La garanzia del committente
A fronte dei vizi, il committente può avvalersi degli strumenti rimediali di cui all’art. 1668 c.c. Nello specifico, il committente può domandare l’eliminazione dei vizi a spese dell’appaltatore o la riduzione del prezzo ovvero, così come previsto al comma 2, agire per ottenere la risoluzione del contratto di appalto ove le difformità siano tali da rendere l’opera inadatta alla funzione cui era destinata, ferma la risarcibilità dei danni patiti.
L’appaltatore è altresì responsabile, secondo quanto dispone l’art. 1669 c.c., per la rovina o per i gravi difetti dell’immobile o edificio realizzato, per la durata di dieci anni dal compimento dell’opera, purché sia fatta denuncia entro un anno dalla scoperta; tale termine risulta decadenziale.
La responsabilità prevista dall’art. 1669 c.c., secondo un principio ormai consolidato in giurisprudenza, configura un’ipotesi di responsabilità extracontrattuale, ma speciale.
La natura giuridica della responsabilità ex art. 1669 c.c.
La giurisprudenza ha stabilito che la disposizione di cui all’art. 1669 c.c., configura la fattispecie di una responsabilità aquiliana riconducibile alla violazione di regole primarie di ordine pubblico, stabilite per garantire l’interesse di carattere generale alla sicurezza dell’attività edificatoria e, quindi, alla conservazione e alla funzionalità degli edifici, allo scopo di preservare la sicurezza delle persone. In merito al rapporto fra gli artt. 2043 c.c. e 1669 c.c., norma quest’ultima assistita da una presunzione iuris tantum di responsabilità dell’appaltatore, balza all’occhio che le stesse siano in rapporto di genere a specie, con la conseguenza che nell’ipotesi in cui non sia applicabile la prima, possa essere invocata la seconda, così garantendosi ai danneggiati dalla rovina o dai gravi difetti di un edificio una più ampia tutela.
Legittimato a proporre l’azione
Quanto detto in linea teorica, devesi rilevare come in virtù della riconosciuta natura extracontrattuale dell’azione prevista dall’art. 1669 c.c., la giurisprudenza abbia più volte sostenuto che l’azione di responsabilità prevista dalla citata norma possa essere esercitata anche dall’acquirente nei confronti del venditore. Questi, tuttavia, perché possa considerarsi responsabile, deve risultare dotato della competenza tecnica per dare direttamente, o tramite il proprio direttore dei lavori, indicazioni specifiche all’appaltatore esecutore dell’opera, gravando sul medesimo l’onere di provare di non aver avuto alcun potere di direttiva o di controllo sull’impresa appaltatrice, così da superare la presunzione di addebitabilità dell’evento dannoso ad una propria condotta colposa, anche eventualmente omissiva.
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L’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici
Con il “Collegato ambiente” alla legge di stabilità 2015, sono state introdotte nel nostro ordinamento una serie di novità in materia di appalti verdi e alcune modifiche al codice dei contratti pubblici. Le norme hanno previsto l’obbligo per le pubbliche amministrazioni, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali, attraverso l’inserimento nei documenti di gara delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali sui CAM (Criteri Ambientali Minimi), adottati in attuazione del Piano di Azione Nazionale (PAN GPP). Ovviamente, tutte le disposizioni (sugli acquisti verdi e sulla obbligatorietà dei CAM) costituiscono una vera e propria rivoluzione nel mondo degli appalti e gli operatori pubblici e privati sono chiamati a conoscere ed utilizzare gli strumenti di gestione ambientale (EMAS e ISO 14001), le etichettature ecologiche (Ecolabel etc.), le dichiarazioni ambientali di prodotto (DAP), le metodologie di analisi del ciclo di vita (LCA) ed infine l’impronta ecologica dei prodotti (PEF) che, tra l’altro, sarà utilizzata per il nuovo marchio “Made Green in Italy”, recentemente oggetto del Decreto 21 marzo 2018, n. 56 del Ministero dell’Ambiente di cui questa edizione tiene conto. Il focus del libro risulta concentrato sui Criteri Minimi Ambientali e sull’impatto che la loro applicazione avrà sul sistema attuale degli appalti pubblici. Un capitolo è dedicato alla conoscenza del GPP; vengono altresì illustrate alcune esperienze regionali riconosciute come virtuose. Oltre agli strumenti predetti, vengono analizzati i Manuali Europei sugli acquisti verdi e le varie direttive, la normativa nazionale, il Piano di Azione Nazionale (PAN GPP). Si illustreranno i CAM, sia quelli in vigore (ad oggi 18) che quelli in itinere, con commenti e valutazioni ed alcune schede operative. Tutti i contenuti del volume sono aggiornati e commentati con il D.Lgs. n. 56/2017. Inoltre, è stato introdotto un nuovo paragrafo sui “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici” (G.U. serie generale n. 259 del 6 novembre 2017), entrati in vigore il 7 novembre 2017. Seguendo le istruzioni presenti in terza di copertina, si potrà consultare una selezione della normativa europea e nazionale in materia, i PAN GPP, i CAM attualmente in vigore e documentazione varia selezionata dalle esperienze regionali.
Toni Cellura | 2018 Maggioli Editore
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