Tra fake news e diffamazione tramite Facebook, l’uso dei social network sta diventando davvero materia di discussione e fonte di preoccupazione. Al punto tale da far avvertire come necessario un corso sulla comunicazione e sull’utilizzo del network anche da parte degli ordini di professionisti.
È successo a Milano, dove l’Ordine dei Medici ha ammonito i professionisti iscritti di ponderare l’uso che fanno degli strumenti social, in relazione alla professione che svolgono. In realtà la comunicazione in questione è di portata nazionale, in quanto è stata inviata dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei medici a tutti gli ordini provinciali, su monito del Ministero della Salute (leggi qui la comunicazione). Nella generalità dei casi, infatti, il soggetto che svolge una professione, per cui sia richiesta l’iscrizione ad un albo, nonché l’osservanza di un Codice Deontologico, non riesce facilmente a scindere la propria individualità dal lavoro che svolge. Ciò in particolare dinanzi all’altro.
Il medico ha diritto all’uso dei social?
Il professionista è identificato direttamente con la persona, e per questo motivo i comportamenti tenuti dallo stesso sono più facilmente sindacabili e discutibili. Con la stessa facilità con cui si acquisisce stima e fama presso i consociati, così la si perde o ci si macchia di disapprovazione e disprezzo.
Nel mirino dell’Ordine sono finiti commenti postati sui social da parte di medici nonché video e selfie, così “spensierati” da far ritenere opportuna al Presidente l’iscrizione ad una scuola di comunicazione indirizzata ai medici, con lezioni all’ospedale di Rho che abbiano ad oggetto la compatibilità degli strumenti social con la deontologia della professione medica (il corso, iniziato lo scorso 15 marzo, si protrarrà finoa novembre 2017). L’inadeguatezza dei contenuti social, in particolare, è stata riscontrata nel fatto che molto spesso le immagini diffuse contengono elementi di riferimento agli ambienti ospedalieri, nonché alle prestazioni di lavoro dei postanti.
Uso scorretto dei social: i pericoli
Inoltre, non di rado capita che i commenti divulgati siano invettive contro colleghi e, nei casi più gravi, i pazienti stessi. Ciò risulta davvero pericoloso, potenzialmente lesivo della relazione che intercorre tra medico e paziente e che sempre più rischia di incrinarsi, come testimoniano le nuove disposizioni legislative sul tema: ci si riferisce alla Riforma della Responsabilità Medica con il Ddl Gelli-Bianco (per approfondire, leggi: Approvato Ddl Gelli sulla Responsabilità Medica, cosa cambia?).
Le pene ipotizzate sono sanzioni disciplinari, che possono arrivare fino alla sospensione dalla professione. I corsi di comunicazione, poi, si prestano anche come occasione di discussione delle tematiche più delicate in ordine alla professione medica, quali quelle di bioetica, quelle relative all’obiezione di coscienza, e alla responsabilità nei confronti del paziente.
- Per approfondire, leggi: Cos’è la Social Media Policy?
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