Rottamazione cartelle, la prima rata scade oggi

Redazione 31/07/17
Scarica PDF Stampa
Giornata importantissima per tutti i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle esattoriali: scade oggi, lunedì 31 luglio, il termine di pagamento della prima o unica rata. Chi ha deciso di usufruire della definizione agevolata delle cartelle di Equitalia ma non ha ancora versato quanto dovuto dovrà quindi affrettarsi: chi non rispetta i termini di pagamento stabiliti va infatti incontro a grossi rischi.

Ma vediamo tutto quello che c’è da sapere sulle modalità di pagamento del debito e sulle scadenze delle rate della rottamazione.

 

Oggi scade la prima rata, cosa bisogna pagare

Tutti i contribuenti che hanno richiesto e ottenuto l’adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali, dunque, devono pagare la prima rata dell’importo dovuto entro oggi. Anche nel caso in cui il contribuente abbia deciso di versare tutta la cifra in un’unica soluzione, l’intera somma dovrà essere pagata al Fisco entro oggi. La grande maggioranza dei beneficiari ha comunque preferito dividere il pagamento in cinque rate, e dovrà quindi corrispondere:

  • il 24% della somma dovuta entro oggi 31 luglio 2017 (prima rata);
  • il 23% del dovuto entro il 30 settembre 2017 (seconda rata);
  • il 23% del dovuto entro il 30 novembre 2017 (terza rata);
  • il 15% della somma entro il 30 aprile 2018 (quarta rata);
  • il restante 15% entro il 30 settembre 2018 (quinta e ultima rata).

Ricordiamo che la rottamazione delle cartelle esattoriali assicura uno sconto sulle sanzioni dovute sulle somme e sugli interessi di mora di tutte le cartelle emesse tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2016.

 

Volume consigliato:

 

Cosa rischia chi non paga in tempo?

È molto importante rispettare i termini di pagamento delle rate della definizione agevolata. Chi non riesce a pagare la prima o unica rata entro oggi sarà infatti escluso dalla rottamazione delle cartelle e non potrà più essere riammesso al beneficio. Tutto vano, dunque: il debitore dovrà tornare a pagare quanto dovuto senza poter usufruire di nessuno sconto.

Bisognerà poi stare ancora più attenti alle scadenze delle rate successive alla prima. Chi non rispetta i termini dal prossimo 30 settembre in poi sarà infatti non solo escluso dalla definizione agevolata, ma non potrà neanche tornare alla vecchia rateazione eventualmente concessa dal Fisco prima dell’adesione alla rottamazione. Una situazione che rischia di mettere in serie difficoltà finanziarie i contribuenti che non riescono a pagare la somma dovuta.

Possibile escludere alcune somme dalla rottamazione

L’ente della riscossione permette comunque, entro la scadenza di oggi e poi anche per le prossime rate, di rottamare solo alcune delle cartelle per cui era stata originariamente richiesta la definizione agevolata. È possibile usufruire di questo servizio tramite il portale ContiTu disponibile sul sito internet dell’ente. I debiti così “esclusi” dalla rottamazione dovranno ovviamente essere comunque pagati, ma non necessariamente entro la data di oggi.

Dal sito internet dell’ente della riscossione è inoltre possibile per tutti, senza richiesta di pin e password, richiedere la copia della comunicazione delle somme dovute.

Problemi per chi deve pagare le somme più alte

La rottamazione delle cartelle del 2017 è stato un successo in termini di adesioni, con oltre 600mila richieste pervenute, ma è stata anche molto criticata per i rischi economici a cui espone i contribuenti. Come evidenzia Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti, molti cittadini “non potranno onorare il pagamento del 31 luglio” per mancanza di liquidità. Molti altri non hanno nemmeno potuto richiedere la definizione agevolata perché non avrebbero potuto sostenere le 5 rate previste per il versamento.

Secondo Finocchiaro, è necessario cambiare le leggi in modo da permettere a chi ha perso il lavoro e aderisce a un programma di reddito di inclusione di non pagare le tasse arretrate, specialmente in un periodo di crisi economica come quello in cui ci troviamo ormai da anni.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento