Socio lavoratore, cosa può impugnare se viene licenziato?
La Sezione lavoro della Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 13030 dello scorso maggio, ha rimesso al Presidente, per il vaglio circa l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, le problematiche relative al licenziamento e all’esclusione del socio lavoratore. In particolare, gli aspetti che andrebbero chiariti riguardano le modalità di estinzione del rapporto di lavoro del socio lavoratore di società cooperativa e, di conseguenza, i meccanismi di tutela allo stesso riconosciuti.
In primo luogo, le Sezioni Unite sono chiamate a comporre il contrasto giurisprudenziale relativo all’applicazione o meno della disciplina associativa alla fase estintiva del rapporto. Inoltre, occorre chiarire altresì, nell’ipotesi di esclusione dichiarata illegittima, quale tutela possa azionare l’ex lavoratore.
Infine, ulteriore punto controverso, riguarda i poteri d’ufficio spettanti al giudice, a fronte dell’impugnazione del licenziamento, nel momento in cui il socio sia già stato escluso dalla società per gli stessi motivi posti a giustificazione del licenziamento.
L’esclusione del socio
La giurisprudenza discute oggi circa l’onere del socio lavoratore. precisamente, in caso di licenziamento ci si domanda se la mancata impugnazione della delibera di esclusione, adottata dalla società cooperativa, non rilevi ai fini della cessazione del rapporto di lavoro che, quindi, avverrebbe comunque. In questo caso, peraltro, l’impugnazione del licenziamento risulterebbe di fatto inutile. Tale questione resta aperta alla luce del dato normativo: le Legge n. 142/2001 (come modificata nel 2003) prevede infatti che il rapporto di lavoro cessa con il recesso o l’esclusione del socio, esercitati nel rispetto delle previsioni statutarie e di legge.
La tutela dell’ex socio e i poteri del giudice
Altro aspetto controverso riguarda la tutela azionabile dal socio lavoratore che sia stato escluso e, contestualmente o successivamente, licenziato e la cui delibera di esclusione sia stata dichiarata illegittima. In particolare, la giurisprudenza si divide tra coloro che sostengono l’applicabilità della disciplina civilistica e quanti ritengono invece che trovi operatività la normativa relativa ai licenziamenti, compreso dunque lo Statuto dei lavoratori.
Inoltre, premettendo che il giudice non è vincolato alla ricostruzione giuridica effettuata dalle parti, l’altra questione controversa attiene ai poteri officiosi del giudicante. In particolare, ci si domanda se il giudice, a fronte di una domanda di impugnazione del licenziamento, nell’ambito della quale non si contesti l’avvenuta esclusione del socio, possa comunque pronunciarsi sull’esclusione, avendo riguardo alla pretesa sostanziale azionata in giudizio e, quindi, riqualificando la domanda.
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