Il rischio delle misure di sicurezza provvisorie: implicazioni per le persone svantaggiate

Camilla Rosso 07/03/24
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Approfondimento sul rischio delle misure di sicurezza provvisorie e sulle relative implicazioni per le persone svantaggiate.

Per avere un quadro unitario delle diverse novità normative che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale

Indice

1. REMS: un avanzamento progressista nella gestione dei detenuti affetti da disturbi mentali in Italia

Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), l’istituzione delle nuove Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza inaugura un momento significativo nell’evoluzione del sistema italiano per la gestione dei detenuti affetti da disturbi mentali. Il tentativo di superare non solo i manicomi, ma anche la logica manicomiale porta l’Italia ad un passo successivo verso la tutela dei diritti del paziente e del detenuto, in una transizione che rappresenta un avanzamento progressista che pone l’accento sulla salute mentale e sul trattamento rispettoso e terapeutico.
La decisione di trasferire individui affetti da disturbi mentali nelle REMS si verifica a seguito di valutazioni e decisioni giudiziarie, con il coinvolgimento di periti specializzati. Le REMS sono dimensioni altre rispetto al carcere, in cui l’urgenza giuridica del dove collocare questa categoria di persone e come punirle viene sostituita dalla priorità rivolta alla loro cura e ri-educazione. Il focus non è più sul numero di posti disponibili, o sui posti letto disponibili se si vuole essere più specifici riguardo a questa situazione considerata più come una criticità da gestire che da risolvere, ma piuttosto sull’elaborazione di un progetto di cura mirato, sui servizi necessari e sulla terapia.
Per avere un quadro unitario delle diverse novità normative che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume:

FORMATO CARTACEO

Le Riforme della Giustizia penale

In questa stagione breve ma normativamente intensa sono state adottate diverse novità in materia di diritto e procedura penale. Non si è trattato di una riforma organica, come è stata, ad esempio, la riforma Cartabia, ma di un insieme di interventi che hanno interessato vari ambiti della disciplina penalistica, sia sostanziale, che procedurale.Obiettivo del presente volume è pertanto raccogliere e analizzare in un quadro unitario le diverse novità normative, dal decreto c.d. antirave alla legge per il contrasto della violenza sulle donne, passando in rassegna anche le prime valutazioni formulate dalla dottrina al fine di offrire una guida utile ai professionisti che si trovano ad affrontare le diverse problematiche in un quadro profondamente modificato.Completano la trattazione utili tabelle riepilogative per una più rapida consultazione delle novità.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB), giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale. Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica Diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.

Antonio Di Tullio D’Elisiis | Maggioli Editore 2024

2. Criticità nelle misure di sicurezza provvisorie nelle REMS: implicazioni terapeutiche e giuridiche

Tuttavia, sorge critica una considerazione: andando a vedere i dati delle persone detenute e i loro piani terapeutici, si può notare come molti di loro non siano sottoposti a misure di sicurezza definitive bensì provvisorie.
Esiste dunque il rischio che individui con misure di sicurezza provvisorie siano detenuti in REMS prima che la diagnosi sia stata definitivamente accertata, mantenendoli possibili imputabili?
La risposta è che questo rischio esiste e si combina al problema che le misure di sicurezza provvisorie alimentano il crescente numero di pazienti in attesa nelle REMS.
Tali misure, pur essendo temporanee, possono protrarsi lunghi periodi a causa di ritardi nei processi giudiziari o nell’assegnazione di risorse per la valutazione e la decisione sui casi. Questo allunga i tempi di permanenza dei pazienti in attesa di una valutazione definitiva, contribuendo così all’aumento delle liste d’attesa nelle REMS.
Inoltre, sotto il profilo terapeutico, le misure di sicurezza provvisorie possono risultare poco utili perché non offrono un ambiente curativo adeguato al paziente. Questo può compromettere il trattamento e la gestione delle condizioni psichiatriche, poiché tali misure sono spesso orientate alla sicurezza e al controllo, trascurando l’aspetto riabilitativo. L’esperto Pietro Pellegrini ha evidenziato in una delle sue interviste che l’imposizione di misure di sicurezza provvisorie può interferire con l’efficacia dei trattamenti e persino esacerbare i sintomi del paziente anziché favorirne il recupero, definendole non solo non utili, ma addirittura dannose.
Dal punto di vista giuridico, le misure di sicurezza provvisorie sono spesso carenti di garanzie perché possono essere applicate senza che i periti forniscano un’adeguata valutazione delle esigenze del paziente o dei rischi effettivi che possa rappresentare per sé stesso o per gli altri. Ciò può portare a violazioni dei diritti individuali e a decisioni arbitrarie che compromettono il principio fondamentale della presunzione di innocenza e il diritto alla salute e al trattamento dignitoso dei pazienti.
Nel contesto delle REMS dunque, le misure di sicurezza provvisorie possono essere adottate senza una diagnosi definitiva, creando una grigia area di incertezza legale e medica. Questo solleva dubbi sulla giustezza della detenzione e sulla sua conformità ai principi fondamentali della giustizia e della dignità umana, oltre che a mettere in discussione la vera natura delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
 Inoltre, l’eventuale detenzione prolungata potrebbe incidere negativamente sulla salute mentale e sul benessere complessivo degli individui, specialmente quando si considera che molte di queste persone potrebbero già trovarsi in condizioni di svantaggio socioeconomico.

3. Impatto delle disuguaglianze socio-economiche sulle misure di sicurezza provvisorie nelle REMS: una chiamata all’azione per un trattamento equo e umano

Non sono infatti da omettere le posizioni svantaggiate di coloro che soffrono di problemi economici, degli extracomunitari o di quella categoria di persone che per molteplici ragioni vive in situazione di disagio.
In primo luogo, le persone con problemi economici potrebbero avere accesso limitato alle risorse legali necessarie per affrontare efficacemente le misure di sicurezza provvisorie. La mancanza di assistenza legale adeguata può rendere più difficile contestare o modificare le misure, lasciando questi soggetti intrappolati in situazioni di detenzione prolungata senza le risorse per difendere i propri diritti.
Inoltre, le persone extracomunitarie possono trovarsi in una posizione ancora più vulnerabile a causa delle barriere linguistiche, culturali, legali e della stigmatizzazione di cui molto spesso sono vittime. Possono avere difficoltà a comprendere i propri diritti o a comunicare in modo efficace con il sistema legale e sanitario. Questo può portare a un trattamento ingiusto o discriminatorio durante l’applicazione delle misure, aumentando ulteriormente il loro disagio e il senso di disuguaglianza.
In sintesi, le misure di sicurezza provvisorie possono rappresentare un grave rischio per questo gruppo di persone, poiché possono essere intrappolate in un ciclo di detenzione prolungata e discriminazione a causa delle loro circostanze socioeconomiche e del loro status migratorio. Non solo, oltre al danno in scala ridotta legato alle situazioni personali dei detenuti, l’aumento delle liste d’attesa alimenta in macro scala gli interrogativi sull’efficacia delle REMS nel rispondere alle esigenze specifiche e nel garantire un trattamento equo e umano.
Le REMS sono nate per fornire soluzioni al problema, per essere pronte risposte alla collocazione urgente di questi pazienti-detenuti, e non può permettersi di finire schiava della sua stessa burocrazia.
È essenziale affrontare questa problematica con urgenza e attenzione. La necessità di una diagnosi tempestiva e accurata prima di applicare misure di sicurezza provvisorie è vitale per evitare detenzioni preventive ingiustificate e prolungate. Oltre a ciò, è necessaria l’attuazione di politiche e pratiche che tengano conto delle specifiche esigenze e vulnerabilità, assicurando agli individui in questa condizione, un accesso equo alla giustizia e all’assistenza sanitaria mentale. Affrontare questa tematica con più diligenza e precisione non solo migliorerà il rispetto dei diritti umani, ma contribuirà a promuovere la creazione di una società più equa e inclusiva per tutti, offrendo così un’opportunità per progredire nell’efficacia delle REMS e nei loro risultati.

Camilla Rosso

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