Figli minorenni: la tutela contro le violazioni dei genitori sui social
Un’ulteriore pronuncia si inserisce nel novero dei provvedimenti in materia di responsabilità dei genitori per la pubblicazione, mediante social media, di immagini e particolari della vita privata dei propri figli minorenni.
Si tratta dell’ordinanza pronunciata dal Tribunale di Roma in data 23 dicembre 2017, su un caso che vedeva la madre responsabile della pubblicazione di immagini e frasi inerenti alla difficile e tormentata vita familiare e che si spingeva a definire il proprio figlio, di appena sedici anni, un malato mentale, paragonandolo a un omicida. Inoltre, la donna pubblicava senza problemi i dettagli delle vicende giudiziarie che avevano coinvolto la sua famiglia.
Volume consigliato
La misura dell’astreinte
Il figlio ha dunque lamentato la diffusione tra i suoi coetanei, di informazioni e fatti privati, con grave pregiudizio per la propria reputazione. Invero, al momento della separazione dei genitori, il giudice aveva sospeso la responsabilità genitoriale di entrambi, proprio in virtù della gravità dei comportamenti dagli stessi tenuti nei confronti del figlio, peraltro ancora minorenne.
Comportamenti del tipo di quelli tenuti dalla donna possono determinare non solo la condanna alla rimozione dei post dai social media, ma altresì l’irrogazione di una sanzione pecuniaria (art. 614 bis c.p.c.), anche piuttosto elevata. Invero, l’utilizzo continuativo dello strumento social al fine di diffondere informazioni così delicate e relative ad aspetti intimi, è causa di un turbamento non irrilevante per il ragazzo, la cui volontà è stata correttamente posta al centro della decisione del Tribunale.
La lesione dei diritti del minore
Al genitore che si permetta di divulgare deliberatamente informazioni personali e riservate del figlio, addirittura ancora minorenne, porta, come detto, all’applicazione della misura dell’astreinte ex art. 614 bis c.p.c., nella misura determinata dal giudice in sentenza. Peraltro, la circostanza per cui alcune decisione vengano assunte congiuntamente e in accordo da entrambi i genitori, non giustifica assolutamente un pregiudizio ovvero una restrizione di diritti del minore. La giurisprudenza di merito si trova sempre più frequentemente dinanzi a caso come quello di specie e si è allargata sino ad affermare che la mera pubblicazione di foto di bambini sia atto già di per sè pregiudizievole.
Potrebbe interessarti anche Il fenomeno del cyberbullismo
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento