Successioni: prelievi dal conto cointestato con il defunto e obblighi di restituzione

I coeredi possono essere obbligati a restituire le somme prelevate da un conto cointestato con il genitore deceduto?

Allegati

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4142/2025, ha affrontato una questione centrale nel diritto successorio: i coeredi possono essere obbligati a restituire le somme prelevate da un conto cointestato con il genitore deceduto? Il verdetto sottolinea l’importanza di analizzare la destinazione dei fondi prelevati, soprattutto quando questi siano stati utilizzati per il sostentamento o l’assistenza del defunto. La Corte evidenzia come un’accertata finalità familiare possa incidere sulla legittimità della richiesta di reintegro nella massa ereditaria. Il Manuale Pratico per la Successione Ereditaria e le Donazioni, edito da Maggioli Editore, offre una panoramica completa e aggiornata degli aspetti giuridici e fiscali che regolano le successioni e le donazioni, e per approfondire ulteriormente la materia abbiamo organizzato il corso di formazione Eredità giacente – Dai presupposti alla chiusura del procedimento.

Corte di Cassazione -sez. II civ.- sentenza n. 4142 del 18-02-2025

4142.2025.pdf 79 KB

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Indice

1. Il caso concreto: i prelievi dal conto cointestato


Due eredi hanno intentato un’azione legale contro la sorella, sostenendo che quest’ultima avesse indebitamente prelevato somme da un conto cointestato con il padre deceduto. A loro avviso, tali somme avrebbero dovuto essere considerate parte dell’asse ereditario e ripartite tra tutti i coeredi.
Il Tribunale ha inizialmente rigettato la richiesta, ma la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, stabilendo che le somme in questione fossero di esclusiva proprietà del defunto. Secondo i giudici di secondo grado, la cointestazione del conto non implicava una donazione indiretta a favore della figlia, la quale era quindi tenuta a restituire l’intero importo alla massa ereditaria. La decisione ha portato la convenuta a presentare ricorso in Cassazione, sollevando cinque motivi di doglianza. Il Manuale Pratico per la Successione Ereditaria e le Donazioni, edito da Maggioli Editore, offre una panoramica completa e aggiornata degli aspetti giuridici e fiscali che regolano le successioni e le donazioni

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2. La finalità dei prelievi come elemento determinante


Uno dei punti chiave del ricorso riguardava la necessità di verificare la destinazione delle somme prelevate. La convenuta sosteneva che le somme fossero state impiegate per esigenze familiari, tra cui la cura dei genitori, le spese funerarie e le imposte di successione. La Corte d’Appello, tuttavia, non aveva adeguatamente approfondito tale aspetto prima di disporre la restituzione.
La Cassazione ha chiarito che la decisione di imporre la restituzione delle somme non può basarsi unicamente sulla presunzione che il denaro appartenesse interamente al de cuius. È fondamentale, invece, verificare se i prelievi siano stati destinati a coprire obblighi assistenziali o se siano stati utilizzati per finalità personali dell’erede.

3. Gli elementi presuntivi e la valutazione giudiziale


La Suprema Corte ha sottolineato la necessità di valutare una serie di elementi prima di ordinare la restituzione delle somme:

  • La situazione economica dell’erede, in particolare la sua dipendenza finanziaria dai genitori;
  • La frequenza e la tempistica dei prelievi, in relazione alle necessità di assistenza del defunto;
  • L’esistenza di documenti che possano attestare l’utilizzo delle somme per cure mediche, spese funerarie o altri obblighi familiari;
  • Il contesto familiare e la distribuzione degli oneri economici tra gli eredi.

In assenza di un’analisi dettagliata di questi fattori, una decisione che imponga la restituzione potrebbe risultare ingiusta, soprattutto nei confronti di chi ha sostenuto direttamente il genitore deceduto.

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4. La decisione della Cassazione


La Suprema Corte ha stabilito che, in mancanza di prove che dimostrino un uso personale delle somme prelevate, non si possa automaticamente presumere un’appropriazione indebita. Nel caso esaminato, la figlia aveva dichiarato di aver utilizzato il denaro per la cura del padre e per far fronte alle spese funerarie. Tuttavia, la Corte d’Appello non aveva esaminato a fondo questa circostanza, limitandosi a stabilire che le somme dovessero essere restituite. La Cassazione ha quindi annullato la decisione e rinviato la causa per un nuovo giudizio.

5. Conseguenze e rilievo della sentenza


La pronuncia n. 4142/2025 ribadisce un principio fondamentale nel diritto successorio: la necessità di un’analisi dettagliata della finalità dei prelievi da un conto cointestato con il defunto. Non è possibile disporre la restituzione delle somme senza accertare se queste siano state impiegate per adempiere a obblighi assistenziali. La sentenza conferma un approccio equo nella gestione dell’asse ereditario, evitando che l’erede che si è occupato del genitore venga penalizzato rispetto agli altri coeredi.

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