E’ stata pubblicata dal Ministero della Giustizia la Relazione sul monitoraggio statistico degli indicatori PNRR nel settore civile e penale. Dalla relazione risulta, in conformità con il 2022, che sono in calo costante sia i processi in arretrato che la durata dei processi; i dati risultano quindi in linea con il target del PNRR.
Indice
1. La relazione sul monitoraggio degli indicatori PNRR
Il Ministero della Giustizia esegue un monitoraggio semestrale degli indicatori PNRR per rendicontare i risultati alla Commissione Europea. La Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa elabora schede statistiche e un kit statistico per supportare la programmazione di ogni ufficio giudiziario, monitorando flussi, pendenze, clearance rate (CR), DT civile e penale, e obiettivi di smaltimento per il 2024 e 2026. Il clearance rate misura la capacità di smaltimento dei flussi: valori pari a 1 indicano un bilancio tra procedimenti definiti e iscritti, mentre valori superiori o inferiori a 1 indicano rispettivamente un accumulo o smaltimento delle pendenze.
La relazione presente riporta i risultati del monitoraggio per l’anno 2023, anche alla luce delle modifiche approvate lo scorso 8 dicembre dal Consiglio Europeo per ridurre l’arretrato dei procedimenti civili. Gli obiettivi attuali sono dunque ridefiniti a:
–Obiettivo intermedio (entro il 31 dicembre 2024): ridurre del 95% i procedimenti civili pendenti al 31 dicembre 2019, iscritti fino al 31 dicembre 2016 per i Tribunali e fino al 31 dicembre 2017 per le Corti di Appello.
–Obiettivo finale (entro il 30 giugno 2026): ridurre del 90% i procedimenti civili pendenti al 31 dicembre 2022, iscritti tra il 1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2022 per i Tribunali e tra il 1 gennaio 2018 e il 31 dicembre 2022 per le Corti di Appello.
Gli obiettivi si sono spostati da un concetto di arretrato dinamico a uno statico, con lo scopo di eliminare i procedimenti già arretrati nel 2019 e prevenire nuovo arretrato. Esclusi dal conteggio sono certi procedimenti del Tribunale come gli accertamenti tecnici preventivi e le materie del Giudice Tutelare.
Gli impegni di riduzione del Disposition Time (DT, ovvero rapporto tra i procedimenti pendenti e quelli definiti) restano invece invariati, puntando a ridurre del 40% il DT nel settore civile e del 25% nel settore penale entro giugno 2026 rispetto ai valori del 2019.
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2. La relazione del settore civile
Per quanto riguarda il Disposition time, per il settore civile, i dati del 2023 segnalano la riduzione totale del 17,4% rispetto alla baseline 2019. Il miglioramento è apprezzabile in tutti i gradi di giudizio, a partire dalla Cassazione che fa registrare una riduzione del 23,0%. Nell’anno la variazione del DT è stata maggiore nei Tribunali (-8,7%, in lieve accelerazione rispetto al periodo precedente), rispetto alla Corte di appello (-5,5%) e alla Cassazione (-5,6%).
Riguardo ai nuovi obiettivi di smaltimento dell’arretrato civile, la situazione a fine 2023 è la seguente:
-Obiettivo intermedio: -85% in Tribunale e – 97,1% in Corte di appello rispetto alla baseline 2019
-Obiettivo finale: -50,1% in Tribunale e -43,4% in Corte di appello rispetto alla baseline 2022 (Tab. 6).
L’83% delle Corti di appello, ha raggiunto o superato l’obiettivo di smaltimento, mentre il 17% è molto vicino. Per quanto riguarda i Tribunali, il 22% ha già raggiunto o superato l’obiettivo, mentre il 40% si trova tra il 90% e il 95% di riduzione dell’arretrato. Un ulteriore 24% si posiziona tra l’80% e il 90%, mentre il 14% ha ancora una quota di riduzione dell’arretrato inferiore all’80%.
3. La relazione del settore penale
Anche per il settore penale, i dati dell’anno 2023 segnalano un netto miglioramento rispetto alla baseline 2019, con una variazione complessiva che raggiunge il target PNRR. Il disposition time totale è sceso del 25,0%, e la sua riduzione è osservabile in tutte le fasi del giudizio: -27,0% in Tribunale, -22,3% in Corte di appello e -33,8% in Corte di Cassazione.
Sugli obiettivi di smaltimento, si registra una riduzione del -22,9% rispetto alla baseline.
Rispetto al 2022 la riduzione delle pendenze è stata del 15,1% in totale, del 15,9% in Tribunale, dell’11,3% in Corte di appello e del 17,5% in Corte di Cassazione. Risulta significativo, sia in primo che in secondo grado, l’aumento delle definizioni nell’ultimo anno (+7,6% in Tribunale e +3,1% in Corte di appello). Nel 2023 le definizioni sono state superiori anche a quelle del 2019 (del 3,7 e dell’8,1%, rispettivamente) e risultano in crescita costante dal 2021. Per la Cassazione il livello di definizioni risulta corrispondente a quello del 2022 ed in lieve calo sul 2019 (-2,9%), mentre le iscrizioni aumentano del 4% nell’ultimo anno.
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