tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
Il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani dovrebbe avviare oggi le pratiche per la procedura di infrazione all’Italia relativamente ai ritardi dei pagamenti della p.a. verso le imprese.
“Oggi – ha precisato Tajani – la pubblica amministrazione italiana è il peggior pagatore dell’Unione europea. I dati forniti da Confartigianato confermano le mie preoccupazioni e se anche lunedì l’Ance mi darà un rapporto così negativo, già lunedì farò partire le pratiche per la procedura”.
Dal Rapporto di Confartigianato sull’applicazione da parte della p.a. della direttiva contro i ritardi di pagamento, presentato venerdì scorso a Roma dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani, emerge infatti che anche nel 2013 la pubblica amministrazione italiana è stata la più lenta in Europa a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi: con una media di 170 giorni ha superato di 109 giorni la media Ue di 61 giorni e di 140 il limite di 30 giorni imposto dal decreto legislativo n. 192/2012 sui tempi di pagamento entrato in vigore il 1° gennaio 2013 in recepimento della Direttiva 2011/7/Ue. Un record negativo al quale si somma un altro nostro pessimo primato in Europa: l’Italia ha il maggior debito commerciale della p.a. verso le imprese, pari al 4% del Pil nazionale.
“Il nostro Rapporto – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, rapporteur al Vice Presidente Tajani sull’attuazione della direttiva 2011/7/UE – dimostra che in Italia il malcostume dei ritardi di pagamento è duro a morire. I «cattivi pagatori» tengono in ostaggio le imprese e rappresentano uno dei principali ostacoli alla ripresa economica. Chiediamo l’intervento della Commissione europea e del Governo italiano perché i ritardi di pagamento sono un cappio al collo degli imprenditori, ne soffocano le capacità competitive e compromettono le opportunità di rilancio dello sviluppo per il nostro Paese”.
Paradosso tutto italiano, si legge nel comunicato stampa di Confartigianato, ai ritardi nei pagamenti si aggiungono i ritardi nell’applicazione dei decreti sblocca-debiti, varati dal Governo ad aprile e ad agosto 2013 per accelerare i pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni: al 22 gennaio 2014, infatti, risultano pagati 21.623 milioni, pari al 79,4% dei 27.219 milioni stanziati per il 2013. Le percentuali delle somme effettivamente erogate alle imprese rispetto alle risorse stanziate sono del 94,2% per i debiti dello Stato, scendono all’81,5% per i debiti di Regioni e Province autonome e al 70,2% per quelli di Province e Comuni.
È attesa per oggi la consegna di un analogo rapporto da parte dell’Ance ma da indiscrezioni sembrerebbe che i tempi medi di pagamento siano maggiori di quelli denunciati da Confartigianato con una media di circa sette mesi di gran lunga superiodi a quelli previsti dalla norma.
Chiarissime, quindi, le due questioni sul tavolo del vicepresidente Tajani con l’Italia sotto osservazione per due motivazioni.
La prima di carattere strutturale relativa al non corretto recepimento della direttiva per il quale Tajani ha precisato: “Abbiamo avuto garanzie che ci saranno modifiche entro maggio. Fino ad allora non possiamo prendere iniziative”.
La seconda motivazione è legata ai tempi di pagamento per i quali Tajani non ha potuto fare a meno di presisare, nei giorni scorsi, di essere pronto ad agire.
In caso di apertura della procedura d’infrazione, ove l’Italia sia condannata dovrà sopportare il pagamento degli interessi di mora sul ritardo accumulato nel corso del 2013, che secondo Tajani ammontano a 3-4 miliardi di euro, pari ad un anno di IMU; agli interessi si aggiungerà, poi, una sanzione di centinaia di migliaia di euro al giorno.
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