La Corte di Cassazione, con sentenza n. 13593 del 13 marzo 2024, ha fornito chiarimenti in merito al rischio di recidiva e all’attualità del pericolo in relazione dell’emissione di misure cautelari.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale fornisce indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti: Appello e ricorso per Cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Indice
1. I fatti
Il Tribunale di Palermo, in parziale accoglimento dell’appello cautelare proposto nell’interesse dell’indagata, annullava l’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese in relazione al contestato reato di estorsione in concorso e, per l’effetto, sostituiva nei confronti della stessa la misura dell’obbligo di dimora con prescrizioni con quella dell’obbligo di presentazione quotidiano.
Avverso tale ordinanza, è stato proposto ricorso per Cassazione affidato ad un unico motivo con il quale si denunciava violazione di legge e vizio di motivazione in relazione all’art 274, comma 1, lett. c) cod. proc. pen.: la difesa non ha individuato il motivo per il quale si ritiene sussistente il rischio di recidivazione o, quanto meno, l’elevata probabilità che alla ricorrente si presentino effettivamente occasioni analoghe, non meramente ipotetiche o astratte, per compiere ulteriori delitti.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale fornisce indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti:
Appello e ricorso per cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia (D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150), il volume propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti.La prima parte è dedicata all’appello: dove va depositato? Chi può depositarlo, ed entro quando? Quali requisiti devono sussistere? E molte altre questioni di ordine pratico a cui gli autori offrono risposte attraverso richiami alla più significativa giurisprudenza di settore e con il supporto di utili tabelle riepilogative.La seconda parte si sofferma invece sul ricorso per cassazione, dai motivi del ricorso ai soggetti legittimati, dai provvedimenti impugnabili alle modalità di redazione del ricorso e degli atti successivi, con l’intento di fornire indicazioni utili ad evitare l’inosservanza o erronea applicazione della normativa e la scure dell’inammissibilità. Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato in Larino, giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale, è autore di numerosi articoli su riviste giuridiche telematiche.Gabriele EspositoAvvocato penalista patrocinante in Cassazione. Autore di manuali di diritto penale sostanziale e procedurale, dal 2017 è Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
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2. Rischio di recidiva e attualità del pericolo: l’analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione, nell’analizzare il ricorso, sostiene che il motivo sollevato sia manifestamente infondato perché contrario all’orientamento maggioritario della giurisprudenza di legittimità, secondo cui, in tema di misure cautelari personali, “il requisito dell’attualità del pericolo previsto dall’art. 274, comma 1, lett. c), cod. proc. pen. non è equiparabile all’imminenza di specifiche opportunità di ricaduta del delitto e richiede, invece, da parte del giudice della cautela, una valutazione prognostica sulla possibilità di condotte reiterative, alla stregua di un’analisi accurata della fattispecie concreta, che tenga conto delle modalità realizzative della condotta, della personalità del soggetto e del contesto socio-ambientale, la quale deve essere tanto più approfondita quanto maggiore sia la distanza temporale dai fatti, ma non anche la previsione di specifiche occasioni di recidivanza“.
La difesa, al contrario, si era affidata ad un orientamento minoritario, rimasto isolato nel panorama giurisprudenziale, secondo cui occorrerebbe la dimostrazione che all’imputato si presenti effettivamente un’occasione per compiere ulteriori delitti.
Ancora, in temi di presupposti per l’applicazione delle misure cautelari personali, la Suprema Corte rammenta che il requisito dell’attualità del pericolo di reiterazione del reato non va equiparato all’imminenza del pericolo di commissione di un ulteriore reato, ma indica, invece, la continuità del “periculum libertatis” nella sua dimensione temporale.
3. La decisione della Cassazione
Alla luce di quanto finora esposto, la Corte di Cassazione osserva che il pericolo di recidiva va apprezzato sulla base della vicinanza ai fatti in cui si è manifestata la potenzialità criminale dell’indagato, ovvero della presenza di elementi indicativi recenti, idonei a dar conto della effettività del pericolo di concretizzazione dei rischi che la misura cautelare è chiamata a realizzare.
Di tali principi, ad avviso della Suprema Corte, ha fatto corretta applicazione il Tribunale che, con motivazione immune da rilievi di illogicità, ha ritenuto sussistente il pericolo di recidiva desunto dalle specifiche modalità del fatto posto in essere in epoca recente con spregiudicatezza ai danni di persona offesa posta in condizioni di particolare vulnerabilità.
La Corte ha, dunque, dichiarato inammissibile il ricorso condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
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