostante la crescente influenza delle tecnologie, l’immagine tradizionale dell’avvocato resta fortemente radicata nella mentalità aziendale.

3. Esternalizzazione del servizio legale: un trend in crescita


Un dato interessante riguarda l’esternalizzazione dei servizi legali. Il 93,7% delle imprese affida la propria consulenza legale a professionisti esterni, confermando un trend già consolidato. Solo una minoranza fa ricorso sia a risorse interne che esterne (6,3%). Le imprese preferiscono dunque avvalersi di legali esterni, trovando in essi la flessibilità e l’adattabilità necessarie per rispondere alle sfide del mercato. La scelta di un consulente esterno permette di selezionare competenze specifiche in base alle necessità contingenti, con un’elevata personalizzazione dei servizi.

4. Servizi richiesti e metodi di pagamento


Le principali aree di consulenza sono legate al recupero crediti (40%), alla contrattualistica commerciale, alla privacy (25%), alla fiscalità e alla sicurezza sul lavoro (20%). Tali ambiti evidenziano come la consulenza legale non si limiti più alla gestione delle dispute, ma assuma un ruolo strategico all’interno dell’impresa, contribuendo alla pianificazione e prevenzione dei rischi. Il 73% delle imprese preferisce una modalità di pagamento a tariffa fissa, mentre altre optano per formule come il pagamento basato sul beneficio economico ottenuto (20%) o tramite convenzione (14,4%).

5. L’impatto della tecnologia e l’Intelligenza Artificiale


Un aspetto rilevante del report riguarda la percezione delle imprese verso l’adozione dell’intelligenza artificiale (IA) per la consulenza legale. Solo il 9,7% degli intervistati considera l’IA come un’alternativa futura all’avvocato, mentre la maggioranza (77,8%) ritiene che la figura del legale tradizionale sia insostituibile. Questo dimostra come le imprese italiane siano ancora restie a sostituire il rapporto umano con strumenti tecnologici, sebbene riconoscano l’importanza di un supporto tecnologico nei processi legali.

6. Conclusioni: un rapporto basato su fiducia e relazioni personali


Il report conclude che la relazione tra imprese e avvocati in Italia è caratterizzata da un forte elemento di fiducia e relazioni personali. Circa il 60,2% delle imprese ha instaurato un rapporto stabile con il proprio consulente legale, prediligendo canali di selezione basati su conoscenze di lunga data (45,2%) e passaparola (36,5%). Questo dato mette in luce l’importanza della reputazione e delle relazioni interpersonali nella scelta del professionista legale.
In definitiva, il report di OCF evidenzia come il ruolo dell’avvocato sia in continua evoluzione, con una crescente importanza della consulenza stragiudiziale e una forte richiesta di avvocati competenti e autorevoli. Sebbene le tecnologie siano sempre più presenti, le imprese continuano a valorizzare la componente umana del rapporto professionale, ritenendola un elemento imprescindibile per una consulenza efficace e duratura.

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